
7 febbraio 2010
Inutile nascondersi dietro un dito. L’ovazione che ha salutato una vecchia volpe come Enzo De Luca al congresso dell’Idv rappresenta una sconfitta per Antonio Di Pietro e soprattutto per il suo tentativo di portare un minimo di pulizia nella politica italiana. L’impegno strappato a De Luca di dimettersi, se fosse eletto governatore della Campania e poi condannato (in primo grado, sottintende Di Pietro; in Cassazione, cioè fra vent’anni, sottintende De Luca), non è che una foglia di fico. Soltanto le forme, in questa brutta storia, sono state rispettate: Di Pietro ha rimesso al congresso la decisione se appoggiare o meno il candidato impresentabile del Pd e il congresso ha deciso, addirittura per acclamazione, di sì. L’ex pm del resto era stretto nell’angolo dalle circostanze, che non gli lasciavano alternative: o rinunciare a presentare la lista in Campania, o associarsi al Pd cioè a De Luca. Candidati spendibili non ne ha trovati, anche perché ha cominciato a cercarli troppo tardi, quando ha scoperto che la minestra che passava il convento era ancor più indigesta di quanto mente umana potesse immaginare: un candidato due volte rinviato a giudizio per reati gravissimi (concussione, associazione per delinquere, falso e truffa) al posto di un altro, Bassolino, che di rinvii a giudizio ne ha solo uno.
A quel punto non restava che una candidatura di bandiera, quella di De Magistris, che però ha mancato di coraggio, temendo gli attacchi per una “fuga da Bruxelles” pochi mesi dopo l’elezione, e si è reso indisponibile. Ciò che tutti fanno da sempre, fatto da lui, non sarebbe stato perdonato. E altri candidati seri era difficile trovarne all’ultimo momento, anche perché chi corre alla carica di governatore, se perde, non diventa nemmeno consigliere regionale. Fin qui le questioni formali.
Quella sostanziale è che ora Di Pietro è costretto a sostenere un signore che, per le regole da lui stesso imposte anzitutto a se stesso, è incandidabile: nel 1996 l’ex pm, sul quale pendevano soltanto alcune richieste di rinvio a giudizio della Procura di Brescia (poi regolarmente respinte da vari gip), restò in disparte e rinunciò a presentare una sua lista nel momento di massima popolarità.
Come e perché si è arrivati a questo punto? Anzitutto a causa della spregiudicatezza del Pd che, violando il proprio statuto, ha fatto in modo di evitare le primarie per scegliere l’aspirante governatore e, violando il proprio codice etico, ha mandato avanti un pluri-imputato.
Ma anche a causa dell’improvvisazione un po’ rinunciataria con cui Di Pietro ha affrontato le regionali, dichiarando preventivamente che avrebbe appoggiato qualunque candidato targato Pd, purchè glielo comunicassero entro la data delle elezioni. Forse non prevedeva che Bersani & C. avrebbero osato tanto.
Errore: da questi signori bisogna sempre attendersi il peggio.
Dunque occorreva predisporre per tempo un piano B, interpellando la società civile campana, se ancora ne esiste una, per far emergere una soluzione alternativa. Ma pensando in grande, anche al punto di proporre un candidato indipendente alle altre forze del centrosinistra. Di Pietro non l’ha fatto e si è consegnato al consueto ricatto: o inghiotti il rospo De Luca, o consegni la Campania al Pdl dei Cosentino e dei Cesaro, ben nascosti dietro il faccino al Plasmon del craxiano Caldoro.
Naturalmente l’eventuale sconfitta non sarebbe dipesa dal venir meno dell’Idv, ma dalle scelte sciagurate del Pd che in tre anni di scandali non ha costretto alle dimissioni né Bassolino né l’altrettanto impresentabile signora Mastella (che, non dimentichiamolo, è presidente del Consiglio regionale in quota centrosinistra) e ora si presenta pure con la faccia di De Luca.
Ma la solita disinformatija di regime avrebbe impiegato poco ad addossare al “traditore” Tonino le colpe altrui.
Bisognava pensarci prima, appunto. Ora è tardi per le lacrime di coccodrillo. Ma oggi gli italiani che sognano una politica pulita sono un po’ meno di ieri.
da Il Fatto Quotidiano del 7 febbraio 2010
11 commenti:
Hai ragione Marco……….bisognava pensarci prima, faccio un solo appunto al tuo commento, la candidatura di De Luca, diversamente da quanto affermi, non è stata ancora digerita dai giovani di IdV, per tutto il resto, hai perfettamente ragione.
write26
GENNARO DIANA ADERISCE ALL'ITALIA DEI VALORI
Ieri alle 20.39
Alla luce di oculate e serie riflessioni, avviate per un netto disagio che da tempo avvertivo, ho deciso di lasciare il PD. Respiro politica fin da bambino e dopo una lunga militanza nel PCI prima, nel PDS successivamente, nei DS ancora poi e da ultimo nel PD, ho ad oggi maturato la convinzione che non esistono più i presupposti per proseguire un percorso politico nel partito nato dalla fusione delle due vecchie culture dei due principali partiti che vi hanno concorso. L’idea originaria del PD, tesa ad abbattere gli steccati ideologici e ad andare oltre i partiti, si è rivelata col tempo del tutto falsa. L’entusiasmo iniziale, scaturito dalla discesa in campo di Walter Veltroni, aveva suscitato in me, come in tanti altri, la voglia di portare avanti battaglie difficili ma giuste in nome di valori, ispirati ai principi di democrazia, trasparenza e legalità in cui ho sempre creduto fermamente. Furono proprio queste le motivazioni che mi spinsero ad accettare la candidatura al 26 posto in lista alla Camera dei Deputati nelle ultime elezioni politiche del 2008 con grande spirito di servizio ed orgoglio. Purtroppo nel tempo ho dovuto constatare che questi elementi di novità sono stati del tutto schiacciati dagli apparati, dalle nomenclature e dalle oligarchie di un partito, il PD, che è finito col divenire verticistico, tagliando i rapporti e i collegamenti con la base e gli iscritti, sempre più disorientati e lasciati soli. Tutto questo si è riflettuto in misura ancor maggiore in provincia di Caserta, dove il PD è finito sotto una guida debole ed eterodiretta, con la conseguenza di un partito, in cui non esistono regole, così come dimostrato anche dalla mia personale vicenda che mi ha visto addirittura annullato, con metodi dittatoriali, una regolare elezione a leader dei Giovani Democratici. Un partito, quello casertano troppo preso da posizionamenti personali, autoreferenzialità, interessi di natura affaristica. Un partito che non è stato e non è capace di parlare alla gente ma che invece mette al bando, uno strumento di massima democrazia partecipativa, come quello delle primarie, per chiudersi in una stanza e scegliere un candidato, così come sta avvenendo per le elezioni provinciali, premiando magari qualche politico nominato di mestiere con un imposizione dall’alto.
Ho scelto dunque di traghettare la mia immortale passione politica in un nuovo partito, l’IDV di Antonio Di Pietro, per credere decisamente in una prospettiva discontinua col passato e portare avanti le sfide irrinunciabili al fine di far valere, soprattutto in un momento difficile come quello attuale, i valori fondamentali ispirati ai principi di legalità, etica e moralità.
Gennaro Diana
Write siete semplicemente come tutti gli altri a differenza di quello che volevate far credere.
Io non mi sento come “tutti gli altri” nello specifico debbo ammettere che la tua interpretazione è legittima.
Regionali, Alfano (IdV), Non appoggio De Luca
Palermo, 8 Feb. "La scelta di appoggiare De Luca è un passo falso, non la condivido e pertanto non darò il mio contributo per una sua eventuale elezione". E' quanto dichiara il deputato europeo dell'Italia dei Valori Sonia Alfano. "Si punta su De Luca per tentare il sorpasso e battere il centro-destra, ma è una scelta politica incoerente" – prosegue Sonia Alfano – "Ci si poteva aprire ai movimenti e alla società civile anche in Campania, mantenendo la linea che ci si era prefissati. Non si può prescindere dalla questione morale - conclude - soprattutto in quella regione".
Di Pietro fa “irruzione” sul palco e dice: “Le possibilità che ci sono sulla Campania sono tre:
aAndare con un nostro uomo? Stare con De Luca, oppure porgli prima una serie di paletti: dimissioni in caso di sentenza nei suoi confronti; svecchiamento e turn over in Regione; disponibilità a sottoporsi ai procedimenti. Ma se vogliamo andare da soli, sottolinea Di Pietro, dobbiamo sapere con chi”
Dalla platea c´è chi grida: Luigi Luigi……. “ De Magistris ha ribadito di voler continuare a fare l´europarlamentare. Lo hanno votato 450mila elettori, e pure io” dice Tonino. “Se fosse stato disponibile, avrei detto sì due volte” . Ma De Magistris, subito dopo ribadisce: “Io per quello non voto”.
Wrhite, Minny nun ve ne fate na malattia, l'artri so peggio.
Chiedo scusa ma mi ci vuole un'altro pò prima di riuscire a digerire l'appoggio a De Luca. Il fine giustifica i mezzi,cioè, quello di evitare di consegnare la Campania ai Casalesi??? Se questo è il fine, forse,ripeto forse, bisognava contrastare con altri mezzi.Condivido De Magistris e la Alfano e spero in un passo indietro di Di Pietro.Resto alla finestra....buona serata
X Minny.
Video appello di Di Pietro agli elettori IdV per sostenere De Luca.
http://www.youtube.com/watch?v=XvDwTL9mVvk
l'ho ascoltato ma non mi ha convinto.
Il Presidente dice che non c'erano alternative, io avrei appoggiato la lista a 5 stelle di Beppe Grillo.
Buonanotte write26
Ma cosa fa Di Pietro? Rappresenta(va?) un’alternativa a questi partiti impastati di vecchie alleanze, guerre intestinali, segretari di partito incapaci di scegliere o quanto meno non all’altezza di fare rispettare determinati criteri, tutte cose molto criticate dal popolo che lo vota, disgustati da tanto malaffare che resta impunito, propone un innesto con un partito “collaborazionista” di questo perverso modo di usare la politica?
Mille giustificazioni tutte molto pragmatiche per spiegare scelte che francamente non rientrano nella maggior parte degli elettori dell’idv. Cosa porta a seppellire la norma fondante del partito che non candida persone con procedimenti a carico, e avviarsi verso quel sogno di integrazione e fusione ad un prezzo così alto?
Tutti siamo consapevoli che il partito di Di Pietro non ha i numeri per governare, ma ha tanta forza nella società civile che questa dubbia scelta rischia di mortificare, una grande folla che all’indomani del 1° congresso del suo partito si sente defraudata di un sogno collettivo e spinta ad inseguire quello del suo leader.
Cara passatempo il popolo IdV non è come pensi tu, è sicuramente più critico, meno duttile e poco propenso ai compromessi, ma non possiamo esimerci dal prendere atto che dopo gli impegni che De Luca si è assunto al congresso, la sua candidatura è stata accettata per acclamazione.
De Magistris, Sonia Alfano, Adele Conte e con umiltà molti altri io compreso non siamo d’accordo, ma pur non tacendo, pur manifestando in modo aspro il nostro dissenso, in democrazia, passa la linea della maggioranza, anche quando, in via eccezionale, può contrastare con lo statuto. (leggi primarie per il PD)
Non preoccuparti non abbiamo abbandonato i nostri principi “una rondine non fa primavera” la legalità continuerà ad essere al primo posto nella nostra classifica dei valori.
IdV non perderà consensi per questa scelta, viviamo in Italia e non escludo che potrebbe aumentarli, il rispetto fermo delle regole agli italiani non piace amica mia.
Accontentiamoci di essere riusciti, in questi ultimi due anni, a spostare la rotta a sinistra, NON È POCO, nel contempo , sosteniamo con forza i nostri candidati a partire da Adele Conte, per quanto riguarda la regione Campania, accerchiamo De Luca con i nostri consiglieri, vedrai che se dovesse vincere onorerà gli impresi.
lenol.idv
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