L'edizione delle 13,30 di quello che era il principale telegiornale italiano spaccia per ben due volte come "assoluzione" l'avvenuta prescrizione del reato di corruzione di cui si è reso colpevole l'avvocato Mills" poi in prima serata modifica il titolo ma non il contenuto
Mi mancano le parole per narrare come il Tg4 e Studio Aperto hanno dato la notizia, vi propongo direttamente il video basta cliccare sulla freccetta in basso a sinistra
Bastava semplicemente raccontare il fatto ovvero che la Corte di Cassazione ha riconosciuto che il reato è stato commesso ma è caduto in prescrizione, per cui non ci sarà alcuna condanna né per Mills né per Berlusconi.
Chi vuol saperne di più può leggere o la stampa estera o il seguente editoriale pubblicato su La Repubblica da Giuseppe D'Avanzo
saluti write26
Editoriale
David Mills è stato corrotto. È quel che conta anche se la manipolazione delle norme sulla prescrizione, che Berlusconi si è affatturato a partita in corso, lo salva dalla condanna e lo obbliga soltanto a risarcire il danno per il pregiudizio arrecato all'immagine dello Stato. Questa è la sentenza delle Sezioni unite della Cassazione.
Per comprenderla bisogna sapere che la corruzione è un reato "a concorso necessario": se Mills è corrotto, il presidente del Consiglio è il corruttore.
Per apprezzare la decisione, si deve ricordare che cosa ha detto, nel corso del tempo, Silvio Berlusconi di David Mills e di All Iberian, l'arcipelago di società off-shore creato dall'avvocato inglese.
"Ho dichiarato pubblicamente, nella mia qualità di leader politico responsabile quindi di fronte agli elettori, che di questa All Iberian non conosco neppure l'esistenza. Sfido chiunque a dimostrare il contrario" (Ansa, 23 novembre 1999). "Non conosco David Mills, lo giuro sui miei cinque figli. Se fosse vero, mi ritirerei dalla vita politica, lascerei l'Italia" (Ansa, 20 giugno 2008).
Poi bisogna cominciare dalle parole - e dagli impegni pubblici - del capo del governo per intendere il significato della sentenza della Cassazione.
Perché l'interesse pubblico della decisione non è soltanto nella forma giuridica che qualifica gli atti, ma nei fatti che convalida; nella responsabilità che svela; nell'obbligo che oggi incombe sul presidente del Consiglio, se fosse un uomo che tiene fede alle sue promesse.
Dunque, Berlusconi ha conosciuto Mills e, come il processo ha dimostrato e la Cassazione ha confermato (il fatto sussiste e il reato c'è stato), All Iberian è stata sempre nella sua disponibilità.
Sono i due punti fermi e fattuali della sentenza (altro è l'aspetto formale, come si è detto).
Da oggi, quindi, il capitolo più importante della storia del presidente del consiglio lo si può raccontare così:
Con il coinvolgimento "diretto e personale" del Cavaliere, David Mills dà vita alle "64 società estere offshore del group B very discreet della Fininvest". Le gestisce per conto e nell'interesse di Berlusconi e, in due occasioni (processi a Craxi e alle "fiamme gialle" corrotte), Mills mente in aula per tener lontano il Cavaliere da quella galassia di cui l'avvocato inglese si attribuisce la paternità ricevendone in cambio "somme di denaro, estranee alle sue parcelle professionali" che lo ricompensano della testimonianza truccata.
Questa conclusione rivela fatti decisivi: chi è Berlusconi; quali sono i suoi metodi; che cosa è stato nascosto dalla testimonianza alterata dell'avvocato inglese. Si comprende definitivamente come è nato, e con quali pratiche, l'impero del Biscione; con quali menzogne Berlusconi ha avvelenato il Paese.
Torniamo agli eventi che oggi la Cassazione autentica.
Le società offshore che per brevità chiamiamo All Iberian sono state uno strumento voluto e adoperato dal Cavaliere, il canale oscuro del suo successo e della sua avventura imprenditoriale.
Anche qui bisogna rianimare qualche ricordo: Lungo i sentieri del "group B very discreet della Fininvest" transitano quasi mille miliardi di lire di fondi neri; i 21 miliardi che ricompensano Bettino Craxi per l'approvazione della legge Mammì; i 91 miliardi (trasformati in Cct) destinati non si sa a chi mentre, in parlamento, è in discussione la legge Mammì.
In quelle società è occultata la proprietà abusiva di Tele+ (viola le norme antitrust italiane, per nasconderla furono corrotte le "fiamme gialle"); il controllo illegale dell'86 per cento di Telecinco (in disprezzo delle leggi spagnole); l'acquisto fittizio di azioni per conto del tycoon Leo Kirch contrario alle leggi antitrust tedesche.
Da quelle società si muovono le risorse destinate poi da Cesare Previti alla corruzione dei giudici di Roma (assicurano al Cavaliere il controllo della Mondadori); gli acquisti di pacchetti azionari che, in violazione delle regole di mercato, favoriscono le scalate a Standa e Rinascente.
Dunque, l'atto conclusivo del processo Mills documenta che, al fondo della fortuna del premier, ci sono evasione fiscale e bilanci taroccati, c'è la corruzione della politica, delle burocrazie della sicurezza, di giudici e testimoni; la manipolazione delle leggi che regolano il mercato e il risparmio in Italia e in Europa.
La sentenza conferma non solo che Berlusconi è stato il corruttore di Mills, ma che la sua imprenditorialità, l'efficienza, la mitologia dell'homo faber, l'intero corpo mistico dell'ideologia berlusconiana ha il suo fondamento nel malaffare, nell'illegalità, nel pozzo nero della corruzione della Prima Repubblica, di cui egli è il figlio più longevo.
E' la connessione con il peggiore passato della nostra storia recente che, durante gli interminabili dibattimenti del processo Mills, il capo del governo deve recidere.
La radice del suo magnificato talento non può allungarsi in quel fondo fangoso perché, nell'ideologia del premier, è il suo trionfo personale che gli assegna il diritto di governare il Paese. Le sue ricchezze sono la garanzia del patto con gli elettori e dell'infallibilità della sua politica; il canone ineliminabile della "società dell'incanto" che lo beatifica.
Per scavare un solco tra sé e il suo passato e farsi alfiere credibile e antipolitico del nuovo, deve allontanare da sé l'ombra di quell'avvocato inglese, il peso di All Iberian. È la scommessa che Berlusconi decide di giocare in pubblico.
Così intreccia in un unico nodo il suo futuro di leader politico, responsabile di fronte agli elettori, e il suo passato di imprenditore di successo. Se quel passato risulta opaco perché legato a All Iberian, di cui non conosce l'esistenza, o di David Mills, che non ha mai incontrato, egli è disposto a lasciare la politica e addirittura il Paese.
Oggi dovrebbe farlo davvero perché la decisione della Cassazione conferma che ha corrotto Mills (lo conosceva) per nascondere il dominio diretto su quella macchina d'illegalità e abusi che è stata All Iberian (la governava). Il capo del governo non lo farà, naturalmente, aggrappandosi come un naufrago al legno della prescrizione che egli stesso si è approvato.
Non lascerà l'Italia, ma l'affliggerà con nuove leggi ad personam (processo breve, legittimo impedimento), utili forse a metterlo al sicuro da una sentenza, ma non dal giudizio degli italiani che da oggi potranno giudicarlo corruttore, bugiardo, spergiuro anche quando fa voto della "testa dei suoi figli".
Giuseppe D'AVANZO
venerdì 26 febbraio 2010
giovedì 25 febbraio 2010
Ha ragione Berlusconi, queste intercettazioni sono un vero scandalo, una mera violazione della privacy.

24 febbraio 2010
Secondo la Procura di Roma il senatore del Pdl Nicola Paolo Di Girolamo uomo alle dirette dipendenze di Gennaro Mokbel, sarebbe stato eletto nella circoscrizione Estero del Senato, con i voti garantiti dalla ‘ndrangheta di Isola Capo Rizzuto.
A fare impressione sono le telefonate intercettate tra il senatore e Gennaro Mokbel, un uomo legato ad Antonio D’Inzillo, considerato l’omicida del boss della Magliana Enrico De Pedis. (quel sant’uomo tumolato nella basilica di Sant’ampollinare)
Il senatore, al telefono, si fa trattare come uno sguattero dal suo cliente che lo ha aiutato ad essere eletto:
"M’hai scassato il cazzo, te lo dico papale papale a Nicò. Se t’è venuta la candidite Nicò e se t’è venuta già a’ senatorite è un problema tuo, però sta’ attento che ultimamente te ne sei uscito tre volte che io sono stato zitto ma oggi mo’ m’hai riempito proprio le palle Nicò. Capito? A ’n’ altro je davo ‘na capocciata ma a te siccome te voglio bene, Nicò, abbozzo ‘na volta, due, tre volte. Mo basta"
"Non me ne frega un cazzo. A me di quello che dici tu...per me Nicò puoi pure diventà presidente della Repubblica, per me sei sempre il portiere mio, per me tu sei sempre il portiere no, nel senso che tu sei uno schiavo mio, tu conti sempre come il portiere, capito Nicò. Però ricordate, io per i soldi nun me ne frega un cazzo del potere, però ricordate Nicola che per le sfumature me faccio ammazzà e faccio del male".
"Ti è piaciuto sentirti qualche cosa e mo ricordate che devi pagà tutte le cambiali che so state aperte e in più devi pagà lo scotto sulla tua vita Nicò perché tu una vita nun ce l’avrai più".
"Io sono sette mesi che sono murato qua dentro e calcola che il 70% dei soldi tirati fuori qua li ho tirati fuori io, io sto zitto e muto e tiro fuori. Ma che me voi dì...Io c’ho cinquant’anni Nicò". Il senatore prova a ribattere “e pure io Gennaro” e Mokbel: "Eh, ma i cinquant’anni mia nun so’ i tua". E il senatore che si ricorda con chi ha a che fare: "Quello sicuramente".
Dice Berlusconi: di questi giudici morbosi, queste toghe rosse che non perdono occasione per impicciarsi dei fatti degli altri……………..BASTA!!!!! non se può più dobbiamo costruire un esercito che operi per il bene, contro quello comunista che opera per il male al servizio di una magistratura deviata.
Volendo usare un linguaggio a loro comprensibile, che dire al Premier e a questo senatore?
Ma vaffanculo!!!!!!!!!!!!!!
mercoledì 24 febbraio 2010
UN PARTIGIANO ALLA PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA
clicca sulla freccetta
Mercoledì 24 Febbraio 2010, venti anni fa è morto Sandro Pertini, pubblicare la sua biografia, i suoi insegnamenti, la sua militanza oggi sarebbe retorica, noi vorremmo ricordarlo semplicemente, così, con un piccolo flash , senza commenti , felice per la vittoria della Nazionale di Calcio.
martedì 23 febbraio 2010
NO GRAZIE !!!!!

Stabilimenti Penali di Pianosa 23 Febbraio 1933
"La comunicazione che mia madre ha presentato domanda di grazia in mio favore, mi umilia profondamente! Non mi associo quindi a simile domanda perché sento che macchierei la mia fede politica, che più di ogni cosa, della mia stessa vita mi preme”
Il recluso politico Sandro Pertini
Oggi è il 23 febbraio 2010, sono trascorsi esattamente settantasette anni da quella lettera , cosa potremmo “raccontare” a questo Italiano, fondatore della nostra Repubblica, che ha trascorso quattordici anni della sua vita nelle carceri fasciste per aver contrastato e poi capovolto, all’insegna della democrazia e della libertà dei popoli, un regime intollerante, totalitario, xenofobo e imperialista consolidato da una Monarchia scellerata, troppo presa dagli intrallazzi di Corte, incapace di assumere posizioni autorevoli.
Cosa potremmo raccontargli, se volessimo farlo incazzare, se non il fatto di aver consegnato il nostro paese nelle mani di gruppi spregiudicati che gestiscono la questione pubblica a loro piacimento, in funzione degli interessi propri e dei loro amici, e che l’erede al trono “canta e balla” in televisione acclamato da milioni di telespettatori.
Sandro, ma chi te lo ha fatto fare, ti sei fatto quattordici anni di galera per niente.
lunedì 22 febbraio 2010
La Politica si fa in Parlamento, nelle Piazze, non si fa in Pretura.

La Politica si fa in Parlamento, nelle Piazze, non si fa in Pretura.
Bella frase ma cosa succede quando la Politica si sostituisce ai poteri dello Stato? Quando la Politica si accredita l’onere di esercitare contemporaneamente potere legislativo, potere esecutivo e potere giudiziario? Quando la Politica pensa di poter far tutto da sola.
Paolo Borsellino diceva che questa non si chiama politica ma Mafia.
In un intervista televisiva, un autorevole Magistrato palermitano, interrogato a riguardo, diede più o meno questa risposta che sintetizzo così:
“quando ciò accadrà avremo a che fare con una classe dirigente che rimprovererà alla persone di aver preferito la pigrizia all’agire, di essere state troppo indolenti.” poi…….
“ Questi politici non hanno capito nulla cambino mestiere, oppure, come invece mi pare più evidente, fanno opportunamente finta (per timore o per calcolo) di non comprendere (che poi è lo sport nazionale più diffuso) che la gente comune nel meridione è stata ridotta dalla Politica a contare meno di niente, oggi non esiste più un opposizione come in passato ma solo una melassa informe dove si fatica ad individuare quale sia il centrodestra e quale il centrosinistra”
A questi tre poteri se ne è aggiunto un quarto, che non cito per non aprire altre polemiche, poi un quinto L’ INFORMAZIONE quello che piace tanto alla nostra Minoranza Consiliare, al punto di credere che esercitarlo li possa mettere a riparo da ogni critica e da ogni contestazione.
E’ vero le responsabilità sono di chi governa ma quando nella pubblica amministrazione si inizia inconsapevolmente a dar luogo, con frequenza rilevante, a comportamenti, sicuramente involontari, che nei metodi cominciano a destare sospetti, in caso di tracollo la responsabilità oggettiva non può essere ricondotta solo a chi governa, in quel caso specifico la responsabilità è da accreditare ai politici TUTTI, a quelli che ricoprono ruoli istituzionali senza nessuna eccezione.
sabato 20 febbraio 2010
che schifo!!!!!!

Ieri:
L'associazione della stampa tedesca attribuisce al giornalista e scrittore italiano Marco Travaglio il premio 2009 per la libertà di stampa; questa la decisione dei sette membri della giuria dell'associazione.
"Onoriamo in Marco Travaglio un collega coraggioso e attento, che si impegna contro tutti gli ostacoli per difendere la libertà di stampa in Italia" così Michael Konken, presidente dell'associazione della stampa tedesca, motiva la decisione.
Travaglio denuncia continuamente e pubblicamente i tentativi dei politici italiani, e soprattutto di Silvio Berlusconi, di influenzare i media a loro piacimento impedendo un'informazione indipendente. La sua critica ha anche lo scopo di incoraggiare i colleghi italiani a non autocensurarsi.
Konken ha inoltre aggiunto: "Il premio dell'associazione dei giornalisti tedeschi per la libertà di stampa é un riconoscimento appropriato per Marco Travaglio. Egli dovrebbe incoraggiare i giornalisti in Italia perché esercitino la loro funzione di critica e non si facciano intimidire"...
Oggi dopo l’ultima puntata di Anno Zero
Caro Michele, ho riflettuto su quanto è accaduto giovedì ad Annozero . E, siccome è accaduto davanti a 4 milioni di persone, te ne parlo informa pubblica. Parto da una tua frase dell’altra sera: “Parliamo di fatti”. Il punto è proprio questo. Si può ancora parlare di fatti in tv? Sì, a giudicare dagli splendidi servizi di Formigli, Bertazzoni e Bosetti. No, a giudicare dal cosiddetto dibattito in studio, che non è più (da un bel pezzo) un dibattito, ma una battaglia snervante e disperante fra chi tenta di raccontare, analizzare, commentare quel che accade e chi viene apposta per impedirci di farlo e costringerci a parlar d’altro. La maledizione della par condicio, dovuta alla maledizione di Berlusconi, impone la presenza simmetrica di ospiti di destra e di sinistra. E, quando si tratta di politici, pazienza: la loro allergia ai fatti è talmente evidente che il loro gioco lo capiscono tutti.
Ma quando, come l’altra sera, ci si confronta fra giornalisti, anzi fra iscritti all’albo dei giornalisti, ogni simmetria è impossibile: quelli “di destra” parlano addosso agli altri e – quando non sanno più che dire – tirano fuori le mie condanne penali (inesistenti) o le mie vacanze con mafiosi o a spese di mafiosi (inesistenti). Da una parte ci sono giornalisti normali, come l’altra sera Gomez e Rangeri, che non fanno sconti né alla destra né alla sinistra; e dall’altra i trombettieri. Che non sono di destra: sono di Berlusconi. E non fanno i giornalisti: recitano un copione, frequentano corsi specialistici in cui s’impara a fare le faccine e a ripetere ossessivamente le stesse diffamazioni. Invece di contestare i fatti che raccontano, tentano di squalificarti come persona.
Poi, a missione compiuta, passano alla cassa a ritirare la paghetta. E, se non si abbassano a sufficienza, vengono redarguiti o scaricati dal padrone. Non hanno una faccia e dunque non temono di perderla. Partono avvantaggiati, possono permettersi qualunque cosa. Non hanno alcun obbligo di verità, serietà, coerenza, buonafede, deontologia. Non temono denunce perché il padrone mette ogni anno a bilancio un fondo spese per risarcire i danni che i suoi sparafucile cagionano a tizio e caio dicendo e scrivendo cose che mai scriverebbero o direbbero se non avessero le spalle coperte. Come diceva Ricucci, che al loro confronto pare Lord Brummel, fanno i froci col culo degli altri. Sguazzano nella merda e godono a trascinarvi le persone pulite per dimostrare che tutto è merda. E ci tocca pure chiamarli colleghi perché il nostro Ordine non s’è mai accorto che fanno un altro mestiere.
Ci vorrebbe del tempo per spiegare ogni volta ai telespettatori chi sono questi signori, chi li manda, quali nefandezze perpetrano i loro “giornali”, perché quando si parla di Bertolaso rispondono sulle mie ferie e soprattutto che cos’è davvero accaduto a proposito delle mie ferie: e cioè che ho documentato su voglioscendere.it di aver pagato il conto fino all’ultimo centesimo e di aver conosciuto un sottufficiale dell’Antimafia prima che fosse arrestato e condannato per favoreggiamento, interrompendo ogni rapporto appena emerse ciò che aveva fatto (i due trombettieri invece dirigono e vicedirigono i giornali di due editori – Giampaolo Angelucci e Paolo Berlusconi, già arrestati due volte ciascuno, il secondo pregiudicato – e non fanno una piega). Ma in tv non c’è tempo per spiegare le cose con calma. E, siccome io una reputazione ce l’ho e vi sono affezionato, non posso più accettare che venga infangata ogni giovedì da simili gentiluomini. Gli amici mi consigliano di infischiarmene, di rispondere con una risata o un’alzata di spalle. Nei primi tempi ci riuscivo. Ora non più: non sai la fatica che ho fatto giovedì a restarmene seduto lì fino alla fine.
Forse la mia presenza, per il clima creato da questi signori, sta diventando ingombrante e dunque dannosa per Annozero. Che faccio? Mi appendo al collo le ricevute delle ferie e il casellario giudiziale? Esco dallo studio a fumare una sigaretta ogni volta che mi calunniano? O ti viene un’idea migliore.
Marco Travaglio.
Dicono che non bisognerebbe mai parlare male degli alleati ma quando ci si allea con “mezzo “ partito meglio tacere o è meglio parlare chiari?

Signornò da L'Espresso in edicola
Quando l’Unione andò al governo nel 2006 e ricascò in tutti gli errori della volta precedente, Curzio Maltese parlò di “coalizione a ripetere”. Nel frattempo è nato il Pd, ha cambiato tre segretari in due anni, ha perso tutte le elezioni possibili e ora si presenta alle regionali in formazione Arlecchino: ora con la sinistra ora senza, ora con Di Pietro ora senza, ora con l’Udc ora senza.
In questa carnevalata c’è un unico comun denominatore: l’allergia alla questione morale e, in certi casi, pure a quella legale. In tutte le regioni del Sud i candidati del centrosinistra sono inquisiti o addirittura imputati. In Campania Enzo De Luca vanta due rinvii a giudizio per associazione per delinquere, truffa, concussione e falso.
In Puglia Nichi Vendola è ancora indagato per tentata concussione per le spartizioni nelle Asl, anche se due pm su tre sono orientati ad archiviare.
In Basilicata il governatore ricandidato Vito de Filippo ha ricevuto l’estate scorsa l’avviso di chiusura indagini (che di solito prelude alla richiesta di rinvio a giudizio) per favoreggiamento a un imprenditore ritenuto l’asso pigliatutto degli appalti per l’estrazione del petrolio.
In Calabria, nel processo “Why Not”, il governatore replicante Agazio Loiero ha appena subìto una richiesta di condanna a 1 anno e mezzo per due abusi d’ufficio.
In Sicilia, dove non si vota, il Pd sostiene la giunta anomala di Raffaele Lombardo, indagato per abuso d’ufficio dalla Procura e dalla Corte dei Conti per le assunzioni facili di venti giornalisti strapagati nel suo ufficio stampa.
Così, per la prima volta in 15 anni di Seconda Repubblica, il centrodestra candida personaggi intonsi da guai giudiziari e può rinfacciare al centrosinistra di non fare altrettanto.
Il che rende flebili sino all’afonia le richieste di dimissioni avanzate da Bersani per Guido Bertolaso, appena indagato, e incomprensibile l’uscita di scena del sindaco di Bologna, Flavio Del Bono, per un’indagine da quattro spiccioli.
Mentre l’Italia è scossa da scandali giudiziari che, secondo un uomo prudente come Paolo Mieli, “possono far saltare il sistema come nel ‘92”, il centrosinistra si mozza la lingua da sè, privandosi di un argomento di sicura presa elettorale come le “liste pulite”.
Anzi lo regala alla maggioranza berlusconiana, con un ribaltamento paradossale e autolesionistico che nemmeno Tafazzi avrebbe saputo escogitare.
Ma non basta ancora: il Pd non dice una parola sulla ricandidatura in Lombardia di Roberto Formigoni, eletto per ben tre volte fin dal 1995, in barba alla legge 165 del 2004 che vieta tre mandati di fila ai presidenti di regione. Formigoni è ineleggibile, ma da sinistra non s’ode uno squillo perché è ineleggibile anche Vasco Errani, che governa l’Emilia Romagna dal 2000 e si candida per il terzo mandato.
Finora molti elettori disgustati si turavano il naso e votavano il centrosinistra perché era meno peggio di Berlusconi. Ora, dopo 15 anni di inseguimento, sta per eguagliare il peggio. Non è meraviglioso?
(Vignetta di gavavenezia)
giovedì 18 febbraio 2010
PETIZIONE A GARANZIA DELLA SALUTE PUBBLICA LENOLA C'E'

Ieri sera , il Sindaco di Lenola, ha incontrato il Gruppo Promotore della petizione a garanzia della salute pubblica, conseguente alla messa in funzione dell’impianto di smaltimento liquame in località Campodimele ai confini dei comuni di Lenola e di Pico.
Alla riunione oltre il Sindaco e i rappresentanti del Gruppo Promotore hanno partecipato, l’Assessore all’Ambiente, l’Assessore agli Usi Civici e all’Urbanistica, il Delegato del neo costituito Comitato del Comune di Pico.
Il Sindaco dopo aver preso atto della presunta incompatibilità di attività tese ad essiccare e smaltire liquami agroalimentari in prossimità di abitazioni civili ci ha informato che in data 2 Febbraio si era già attivato presso il comune di Campodimele e presso il Consorzio Gestore dell’Impianto per le dovute delucidazioni a riguardo.
Ritenendo insufficienti le dichiarazioni ricevute dal Consorzio Conduttore e alla luce delle nostre dichiarazioni ha ritenuto:
nel contingente di intervenire presso la ASL, con procedimento urgente, per richiedere le dovute verifiche
di convocare tutte le parti (consorzio, parco, rappresentanti dei comuni limitrofi, promotori della petizione) in tempi relativamente brevi, per meglio approfondire l’impatto ambientale, la questione sanitaria, le autorizzazioni e per porre in essere tutti quegli interventi atti a tutelare la salute pubblica, riservandosi, nel caso in cui dovesse essere necessario, ulteriori interventi presso la Provincia e presso la Regione.
Parallelamente, in collaborazione con il consigliere Avv. Carlo Pietrosanto, abbiamo ricondotto questa questione alla Regione Lazio, incontro avvenuto il 15 c.m al quale hanno partecipato i promotori della petizione e il delegato del comitato di Pico.
Inoltre, ci siamo attivati, per porre in essere iniziative similari nei comuni di Pastena, Pico, Campodimele contiamo nei prossimi giorni di presentare petizioni similari ai Sindaci dei comuni citati.
Italia dei Valori Lenola non può esimersi dall’accogliere con soddisfazione questa partecipazione collettiva , registriamo che di fronte i problemi reali Lenola c’è aldilà degli schieramenti aldilà delle appartenenze.
martedì 16 febbraio 2010
Non è vero che sono tutti uguali......basta saper scegliere

Sarà Filippo Callipo il Candidato IdV alla presidenza della Regione Calabria “imprenditore del tonno” ex Presidente della Confindustria Calabrese incarico che lasciò con queste parole:
"Basta, me ne vado per sempre. Non ce la faccio più, se continuo a denunciare quello che gli altri non vogliono neppure segnalare finirà che mi prenderanno per pazzo e mi chiuderanno in una clinica per malattie mentali"
Nell’occasione il Presidente della Repubblica Carlo Azelio Ciampi, attraverso l’ufficio stampa del Quirinale , manifestò solidarietà all’imprenditore Calabrese.
La sua candidatura è stata accolta con lettere anonime contenenti minacce minatorie lettere che in Calabria rappresentano vere e proprie sentenze.
Così hanno commentato l’accaduto i giovani IdV Calabria:
Noi dei giovani di Italia dei Valori saremo sal fianco di Callipo perché rappresenta l’unica vera alternativa per il nostro futuro, e siamo sicuri che eventi come questi non fanno altro che confermare, ancora una volta, la bontà del nostro progetto politico e ci spronano ancor più a proseguire verso la strada intrapresa. Speriamo che la magistratura faccia luce su questo grave episodio e che il clima politico calabrese si rassereni. Minacciare il Cav Callipo, la sua famiglia e le sue aziende, è il sintomo più evidente che il rinnovamento politico, morale e culturale portato avanti da Filippo Callipo fa paura al “sistema di potere” alle lobby più o meno palesabili che non vogliono cedere e vogliono, invece, continuare a prosperare alle spalle e sulle spalle dei calabresi. Noi siamo pronti a fare scudo intorno a Callipo e al nostro progetto di rinnovamento, perché noi vogliamo restare in Calabria, lottiamo e crediamo in una Calabria libera, esempio di virtù e fiducia nei propri mezzi e non terra di sordite macchinazioni.
IdV Giovani Calabria
Dice Luigi De Magistris: Filippo Callipo è l’unica persona che ingloba questione culturale, questione morale, questione criminale la politica e l’economia, dobbiamo costruire un programma e una squadra capaci di ricostruire la Calabria sui temi della legalità, della trasparenza, della tutela delle risorse, dello sviluppo economico, del lavoro. L’obiettivo di far diventare Callipo presidente della Giunta regionale potrà realizzarsi solo grazie a una mobilitazione senza precedenti dei calabresi onesti che avranno l’opportunità di contribuire al rinnovamento della classe politica ed essere i veri protagonisti di una svolta storica.
Angela Napoli, “mosca bianca” del PdL, legata a Callipoli da stima reciproca, che già in passato si era espressa a favore dello scioglimento del Consiglio Comunale di Fondi evidenziando le contraddizioni che caratterizzano l’attuale governo in tema di mafia, ritiene questa candidatura una piacevole sorpresa “ leggerò e valuterò con attenzione il suo programma”
Emiliano Morrone, scrittore giornalista, leader dei giovani IdV, sarà candidato consigliere nella lista Callipo.
Da parte nostra: nella speranza che i calabresi sappiano cogliere questa opportunità un sincero un’in bocca al lupo a Filippo.
lunedì 15 febbraio 2010
Germania: pesante carro allegorico su Berlusconi

DUSSELDORF (GERMANIA) - Non sono solo Rio de Janeiro e Viareggio che ospitano sfilate di carri a Carnevale. Ma mentre il sindaco (rigorosamente del Pdl) di Viareggio ha imposto una pesante censura proibendo di fare carri che riguardassero il Presidente del Consiglio, all'estero non si fanno gli stessi problemi. Per esempio a Dusseldorf, in Germania, hanno fatto il carro allegorico che riguarda Berlusconi. E, come potete vedere dalla foto, è una rappresentazione molto volgare dei rapporti tra la mafia e il nostro Presidente del Consiglio SIlvio Berlusconi.
Alla luce delle tante dichiarazioni fatte dai vari Spatuzza, Massimo Ciancimino, e da altre decine di pentiti; alla luce delle tante leggi fatte - direttamente o indirettamente - a favore della malavita da questo governo; questa è l'impressione che evidentemente diamo all'estero, o almeno alla Germania. E non è qualcosa di cui andare fieri, questo è sicuro.
di: Antonio Rispoli 15/02/2010
domenica 14 febbraio 2010
EMERGENZA LEGALITA'
Con riferimento all’ultimo Post pubblicato oggi sul Blog della Minoranza Consigliare firmato dagli “eredi di Berlinguer” non possiamo esimerci dal l’invitare i frequentatori di lenolaidv a visionare questo video.(basta cliccare sul triangolino in basso a sinistra)
e se il monito di Sandro Pertini dovesse ancora avere significato, dopo aver trasmesso le notizie, quali dovrebbero essere le azioni consequenziali di coloro che siedono nell’Aula Consiliare per rappresentare i diritti dei cittadini?
Perché vedete cari lettori i casi Bertolaso non sono nati perché un magistrato stravagante, magari con i calzini color turchese, una mattina si è svegliato e siccome non aveva nulla da fare ha deciso d’indagare su un parente stretto di un’alta carica religiosa, che tra l’altro, era in procinto di essere nominato Vice Ministro e neppure perché, quei sciacalli che si dividevano gli appalti post terremoto, nel festeggiare, brindare ed “altro” hanno fatto tanto rumore al punto di aver disturbato la quiete pubblica in maniera maggiore di quanto era stato capace di fare, poco prima, il terremoto.
Allora i nostri cari amici invece di continuare ad “ululare alla luna” (io, tempo fa, fui tacciato di guardare il dito) dovrebbero, a mio modestissimo avviso, indire una riunione in Biblioteca non per invitare le imprese locali a reagire, ma per raccogliere le firme per presentare un esposto alla Procura della Repubblica in modo che Questa possa aprire un indagine e verificare se le urgenze citate sono reali o meno.
Per i meno pratici: l’esposto, diversamente dalla denuncia, non implica responsabilità dirette dei promotori e tantomeno dei cittadini che dovessero firmarlo ma è una semplice segnalazione di fatti dubbiosi riguardo i quali la procura ha l’obbligo di indagare, allora………….dov’è il problema?
Volendo essere maliziosi e noi di IdV diciamocelo……… un pochino lo siamo……….. o volendo dar credito ad una delle “massime” di quel Senatore a Vita tanto caro alla Maggioranza Consigliare (pensar male è peccato ma spesso ci si azzecca) si potrebbe ipotizzare che tutto questo polverone potrebbe essere stato alzato per far in modo che venga aggiudicato un sub appalto, di queste commesse, classificate urgenti, ad una ditta amica, oppure, peggio ancora, che un intervento a largo spettro degli ispettori negli archivi comunali potrebbe sollevare troppi coperchi.
Questo potrebbero pensare i “MALIZIOSI VERI “ noi no noi non lo pensiamo, siamo ancora degli apprendisti ma stiamo imparando. write26
e se il monito di Sandro Pertini dovesse ancora avere significato, dopo aver trasmesso le notizie, quali dovrebbero essere le azioni consequenziali di coloro che siedono nell’Aula Consiliare per rappresentare i diritti dei cittadini?
Perché vedete cari lettori i casi Bertolaso non sono nati perché un magistrato stravagante, magari con i calzini color turchese, una mattina si è svegliato e siccome non aveva nulla da fare ha deciso d’indagare su un parente stretto di un’alta carica religiosa, che tra l’altro, era in procinto di essere nominato Vice Ministro e neppure perché, quei sciacalli che si dividevano gli appalti post terremoto, nel festeggiare, brindare ed “altro” hanno fatto tanto rumore al punto di aver disturbato la quiete pubblica in maniera maggiore di quanto era stato capace di fare, poco prima, il terremoto.
Allora i nostri cari amici invece di continuare ad “ululare alla luna” (io, tempo fa, fui tacciato di guardare il dito) dovrebbero, a mio modestissimo avviso, indire una riunione in Biblioteca non per invitare le imprese locali a reagire, ma per raccogliere le firme per presentare un esposto alla Procura della Repubblica in modo che Questa possa aprire un indagine e verificare se le urgenze citate sono reali o meno.
Per i meno pratici: l’esposto, diversamente dalla denuncia, non implica responsabilità dirette dei promotori e tantomeno dei cittadini che dovessero firmarlo ma è una semplice segnalazione di fatti dubbiosi riguardo i quali la procura ha l’obbligo di indagare, allora………….dov’è il problema?
Volendo essere maliziosi e noi di IdV diciamocelo……… un pochino lo siamo……….. o volendo dar credito ad una delle “massime” di quel Senatore a Vita tanto caro alla Maggioranza Consigliare (pensar male è peccato ma spesso ci si azzecca) si potrebbe ipotizzare che tutto questo polverone potrebbe essere stato alzato per far in modo che venga aggiudicato un sub appalto, di queste commesse, classificate urgenti, ad una ditta amica, oppure, peggio ancora, che un intervento a largo spettro degli ispettori negli archivi comunali potrebbe sollevare troppi coperchi.
Questo potrebbero pensare i “MALIZIOSI VERI “ noi no noi non lo pensiamo, siamo ancora degli apprendisti ma stiamo imparando. write26
sabato 13 febbraio 2010
PIANO DI PROMOZIONE TURISTICA 2010, PROVINCIA DI LATINA E COMUNI AL LAVORO
By: admin • 12 febbraio 2010
Si è tenuta ieri mattina la riunione tra la Provincia di Latina i sindaci e i rappresentanti dei Comuni pontini tesa ad individuare e condividere le linee direttrici e le principali azioni strategiche da mettere in campo per caratterizzare e dare vita al nuovo Piano provinciale di Promozione turistica per il 2010.
L’incontro è stato convocato dall’Assessore allo Sviluppo Economico, Silvio D’Arco per dare attuazione ad un preciso adempimento sancito dalla legge regionale n.13/2007 che attribuisce nuove deleghe e importanti funzioni amministrative alle province del Lazio in materia di turismo.
Infatti, l’art. 4 della nuova normativa regionale attribuisce alla Provincia di Latina, tra le altre funzioni, anche “la valorizzazione turistica del proprio ambito territoriale, nonché la promozione di manifestazioni e iniziative atte a stimolare flussi turistici”.
Negli anni passati era l’Azienda di Promozione Turistica ad occuparsi di questo adempimento di legge, ora il compito spetta alla Provincia.
Da qui l’obiettivo di declinare la normativa con un approccio nuovo: il coinvolgimento proficuo degli Enti locali per “fare sistema”.
Le linee guida proposte dall’Assessore D’Arco per avviare la concertazione provinciale sono orientate verso tre direttrici:
1. la stesura di un programma degli eventi turistici di ciascun Comune (oltre le feste patronali), da giugno a settembre, che eviti sovrapposizioni e doppioni;
2. l’individuazione dei mercati esteri da “aggredire” concentrando 3/4 iniziative di forte richiamo per l’Italia, in grado di promuovere nuovi flussi turistici.
Diversi gli interventi dei sindaci e dei rappresentanti dei Comuni di cui la Provincia di Latina terrà conto per avviare il Piano di promozione Turistica”.
L’Assessore Ernesto Bilotta di Pontinia ha puntato alla valorizzazione del sistema ambientale e naturalistico e su una politica dei prezzi che sia più accessibile: “Oltre al litorale ci sono delle aree sconosciute, l’Oasi dei Gricilli ad esempio la conoscono in pochi. Tra qualche giorno inaugureremo il Museo della Malaria dal quale per allargare la nostra offerta”.
Floriana Giancotti a nome dell’Assessore al Turismo Giuseppe Pepe di Ventotene ha sottolineato la necessità di estendere il turismo stagionale: “Non solo mare, non solo luglio e agosto e non solo colline. Ad esempio si potrebbe puntare sul turismo culturale, il museo della Migrazione di Ventotene potrebbe essere messo a circuito. Ma soprattutto gli alberghi dovrebbero essere sottoposti ad una certificazione di qualità, in inverno molti restano chiusi”.
Mentre il Sindaco di Priverno Umberto Macci sottolineava: “Sono per la ‘politica dei cerchi concentrici’ e a mio avviso ogni territorio si deve caratterizzare per la propria offerta di qualità. Dividere il territorio provinciale in macroaree (isole, Lepini) che sappiano proporsi per le proprie tipicità con maggiore forza, ogni sagra non deve rimanere ‘paesana’ ma deve fungere da calamita per i turisti, non solo quelli vicini; bisogna scegliere dei segmenti di mercato estero e puntare su quelli. È importante, infine, saper orientare il turista, più cartelli stradali ci sono meglio saprà raggiungere la meta”.
Antonio Lepone per il Comune di Minturno ha lanciato quattro proposte: Un albergo ‘diffuso’, ‘consorziato’ tra i privati su lungomare di Scauri; evitare doppioni iniziative di richiamo turistico soprattutto a livello comprensoriale (ad esempio è inutile proporre uno spettacolo a pagamento a Minturno e il giorno dopo trovarlo gratuitamente a Gaeta, diverso sarebbe il paragone tra Castelforte e Aprilia); valorizzare la zona archeologica tra Minturnae e Pirae (antica Scauri) che tra Ostia e Capua è la più importante; il futuro degli uffici IAT per l’informazione e la comunicazione turistica.
L’Assessore al Turismo di Formia Vittorio Pecorillo: “Sono tanti i motivi che portato il turismo indietro nel tempo, una politica dei prezzi sbagliata, la viabilità, ma soprattutto maggiore apertura e disponibilità verso i turisti, a Ischia aprono alle otto e chiudono a mezzanotte e la solarità è travolgente, da noi si chiude presto e non sorride nessuno”.
L’Assessore al Turismo di Gaeta, David Vecchierello ha suggerito di impostare bene la strategia di partenza: “La Provincia di Latina non è un monolite. Ha un’estrema diversità da valorizzare. Se vendiamo un prodotto unico, la ricchezza può diventare un limite. Sì alla cabina di regia della Provincia ma ogni Comune deve responsabilizzarsi proponendo il proprio prodotto laddove manca sul mercato”.
In conclusione l’intervento di Enzo Eramo, capogruppo PD sia della Provincia che al comune di Sezze. “La crisi pone la necessità di riformulare una proposta complessiva, da un lato bisogna prima creare il prodotto e poi saperlo vendere, dall’altro creare la sinergia istituzionale per fare sistema. Ogni Comune deve saper investire sul turismo ma quello di ieri è il primo passo verso una politica di sistema per valorizzare davvero l’offerta turistica” .
venerdì 12 febbraio 2010
AUSPICHIAMO, FIDUCIOSI, CHE IL NOSTRO SINDACO SAPPIA ’ ESSERE ALL’ALTEZZA DEI SUOI STIMATI COLLEGHI
UN SECCO NO AL MEGASANSIFICIO DEL COMUNE DI VEGLIE
UN GRANDE FRONTE COMUNE, SENZA DISTINZIONI DI PARTITI, PER VALORIZZARE I BENI DEL TERRITORIO, FAVORIRE UN MODELLO DI SVILUPPO ECONOMICO BASATO SULLE LORO RISORSE E DIFENDERE IL DIRITTO DEI SALENTINI DI VIVERE IN UN AMBIENTE SANO,SENZA FUMI SENZA
RUMORE,SENZA PUZZA E SENZA LA PAURA DI CONTRARRE MALATTIE DOVUTE ALL’INQUINAMENTO.
STIAMO PARLANDO DI UN IMPIANTO 10 VOLTE PIU’ GRANDE DI QUELLO ATTIVATO ALLA STERZA PIANA MA IL FATTO CHE IL “NOSTRO” SIA PIÙ’ PICCOLO NON SIGNIFICA CHE NON SIA INQUINANTE, SIGNIFICA CHE INVECE DI AMMAZZARE 100 PERSONE NE AMMAZZA SOLO 10.
LEGGIAMO, A RIGUARDO, LE DICHIARAZIONI DEI SINDACI DEI COMUNI LIMITROFI:
SALICE - Donato De Mitri, Sindaco.
L’Amministrazione comunale di Salice Salentino ribadisce fermamente la propria contrarietà alla realizzazione del Sansificio della Oil Salento
nell’agro di Veglie. Le ragioni di questo orientamento sono innumerevoli e tutte importanti. Da un punto di vista tecnico il procedimento adottato
dal Comune di Veglie è contrario ad ogni più elementare regola giuridica e di questi aspetti se ne sta occupando la giustizia amministrativa.
Inoltre, le Amministrazioni comunali vicine, anche esse portatrici di interessi collettivi, non sono state coinvolte nel procedimento e per questo non
sono state messe nelle condizioni di far valere le ragioni del proprio dissenso. E poi vi è l’aspetto ambientale e paesaggistico: le potenzialità
inquinanti dei fumi e delle polveri emesse da questo tipo di impianti sono state ampiamente evidenziate dagli studiosi e dai tecnici più accorti del
settore; il contesto paesaggistico della zona, con la realizzazione di queste ciminiere, viene stravolto. Né si può dire che il sansificio non incida
negativamente sulla promozione del territorio della Terra d’Arneo, ormai a vocazione agricola e turistica insieme: la produzione del negroamaro
e le numerose aziende agrituristiche verrebbero gravemente danneggiate con conseguenze pesantissime sull’occupazione e sull’economia della
zona.
SANDONACI (BR) - Domenico Serio, Sindaco.
Psr (Piano di Sviluppo Rurale), Parco del negroamaro, Strade dell’olio e del vino, Programma Leader, Gruppi di Azione Locale, Pit (piani integrati
territoriali): da anni, l’Europa, il Governo Nazionale, la Regione Puglia, ci dicono che la promozione dei prodotti tipici agricoli locali coincide con
la promozione del territorio e del paesaggio rurale.
Da anni, queste istituzioni, per il raggiungimento di questi obiettivi, hanno messo a disposizione ingenti quantità di denaro pubblico.
Come possono la Regione Puglia (Asl Le, Arpa Le) e la Provincia di Lecce, consentire la realizzazione, nel cuore del Parco del Negroamaro e della Doc “Salice Salentino”, di un importante impianto industriale senza attivare tutte le procedure previste dalla legge (conferenza di servizio per la variante urbanistica – valutazione di impatto ambientale) ????.
E’ ora che la sana politica e la coscienza profonda delle genti del salento si ribellino, democraticamente, a quei pezzi di cattiva politica che tanto male fanno al nostro meridione.
SAN PANCRAZIO SALENTINO (BR) - Domenico Francone, Sindaco.
Il territorio di San Pancrazio Salentino è fortemente interessato e compromesso dalla realizzazione del progetto del megasansificio de LA CASA,
essendo distante 3-4 Km in linea d’aria ed essendo maggiormente esposto alla emissione degli agenti nocivi per la direzione dei venti prevalenti
anche dopo la eliminazione, per il momento, dal progetto dell’estrazione dell’olio di sansa con esano. Il Comune di Veglie non ha considerato con
la necessaria avvedutezza e l’opportuno approfondimento, gli effetti che comporterà la realizzazione del progetto in questione, sulla salute dei
cittadini anche dei Comuni limitrofi, sulle risorse ambientali, culturali ed economiche.
Il Consiglio Comunale, all’unanimità, la Giunta e il Sindaco, perché i confini amministrativi di un Comune non costituiscono un baluardo fisico
invalicabile per le conseguenze che sul piano economico-ambientale comporta l’insediamento de LA CASA, sono impegnati a promuovere e a
partecipare a tutte le iniziative di mobilitazione popolare tese a disincentivare la messa in funzione del sansificio in questione.
GUAGNANO - Fernando Leone, Sindaco.
Il Comune di Guagnano è impegnato a portare a compimento un progetto di sviluppo economico che prende il nome di “Guagnano Centro”.
Lo scopo è quello di concorrere ad attuare un'inversione di tendenza nel processo di impoverimento economico e anagrafico del nostro Comune:
un ambiente urbanisticamente e architettonicamente suggestivo nel Centro Storico, una cordata di attività ed eventi promozionali, con l'unico
scopo di stimolare la visita continua di chi potrà essere interessato ai prodotti vitivinicoli ed artigianali in genere del nostro paese.
Il tutto ruota intorno all'esaltazione del nome e delle qualità del vitigno principale della nostra viticultura: “il Negroamaro”; pertanto all'interno
del Progetto, il Feudo di Guagnano viene proposto come “Terre del Negroamaro”, pubblicizzato con un marchio già costituito e promosso con
l'istituzione di un Premio annuale “Premio Terre del Negroamaro”.
Tale progetto prevede anche il coinvolgimento dei Comuni limitrofi per esaltare l'offerta agrituristica dell'intero territorio del Nord Salento, con la
costituzione anche di una Unione dei Comuni che hanno le medesime caratteristiche, problematiche ed esigenze, nonché la medesima storia e
tradizioni.
Tutto ciò detto, risulta assolutamente evidente che la nascita in questo contesto di una struttura industriale, come quella della proposta dalla Oil
Salento che ha in sé notevoli pericoli di inquinamento ambientale, distrugge alla radice qualsiasi speranza di crescita economica basata sulle
potenzialità agrituristiche dell'intero territorio interessato.
Per questi fondati motivi il Comune di Guagnano non può accettare una tale iniziativa industriale.
PORTO CESAREO “Il Sindaco di Porto Cesareo, Vito Foscarini, condivide la considerazione in base alla quale con semplice DIA (Dichiarazione di Inizio di Attività)
non si può dare corso alla realizzazione di un mostro come la struttura di cui si parla” (dal verbale della Conferenza dei Sindaci del comprensorio Nord Salento
del 2 settembre 2008). “La valutazione del progetto de LA CASA non riveste carattere meramente tecnico e perciò la Giunta di Porto Cesareo invita
il sindaco e l’amministrazione di Veglie ad un concreto e fattivo coinvolgimento dei Comuni limitrofi, che sono direttamente interessati
dall’impatto ambientale che la realizzazione del progetto comporta” (Del. di Giunta n. 141/08).
UN GRANDE FRONTE COMUNE, SENZA DISTINZIONI DI PARTITI, PER VALORIZZARE I BENI DEL TERRITORIO, FAVORIRE UN MODELLO DI SVILUPPO ECONOMICO BASATO SULLE LORO RISORSE E DIFENDERE IL DIRITTO DEI SALENTINI DI VIVERE IN UN AMBIENTE SANO,SENZA FUMI SENZA
RUMORE,SENZA PUZZA E SENZA LA PAURA DI CONTRARRE MALATTIE DOVUTE ALL’INQUINAMENTO.
STIAMO PARLANDO DI UN IMPIANTO 10 VOLTE PIU’ GRANDE DI QUELLO ATTIVATO ALLA STERZA PIANA MA IL FATTO CHE IL “NOSTRO” SIA PIÙ’ PICCOLO NON SIGNIFICA CHE NON SIA INQUINANTE, SIGNIFICA CHE INVECE DI AMMAZZARE 100 PERSONE NE AMMAZZA SOLO 10.
LEGGIAMO, A RIGUARDO, LE DICHIARAZIONI DEI SINDACI DEI COMUNI LIMITROFI:
SALICE - Donato De Mitri, Sindaco.
L’Amministrazione comunale di Salice Salentino ribadisce fermamente la propria contrarietà alla realizzazione del Sansificio della Oil Salento
nell’agro di Veglie. Le ragioni di questo orientamento sono innumerevoli e tutte importanti. Da un punto di vista tecnico il procedimento adottato
dal Comune di Veglie è contrario ad ogni più elementare regola giuridica e di questi aspetti se ne sta occupando la giustizia amministrativa.
Inoltre, le Amministrazioni comunali vicine, anche esse portatrici di interessi collettivi, non sono state coinvolte nel procedimento e per questo non
sono state messe nelle condizioni di far valere le ragioni del proprio dissenso. E poi vi è l’aspetto ambientale e paesaggistico: le potenzialità
inquinanti dei fumi e delle polveri emesse da questo tipo di impianti sono state ampiamente evidenziate dagli studiosi e dai tecnici più accorti del
settore; il contesto paesaggistico della zona, con la realizzazione di queste ciminiere, viene stravolto. Né si può dire che il sansificio non incida
negativamente sulla promozione del territorio della Terra d’Arneo, ormai a vocazione agricola e turistica insieme: la produzione del negroamaro
e le numerose aziende agrituristiche verrebbero gravemente danneggiate con conseguenze pesantissime sull’occupazione e sull’economia della
zona.
SANDONACI (BR) - Domenico Serio, Sindaco.
Psr (Piano di Sviluppo Rurale), Parco del negroamaro, Strade dell’olio e del vino, Programma Leader, Gruppi di Azione Locale, Pit (piani integrati
territoriali): da anni, l’Europa, il Governo Nazionale, la Regione Puglia, ci dicono che la promozione dei prodotti tipici agricoli locali coincide con
la promozione del territorio e del paesaggio rurale.
Da anni, queste istituzioni, per il raggiungimento di questi obiettivi, hanno messo a disposizione ingenti quantità di denaro pubblico.
Come possono la Regione Puglia (Asl Le, Arpa Le) e la Provincia di Lecce, consentire la realizzazione, nel cuore del Parco del Negroamaro e della Doc “Salice Salentino”, di un importante impianto industriale senza attivare tutte le procedure previste dalla legge (conferenza di servizio per la variante urbanistica – valutazione di impatto ambientale) ????.
E’ ora che la sana politica e la coscienza profonda delle genti del salento si ribellino, democraticamente, a quei pezzi di cattiva politica che tanto male fanno al nostro meridione.
SAN PANCRAZIO SALENTINO (BR) - Domenico Francone, Sindaco.
Il territorio di San Pancrazio Salentino è fortemente interessato e compromesso dalla realizzazione del progetto del megasansificio de LA CASA,
essendo distante 3-4 Km in linea d’aria ed essendo maggiormente esposto alla emissione degli agenti nocivi per la direzione dei venti prevalenti
anche dopo la eliminazione, per il momento, dal progetto dell’estrazione dell’olio di sansa con esano. Il Comune di Veglie non ha considerato con
la necessaria avvedutezza e l’opportuno approfondimento, gli effetti che comporterà la realizzazione del progetto in questione, sulla salute dei
cittadini anche dei Comuni limitrofi, sulle risorse ambientali, culturali ed economiche.
Il Consiglio Comunale, all’unanimità, la Giunta e il Sindaco, perché i confini amministrativi di un Comune non costituiscono un baluardo fisico
invalicabile per le conseguenze che sul piano economico-ambientale comporta l’insediamento de LA CASA, sono impegnati a promuovere e a
partecipare a tutte le iniziative di mobilitazione popolare tese a disincentivare la messa in funzione del sansificio in questione.
GUAGNANO - Fernando Leone, Sindaco.
Il Comune di Guagnano è impegnato a portare a compimento un progetto di sviluppo economico che prende il nome di “Guagnano Centro”.
Lo scopo è quello di concorrere ad attuare un'inversione di tendenza nel processo di impoverimento economico e anagrafico del nostro Comune:
un ambiente urbanisticamente e architettonicamente suggestivo nel Centro Storico, una cordata di attività ed eventi promozionali, con l'unico
scopo di stimolare la visita continua di chi potrà essere interessato ai prodotti vitivinicoli ed artigianali in genere del nostro paese.
Il tutto ruota intorno all'esaltazione del nome e delle qualità del vitigno principale della nostra viticultura: “il Negroamaro”; pertanto all'interno
del Progetto, il Feudo di Guagnano viene proposto come “Terre del Negroamaro”, pubblicizzato con un marchio già costituito e promosso con
l'istituzione di un Premio annuale “Premio Terre del Negroamaro”.
Tale progetto prevede anche il coinvolgimento dei Comuni limitrofi per esaltare l'offerta agrituristica dell'intero territorio del Nord Salento, con la
costituzione anche di una Unione dei Comuni che hanno le medesime caratteristiche, problematiche ed esigenze, nonché la medesima storia e
tradizioni.
Tutto ciò detto, risulta assolutamente evidente che la nascita in questo contesto di una struttura industriale, come quella della proposta dalla Oil
Salento che ha in sé notevoli pericoli di inquinamento ambientale, distrugge alla radice qualsiasi speranza di crescita economica basata sulle
potenzialità agrituristiche dell'intero territorio interessato.
Per questi fondati motivi il Comune di Guagnano non può accettare una tale iniziativa industriale.
PORTO CESAREO “Il Sindaco di Porto Cesareo, Vito Foscarini, condivide la considerazione in base alla quale con semplice DIA (Dichiarazione di Inizio di Attività)
non si può dare corso alla realizzazione di un mostro come la struttura di cui si parla” (dal verbale della Conferenza dei Sindaci del comprensorio Nord Salento
del 2 settembre 2008). “La valutazione del progetto de LA CASA non riveste carattere meramente tecnico e perciò la Giunta di Porto Cesareo invita
il sindaco e l’amministrazione di Veglie ad un concreto e fattivo coinvolgimento dei Comuni limitrofi, che sono direttamente interessati
dall’impatto ambientale che la realizzazione del progetto comporta” (Del. di Giunta n. 141/08).
Vent'anni di Berlusconi ci hanno reso barbari?

Il quotidiano francese "Libération" disegna un ritratto amaro dell'Italia ai tempi del Cav.
ECCO LA TRADUZIONE DELL'ARTICOLO
L'Italia di Berlusconi, un paese che si imbarbarisce
L'Italia è un paese normale? L'anomalia rappresentata da Berlusconi - il fatto che concentri in sé il potere politico e mediatico, che utilizzi il Parlamento come un'azienda destinata a fabbricare leggi che lo salvino dai tribunali, che vomiti insulti sulla magistratura, che critichi continuamente la Costituzione, che riduca la politica a un cumulo di barzellette e dichiarazioni istrioniche, che porti con sé il peso dei suoi scandali sessuali - tutto questo spingerebbe a rispondere di no. Ma c'è di più.
Ciò che colpisce, ad esempio, è il fatto che dopo essere stata considerata il laboratorio-avanguardia dell'idea di Europa, l'Italia è oggi regredita a uno status 'provinciale'. La sua stessa classe politica è provinciale, viaggia poco, soltanto di rado parla inglese. Il ruolo centrale ancora attribuito alla televisione immobilizza il paese negli anni Ottanta. Si va in televisione agghidati, tutto è intrattenimento, pubblicità, talk show urlato, sederi e pizzi, le trasmissioni di inchiesta sono rarissime e di conseguenza quelle a cui potrebbero partecipare filosofi, storici, sociologi, psicanalisti o uomini di scienza praticamente non esistono. Una sera su due Rai Uno manda in onda Porta a Porta, un talk show condotto da un giornalista dolciastro, una sorta di messa a cui partecipano sempre gli stessi leader politici, e che non è lontana dal rimpiazzare Camera e Senato. Molto di rado nelle trasmissioni politiche, sportive o di varietà compare una persona di colore. Nuova provincia, l'Italia perde punti praticamente in ogni settore, dalla scuola alla sanità, all'ecologia, ai diritti, alla cultura (budget massacrato) e anche alla tecnologia. Di recente, dopo Bob Geldof che rimproverava il governo di pareggiare il bilancio alle spalle dei poveri, è stato Bill Gates in persona ad accusare Berlusconi ("I ricchi spendono molti più soldi per risolvere i loro problemi personali, come la calvizie, di quanto non facciano per combattere la malaria") di aver ridotto della metà i fondi pubblici per lo sviluppo promessi davanti alle telecamere, facendo dell'Italia "il più avaro paese europeo".
La stessa regressione a livello informatico. Si sa che a causa del decreto Pisano la connessione wireless a Internet in un luogo pubblico, un areoporto o un cybercafé per esempio, è sottomessa alla presentazione di una carta di identità? Che i crediti per lo sviluppo dell'addebito immedito sono congelati dal 2008, che da parte della maggioranza si levano voci che domandano il controllo di social network come Facebook? Che sono state firmate ovunque petizioni per "emancipare Internet" dalle norme legislative che penalizzano il futuro del paese il quale, per l'accesso alla Rete, è già "indietro e sottosviluppato rispetto al resto d'Europa"? Berlusconi è un uomo di televisione vecchio stile, per il quale Internet è un mezzo pericoloso in quanto "liquido", ovvero incontrollabile e fuori dal suo impero.
Ma è a livello sociale che la regressione è più netta. Berlusconi catalizza talmente l'attenzione che all'estero non si percepisce come il fatto più importante sia piuttosto una "leghizzazione" della società, che porta con sé una degradazione morale e civica, una "barbarizzazione" dell'Italia. La Lega Nord di Umberto Bossi - il cui organo di stampa, La Padania, ha scritto "Quando ci liberete dai negri, dalle puttane, dai ladri extracomunitari, dai violentatori color nocciola e dagli zingari che infestano le nostre case, le nostre spiagge, le nostre vite, i nostri spiriti? Buttateli fuori, questi maledetti" - la Lega Nord alleata decisiva del partito di Berlsconi ha fatto eleggere i suoi uomini, molti dei quali sono ministri, in un considerevole numero di amministrazioni locali, diffondendo i suoi valori e il suo linguaggio. Ha sdoganato e reso normale il discorso xenofobo.
Ci vorrebbe la Biblioteca Vaticana per riunire ed enumerare i discorsi che incitano all'odio razziale, all'omofobia, all'anti-meridionalismo pronunciati dai suoi leader. Che si guardino su Youtube i discorsi del signor Mario Borghezio, che ci ascolti qualche estratto dei discorsi di Radio Padania: in nessun paese sarebbe tollerato un tale strabordamento di odio, stupidità, xenofobia!
Si difendono i valori cristiani, la famiglia, il lavoro, si vuole la croce sulla bandiera italiana e il crocifisso nelle scuole ma il ministro dell'Istruzione vuole imporre una quota di stranieri nelle classi, il ministro dell'Interno ha voluto istituire ronde di sorveglianza (un fiasco colossale, fortunatamente, nessuno si è presentato per farne parte) e ha reso reato penale il fatto di essere uno straniero senza permesso di soggiorno. Una piccola star della politica, a capo di un'impresa e politicamente schierata a destra della destra, di cui si prevedeva che sarebbe diventata sotto segretario al Welfare perché nelle grazie di Berlusconi (a proposito del quale aveva detto: "E' ossessionato da me, ma non avrà il mio..." o anche "Le donne gli piacciono solo in posizione orizzontale") si è finemente distinta per aver dichiarato che "Maometto era un pedofilo". Un fanatico (eletto) ci teneva a che i treni frequentati dalle ragazze nigeriane fossero disinfettati, un altro (anche lui eletto) voleva "eliminare tutti bambini rom che derubano gli anziani" e, interrotto dagli applausi del "popolo padano" ha invitato i musulmani a "pisciare dentro le loro moschee".
Altri ancora hanno dato fuoco alle baracche degli immigrati, proposto vagoni ferroviari e linee del bus separate per italiani e stranieri. Discriminazioni di ogni genere, aggressioni, spedizioni punitive, crimini a volte, bandiere e grida razziste nei raduni della Lega, vere e proprie cacce all'uomo nero con bastoni e fucili che per la stampa internazionale fanno evocare il Ku Klux Klan e che invece al ministro dell'Interno fanno dire: "Abbiamo dato prova di troppa tolleranza verso gli immigrati".
Tutto ciò provoca poche reazioni in Europa. Ed è senza dubbio in questo senso che l'Italia è ancor più provincializzata: la si guarda dal lontano e dall'alto, continuando ad amarla per la sua cucina, l'arte e i paesaggi, non la si prende sul serio né nel bene né nel male. Che si immagini cosa accadrebbe nelle strade di Londra, di Parigi, di Berlino se la Lega Nord fosse un partito, poniamo, austriaco o francese e se Umberto Bossi si chiamasse Jörg Haider.
Robert Maggiori, Libération, 11 febbraio 2009
Leggi l'articolo originale sul sito di liberation
http://www.liberation.fr/monde/0101618349-l-italie-de-berlusconi-un
martedì 9 febbraio 2010
Ai cittadini di Lenola : GRAZIE!!!!!!!!!!

Questa sera si è conclusa la nostra raccolta di firme a favore della Petizione a garanzia della salute pubblica, messa a rischio dal nuovo impianto di essicazione della sansa attivato alla Sterza Piana su un’area appartenente al comune di CAMPODIMELE.
Sono trecentotredici le firme che domani “accompagneranno” la Petizione all’attenzione del Sindaco di Lenola Gianbattista De Filippis, al quale vanno associate le centosessantasette adesioni al gruppo, creato per l’occasione, su facebook , dai ragazzi lenolesi.
A prescindere dal risultato “notevole” ottenuto in pochissimi giorni, la cosa che più ci ha piacevolmente sorpreso, è stata la partecipazione attiva dei singoli cittadini, dei giovani e dei commercianti.
Dalla Sterza Piana a Vallbernardo, i cittadini lenolesi, hanno fatto gruppo intorno alla stessa questione.
Registriamo,con immenso piacere, che i nostri compaesani, quando il problema esiste, quando vengono correttamente informati, si interessano con partecipazione non si sottraggono all’impegno civico.
Cogliamo anche l’occasione per informare i lettori di questo Blog che la stessa iniziativa, su nostro suggerimento, è stata posta in essere nei comuni di Pico e di Pastena, questo ci permetterà, in tempi rapidi, di bypassare la provincia di Latina e di ricondurre la questione alla Regione Lazio.
Domani il gruppo IdV Lenola chiederà anche un incontro congiunto al Sindaco e all’Assessore all’Ambiente, per meglio approfondire gli aspetti tecnici della questione.
Gli sviluppi potrete leggerli su questo blog.
Grazie ancora write26
domenica 7 febbraio 2010
E PENSARCI PRIMA?

7 febbraio 2010
Inutile nascondersi dietro un dito. L’ovazione che ha salutato una vecchia volpe come Enzo De Luca al congresso dell’Idv rappresenta una sconfitta per Antonio Di Pietro e soprattutto per il suo tentativo di portare un minimo di pulizia nella politica italiana. L’impegno strappato a De Luca di dimettersi, se fosse eletto governatore della Campania e poi condannato (in primo grado, sottintende Di Pietro; in Cassazione, cioè fra vent’anni, sottintende De Luca), non è che una foglia di fico. Soltanto le forme, in questa brutta storia, sono state rispettate: Di Pietro ha rimesso al congresso la decisione se appoggiare o meno il candidato impresentabile del Pd e il congresso ha deciso, addirittura per acclamazione, di sì. L’ex pm del resto era stretto nell’angolo dalle circostanze, che non gli lasciavano alternative: o rinunciare a presentare la lista in Campania, o associarsi al Pd cioè a De Luca. Candidati spendibili non ne ha trovati, anche perché ha cominciato a cercarli troppo tardi, quando ha scoperto che la minestra che passava il convento era ancor più indigesta di quanto mente umana potesse immaginare: un candidato due volte rinviato a giudizio per reati gravissimi (concussione, associazione per delinquere, falso e truffa) al posto di un altro, Bassolino, che di rinvii a giudizio ne ha solo uno.
A quel punto non restava che una candidatura di bandiera, quella di De Magistris, che però ha mancato di coraggio, temendo gli attacchi per una “fuga da Bruxelles” pochi mesi dopo l’elezione, e si è reso indisponibile. Ciò che tutti fanno da sempre, fatto da lui, non sarebbe stato perdonato. E altri candidati seri era difficile trovarne all’ultimo momento, anche perché chi corre alla carica di governatore, se perde, non diventa nemmeno consigliere regionale. Fin qui le questioni formali.
Quella sostanziale è che ora Di Pietro è costretto a sostenere un signore che, per le regole da lui stesso imposte anzitutto a se stesso, è incandidabile: nel 1996 l’ex pm, sul quale pendevano soltanto alcune richieste di rinvio a giudizio della Procura di Brescia (poi regolarmente respinte da vari gip), restò in disparte e rinunciò a presentare una sua lista nel momento di massima popolarità.
Come e perché si è arrivati a questo punto? Anzitutto a causa della spregiudicatezza del Pd che, violando il proprio statuto, ha fatto in modo di evitare le primarie per scegliere l’aspirante governatore e, violando il proprio codice etico, ha mandato avanti un pluri-imputato.
Ma anche a causa dell’improvvisazione un po’ rinunciataria con cui Di Pietro ha affrontato le regionali, dichiarando preventivamente che avrebbe appoggiato qualunque candidato targato Pd, purchè glielo comunicassero entro la data delle elezioni. Forse non prevedeva che Bersani & C. avrebbero osato tanto.
Errore: da questi signori bisogna sempre attendersi il peggio.
Dunque occorreva predisporre per tempo un piano B, interpellando la società civile campana, se ancora ne esiste una, per far emergere una soluzione alternativa. Ma pensando in grande, anche al punto di proporre un candidato indipendente alle altre forze del centrosinistra. Di Pietro non l’ha fatto e si è consegnato al consueto ricatto: o inghiotti il rospo De Luca, o consegni la Campania al Pdl dei Cosentino e dei Cesaro, ben nascosti dietro il faccino al Plasmon del craxiano Caldoro.
Naturalmente l’eventuale sconfitta non sarebbe dipesa dal venir meno dell’Idv, ma dalle scelte sciagurate del Pd che in tre anni di scandali non ha costretto alle dimissioni né Bassolino né l’altrettanto impresentabile signora Mastella (che, non dimentichiamolo, è presidente del Consiglio regionale in quota centrosinistra) e ora si presenta pure con la faccia di De Luca.
Ma la solita disinformatija di regime avrebbe impiegato poco ad addossare al “traditore” Tonino le colpe altrui.
Bisognava pensarci prima, appunto. Ora è tardi per le lacrime di coccodrillo. Ma oggi gli italiani che sognano una politica pulita sono un po’ meno di ieri.
da Il Fatto Quotidiano del 7 febbraio 2010
sabato 6 febbraio 2010
Intervista di Vittorio Occorsio ad Adele Conte candidata alla Presidenza del Coordinamento Nazionale IDV Giovani.
Un nuovo impegno per la nostra Adele, un incarico che rafforzerebbe anche la sua posizione nel caso in cui fosse eletta Conisgliere alla Regione Lazio.
venerdì 5 febbraio 2010
Interessante proposta della Lega Nord a Trento

Sottoporre sistematicamente tutti gli immigrati ad esame sanitario e psichiatrico, è la proposta della Lega Nord del Trentino, contenuta in un'interrogazione al presidente della Provincia di Trento Lorenzo Dellai. L'idea, se così si può definire, prende spunto dall'arresto, nei giorni scorsi, di un ragazzo di 17 anni algerino, accusato di tentata violenza sessuale nei confronti di una giovane trentina: il ragazzo avrebbe poi danneggiato la cella del reparto detenuti all'ospedale S.Chiara e avrebbe messo in atto pratiche di autolesionismo.
«Quanto accaduto - si legge nell'interrogazione - dimostra senza ulteriori necessità di prova come tante, troppe volte gli immigrati, legali e non, che giungono sul nostro territorio abbiano serie problematiche sanitarie e/o psichiatriche in atto, con grave pericolo di contagio e/o di incolumità per tutti i malcapitati che dovessero venire in contatto fortuito con con questi soggetti».
Per questo la Lega Nord chiede di attuare nei confronti di tutti gli immigrati «sistematici controlli per appurarne l'esatto quadro clinico in modo che non possano nuocere, per contagio passivo o per violenza, ai cittadini inermi che dovessero inopinatamente entrare in contatto con costoro».
Dellai: Lega scherza con il fuoco. «Questa è l'ennesima dimostrazione di come la Lega Nord sta veramente scherzando col fuoco». È così che il presidente della Provincia autonoma di Trento e coordinatore di Alleanza per l'Italia a livello nazionale, Lorenzo Dellai, ha commentato la proposta lanciata dalla Lega Nord. «Abbiamo avuto dalla storia - ha proseguito Dellai - molti esempi di cattivi maestri, che instillavano disvalori nella comunità e abbiamo visto molto spesso come questi maestri hanno prodotto grandi sciagure. La Lega Nord sta cavalcando le paure e sta instillando odio sociale. Ciò non può che produrre grande pericolo per il futuro nostre comunità. Sono convinto che non possiamo sottovalutare questi atteggiamenti, anche se verrebbe spontaneo farci sopra una risata. Purtroppo non è così, perchè questo costante stillicidio di provocazioni sta creando una cultura della chiusura e della paura, che è esattamente l'opposto di quello che serve per difendere la coesione e l'ordine pubblico nelle nostre comunità». «Sarebbe anche interessante - ha concluso Dellai - sapere qual è l'opinione dei cosiddetti moderati del centrodestra su queste affermazioni, posto che alla Lega Nord il centrodestra ha sostanzialmente dato in appalto gran parte del Nord Italia».
fonte http://www.laltranotizia.net/2010/02/lega-nord-facciamo-il-controllo.html?utm_source=feedburner&utm_medium=email&utm_campaign=Feed%3A+laltranotizia+%28L%27Altra+Notizia%29
giovedì 4 febbraio 2010
Dopo il legittimo impedimento, con l’aiuto di “nonunacosaseria” proviamo a fare la classifica delle leggi più stronze.

Fonte nonunacosaseria http://nonunacosaseria.blogspot.com/2010/02/la-classifica-delle-leggi-piu-stronze.html
Pensavo in questi giorni a quale, tra i tanti provvedimenti governativi e disegni di legge proposti (non necessariamente promulgati, ma intanto c’han provato) dalla maggioranza di centrodestra in Parlamento, è il più stronzo.
Per stronzaggine non intendo necessariamente leggi ad personam: quelle lì sono leggi “hors categorie”, come al Tour de France per i GPM più duri, anche se una legge può essere stronza e ad personam al tempo stesso. La stronzaggine risiede in altri aspetti. Il fatto, per esempio, che aggirino con nonchalance norme costituzionali rendendone difficile e da legulei anche un pronunciamento negativo da parte della Consulta. Oppure che si presentino imbellettate da magnifiche sorti e progressive per l’Italia quando in realtà hanno tutt’altri effetti.
Oh, più ci pensavo e più mi rendevo conto che è dura fare una classifica, una top ten. E anche ora, mentre sto scrivendo, son tentato di spostare chessò, il disegno di legge della posizione numero 5 alla posizione numero 3 e quello della posizione numero 7 alla posizione numero 2. Scrivo e mi dico: no, questa merita una posizione più alta. Oppure penso: ma come, una roba del genere se non la scriveva Scalfari domenica scorsa passava sotto silenzio? E poi chissà quante ne dimentico.
Comunque, proviamoci.
1. Introduzione del reato di immigrazione clandestina. La stronzaggine risiede nel fatto che con la scusa di combattere la criminalità organizzata, gli scafisti, lo sfruttamento, si colpisce solamente la vittima della criminalità organizzata e dello scafista e, talvolta – se non spesso –, chi fugge dal proprio Paese per la libertà e non soltanto per il pane. E colpisce al punto di creare persone di serie A e persone di serie B.
2. Processo breve. Più ancora della peculiarità ad personam (vedi premessa), più ancora degli effetti perniciosi sull’intero sistema giudiziario italiano, a rendere stronzo questo disegno di legge sono le giustificazioni addotte (il cittadino ha bisogno di giustizia in tempi certi e brevi, il centrosinistra ha presentato nella precedente legislatura un ddl simile, i magistrati non lavorano e così via) che, quando non del tutto fasulle, sono agli antipodi della vera ratio per cui questa norma è stata pensata e scritta.
3. Disegno di legge Valentino sulle dichiarazioni dei pentiti. E’ vero, il governo lo ha disconosciuto. Ma intanto due che non sono peones qualsiasi, ma l’avvocato del presidente del Consiglio e un ex sottosegretario alla giustizia, ci hanno provato e pure nella maniera più sfacciata possibile.
4. Creazione di Difesa SpA e Protezione civile SpA. Con la scusa della rapidità e della flessibilità di intervento, si sottraggono interi settori dell’amministrazione statale al controllo pubblico, conferendo un incredibile potere discrezionale a tre-quattro (forse cinque, va’, e siamo larghi) tra ministri e sottosegretari.
5. Scudo fiscale. L’Italia non è certo l’unico Paese ad aver adottato un provvedimento del genere. Ma non con un’aliquota di appena il 5% e la garanzia dell’anonimato, veri e propri regali a chi è uso a pratiche di evasione fiscale e riciclaggio denaro sporco.
6. Leggi Gelmini sulla scuola primaria. Dietro gli slogan che vogliono una scuola più moderna, efficiente, efficace, severa eccetera eccetera eccetera, ci sono provvedimenti che vanno in direzione contraria, quasi di smantellamento della scuola pubblica e con il solo reale e inconfessabile obiettivo di tagliare le spese.
7. Abolizione della tracciabilità dei pagamenti ai professionisti. La giustificazione ufficiale e compassionevole fornita da Tremonti è quella di render semplice la vita alla vecchietta di settant’anni che non sa usare la carta di credito o il bancomat, ma l’evasore fiscale esulta.
8. Legittimo impedimento. Poteva ancora starci se avesse riguardato il solo presidente del Consiglio e avesse previsto tempi decenti. Ma nella maniera in cui l’hanno approvato oggi alla Camera no.
9. Proposta Romani sul controllo siti web. Il sottosegretario vorrebbe inviare un sms ai genitori di ragazzi che navigano su siti dai contenuti non adeguati alla loro età. Non è tanto e soltanto la violazione della privacy a rendere stronzo questo intendimento, quanto il fatto che un ramo del governo possa decidere cosa è conveniente e cosa no entrando nella sfera educativa propria di una famiglia.
Fonte nonunacosaseria http://nonunacosaseria.blogspot.com/2010/02/la-classifica-delle-leggi-piu-stronze.html
nella foto il G8 a L'Aquila
mercoledì 3 febbraio 2010
IdV in Calabria andrà da solo, sarà probabilmente Emiliano Morrone il nostro candidato alla Presidenza della Regione.

SPAZIO AI GIOVANI
Giornalista e regista. Autore, insieme a Francesco Saverio Alessio, del libro "La società sparente" (Neftasia Editore, Pesaro, 2007), che denuncia i rapporti fra ’ndrangheta e politica in Calabria, continuando sulla linea di impegno a difesa della propria terra tracciata da Roberto Saviano con "Gomorra".
Ideatore, con Leo Franco Rizzuti, del Festival internazionale della Filosofia in Sila, Emiliano Morrone fondatore e responsabile in tribunale della testata "la Voce di Fiore” diretta da Gianni Vattimo, è il candidato IdV alla presidenza della Regione Calabria.
Francesco Saverio Alessio, icona dei giovani IdV, commenta con queste parole:
Cari amici, per vari motivi, politici e personali, che in seguito avrò modo di chiarire, nonostante sia stato invitato dalla Segreteria Nazionale a candidarmi al Consiglio Regionale della Calabria, NON HO ACCETTATO.
Non ho accettato in Calabria soprattutto perché sapere che si fosse candidato Emiliano Morrone mi ha sollevato da molte responsabilità. Sapere che ci sia un candidato come lui, migliore di me, con più qualità di ascolto, più disponibile al confronto, giovane e attaccato tenacemente alle sue origini e alla sua terra, mi apre il cuore alla speranza dell'apertura ad una possibilità per la politica calabrese.
Io lo sosterrò con tutte le mie forze; vi pregherei di farlo anche voi. Saverio
Emiliano Morrone, ritiene incoerente il Partito democratico, che alle primarie interne del prossimo 7 febbraio presenterà anche Agazio Loiero, attuale presidente dell’esecutivo calabrese, quale proprio candidato a governatore.
Loiero, dopo l’assassinio di Francesco Fortugno , si è nascosto dietro a un dito, giustificandosi sistematicamente e cambiando tutto per cambiare nulla, nel tentativo di rendere poco visibile la propria incapacità di utilizzare le immense risorse della nostra regione sia quelle umane, naturali, culturali sia quelle economiche provenienti dai fondi europei.
Morrone sottolinea: "In Calabria, in cui permangono, nonostante vergognosi paraventi, precisi meccanismi di formazione del consenso, dobbiamo prendere coscienza delle scelte politiche e giudicarle senza alcun timore o spirito di parte".
Mozione di Adele Conte per il Congresso Giovani IDV

Giovani IDV anno zero
In un momento storico e politico delicato per l’Italia si terrà a Febbraio il Congresso di Italia dei Valori. La situazione sociale del Paese è disastrosa soprattutto per quanto riguarda i giovani. Possiamo facilmente prevedere che saremo la prima generazione dal dopoguerra ad oggi ad avere una qualità della vita peggiore di quella dei nostri genitori.
In una situazione in cui il futuro ci viene sottratto in maniera lenta e inesorabile siamo chiamati oggi più che mai ad esprimere uno sforzo collettivo per ambire a qualcosa di diverso da questo continuo degrado.
Sappiamo che Paese vogliamo, sappiamo come ottenerlo, e abbiamo scelto l’Italia dei Valori come strumento. Crediamo fortemente nell’appello al ricambio generazionale fatto dal Presidente Antonio Di Pietro, a cui va il nostro ringraziamento più profondo per aver dato, con il suo lavoro, un motivo di speranza e uno strumento di lotta com’è l’Italia dei Valori. Siamo allo stesso modo consapevoli di come il dato anagrafico non sia garanzia assoluta di qualità dell’impegno. L’obiettivo, del resto, è un ringiovanimento dei meccanismi e della mentalità imperante nella politica moderna che troppe volte è stato auspicato da più parti senza mai concretizzarsi.
Non cerchiamo uno spazio che appartenga ai giovani in quanto tali. La nostra ambizione è quella di convogliare la pulsione che i giovani rappresentano in un processo virtuoso, darle rappresentanza diretta tramite il contributo dei migliori fra di noi, e in ultimo influire sull'azione dell'intero partito, regalandogli un’ identità unica e affascinante proprio grazie alla freschezza e all'innovazione garantita dal contributo giovanile. Puntiamo ad essere l’eccezione che riscrive le regole del sistema partitico italiano.
Per ottenere una giovanile sana dobbiamo per forza sganciarla dalle regole della partitocrazia vigente. Creare un luogo dove sperimentare su noi stessi un modo diverso di fare politica e che sia regolamentato in funzione del futuro, dei nuovi media, e della massima accessibilità da parte di tutti. Creare un luogo politico, una Agorà, dove merito, democrazia, trasparenza e cambiamento siano parte integrante dei meccanismi di funzionamento, e non mera retorica fine a sé stessa. Dove i membri del gruppo possano appoggiarsi al web per esprimersi, confrontarsi, e soprattutto votare con facilità e sicurezza. Un luogo dove le primarie interne non siano solo l'appannaggio, spesso nemmeno troppo meritato, di una forza politica, ma una procedura semplicissima da eseguire, che faccia parte in maniera del tutto naturale della nostra democrazia interna. Un luogo in cui tutti possano sentirsi sempre direttamente partecipi, e protagonisti.
Ambizioni così alte ci impongono imprescindibilmente di partire dal rispetto di regole condivise che rispecchino alti ideali di cui vogliamo farci portatori. Al di là dell'idea di organizzazione interna che proporremo all'assemblea è evidente che non possiamo permetterci la creazione di gerarchie interne e di strutturazioni rigide ed esasperate. La nostra spinta deve mirare a qualcosa di diverso. Siamo chiamati a lavorare su approcci nuovi, flessibili, in grado di lasciare ampio spazio alle iniziative e alla capacità del singolo.
Il Dipartimento e il Congresso costituiscono quindi solo il punto di inizio di un lungo percorso da fare tutti insieme. L’obiettivo che ci prefiggiamo, è bene non perderlo di vista, è quello di stimolare un rinnovamento della classe dirigente.
Parlare di ricambio generazionale è un futile esercizio di retorica se non si fronteggia con onestà intellettuale il motivo per cui oggi tale ricambio non riesce a verificarsi. I candidati giovani sono spesso competenti e motivati, ma si misurano con avversari che dispongono di strumenti molto più impattanti sulla società soprattutto in termini di disponibilità economica e di esperienza. Insieme al nostro partito siamo chiamati ad individuare metodi che rendano il divario meno marcato e strumenti di selezione adeguati che permettano di individuare i ragazzi più attivi, impegnati e capaci.
Se le nostre strutture interne non riflettono il desiderio di cambiamento e di apertura di cui ci facciamo portatori, non possiamo aspettarci risultati concreti. Il problema della rappresentanza e della presenza giovanile, quindi, deve essere affrontato e risolto con successo anche e soprattutto all'interno del partito, se vogliamo riuscire a replicarlo verso l'esterno. Quella di puntare sui giovani di maggior valore per i coordinamenti locali potrebbe e dovrebbe diventare una sana abitudine e uno dei tratti distintivi dell'azione politica del partito.
Dal punto di vista prettamente economico riteniamo che il Dipartimento Giovani debba dotarsi di strumenti di gestione diretta, secondo quanto già anticipato dal Presidente Antonio Di Pietro a Vasto.
Il capitale rappresentato dai tesseramenti degli under 35, e dagli emolumenti versati al partito dai giovani eletti, costituirebbe un punto di partenza fondamentale per il futuro dipartimento. Starà poi a noi impiegarlo in maniera costruttiva per stimolare aggregazione e coinvolgimento, e soprattutto dare conto del suo impiego proponendo un modello di gestione economica trasparente e inattaccabile. In questo modello di gestione economica è fondamentale trovare un momento di incontro nazionale degli iscritti giovani nel quale comunicare il bilancio comprensivo di voci per i materiali e i rimborsi dei singoli che ambiremmo a mostrare voce a voce, con nomi e cognomi. Chi non ha nulla di cui vergognarsi, non ha né avrà mai nulla da nascondere.
Una giovanile sana ha altresì bisogno di spazi fisici di incontro siano essi virtuali o reali. Entrambi i luoghi di aggregazione sono fondamentali per sviluppare un adeguato modello di aggregazione territoriale e di comunicazione verso l’esterno.
Il luogo naturale di incontro della nostra giovanile è sempre stato il web, vera e propria frontiera del cambiamento, dove spesso ci siamo ritrovati e coordinati in maniera autogestita. Ciò nonostante non possiamo mancare di sottolineare la necessità assoluta di luoghi specifici di incontro e socializzazione sul territorio, dove poter coinvolgere in maniera diretta i cittadini nella nostra azione. In questo paese i giovani si sentono estranei ai partiti politici, il nostro bacino elettorale è particolarmente interessato a verificare che le nostre intenzioni si traducano poi in azioni concrete . La parola chiave che aumenterà la partecipazione diretta di tanti giovani che cercano ancora una loro via di espressione politica non è convincere ma coinvolgere.
Il livello di know-how già presente all'interno della giovanile è tale per cui in molte realtà ci basterebbero una stanza, una connessione al web e i computer dismessi da qualche grande azienda per trasformare una sede grigia e vuota in un internet-cafè capace di svolgere le funzioni di think-tank politico a tempo pieno.
Al di là di questo semplice esempio riteniamo che condividendo con il partito la gestione degli spazi a noi afferenti si possa aspirare a coinvolgere ancora più giovani e a sviluppare un radicamento territoriale molto più ampio. Guardando ad una maggiore partecipazione dei giovani alla vita del nostro partito dobbiamo puntare soprattutto sui territori dove sono presenti le più grandi Università italiane. Dopo l’avvio della “Riforma Gelmini” e l’attuale situazione disastrosa della scuola pubblica italiana, altra istituzione vilmente attaccata da questo governo, sentiamo il bisogno di fare rete e di rendere incisiva l’azione degli studenti in contrasto con questo scempio sociale qual è il tentativo di azzeramento della Scuola Pubblica. Senza luoghi dove riunirsi comodamente, incontrarsi e far partire le iniziative difficilmente i ragazzi riusciranno a costituire dei gruppi funzionanti, a saldare la coesione del partito con il movimento di base e,in ultima istanza, a fare una politica che incida sulla realtà circostante. Avremmo quindi bisogno di una piattaforma nazionale che comprenda in sé tutte le associazioni studentesche (universitarie e non) già nate nei diversi territori finalmente federate insieme sotto uno stesso “tetto”, così che non si disperda l’ottimo lavoro svolto fino ad oggi in maniera autonoma e al contempo si inizi a lavorare su tutto il territorio nazionale.
Ci confrontiamo quotidianamente con associazioni politiche giovanili che dispongono di fondi e sedi proprie per le iniziative, nonostante facciano riferimento a partiti che non hanno ricevuto rimborsi elettorali. Non possiamo permetterci di lottare senza armi e senza strumenti, o di subire il confronto rispetto a realtà politiche insignificanti e molto meno rappresentative rispetto all’Italia dei Valori. Rivolgiamo quindi un appello al nostro Presidente, perché possa fare propria la questione degli spazi di incontro ed investire in tal senso anche al di là del piccolo budget del quale abbiamo fatto richiesta.
Il sogno a cui ambiamo è quello di un modello “Open Space” per le sedi di partito. Racchiudere in un'unica area gli aspetti culturali (proiezioni, dibattiti con autori di libri, film e fumetti, o con esponenti politici e giornalisti...), la possibilità di riunirsi e discutere con facilità, la fornitura di servizi di Internet Café per i ragazzi tesserati, per le associazioni universitarie di riferimento e più in generale per i simpatizzanti. Il modello è quello di una struttura politica multivalente, un punto di incontro che possa essere prestato alla cittadinanza e fare le veci di un "oratorio laico" e socialmente impegnato.
Nulla di quanto prospettato prescinde dall'esistenza di strumenti comunicativi appositi, e da un accesso semplice e collaborativo all'anagrafe degli iscritti giovani. Non è pensabile lasciare la comunicazione interna all’iniziativa volenterosa dei singoli o dei gruppi autogestiti (come accade oggi, soprattutto su internet), né è accettabile che prosegua l'inspiegabile e ingiustificata ritrosia da parte di tanti coordinamenti locali nel collaborare con i coordinatori giovani fornendo loro quei contatti di cui hanno assoluto bisogno per sviluppare le iniziative.
Pensiamo quindi a sistemi di comunicazione organizzati, e strutturati come database ad accesso limitato. Pensiamo, ancora una volta, che il know-how per gestire procedure di questo genere sia già presente all'interno del partito e nello specifico della giovanile. I nostri gruppi sono pieni di decine e decine di programmatori, di ingegneri, di informatici, e di esperti del web. Nei sondaggi di gradimento che si tengono all'interno delle comunità virtuali più "esperte ed avanzate" nell'uso del media internet il partito sfonda spesso e volentieri la quota del 50% di preferenze.
Non raccogliere un segnale tanto chiaro e di proporzioni tanto rilevanti vuol dire sperperare un capitale politico enorme. Un peccato mortale che non possiamo permetterci di commettere.
Ci occorrono quindi siti internet che siano all'altezza dei nostri simpatizzanti e dei nostri elettori. Devono rispondere agli standard qualitativi che sono richiesti per una comunicazione semplice ed efficace, essere user friendly e soprattutto analoghi gli uni agli altri e riproducibili a costi bassissimi in tutte le zone di Italia. Occorre inoltre che il partito valuti con la massima serietà la possibilità di assegnare la gestione delle comunicazioni via internet afferenti alle realtà locali proprio al Dipartimento Giovani. Un rischio, certo, ma calcolato, che si traduce nel mettere fine all'anarchia vigente assegnando la gestione di un mezzo di comunicazione decisivo proprio a coloro che su quel media vivono e respirano.
A livello nazionale ci occorre un’interfaccia diretta con l’ufficio stampa del Partito che pubblicizzi tutte le nostre iniziative. Laddove il partito pensi di creare una Web Tv ci occorre la possibilità di partecipare attivamente e di contribuire nello sviluppo dei contenuti. Siamo noi, i giovani, a sapere meglio di chiunque altro cosa piaccia e interessi ai giovani. Siamo sempre noi, i giovani, ad affollare i forum e i siti riempiendoli di commenti e di partecipazione diretta. Saranno soprattutto giovani anche i fruitori di tali servizi comunicativi.
Per diventare gli uomini e le donne di cui questo paese ha bisogno abbiamo assoluto bisogno di un investimento per la formazione politica: ci rendiamo conto che la fiducia non può essere cieca e che dobbiamo sviluppare competenze che ancora non ci appartengono del tutto o che appartengono a pochi di noi che hanno trovato altre vie per formare sé stessi. L’avvio sistematico di Scuole di Formazione Politica sia a livello regionale che a livello Nazionale è fondamentale per la creazione di una nuova classe dirigente.
Vogliamo essere diversi dagli altri. Diversi da tutti. Un’eccezione vitale all'interno del panorama politico italiano e che persegua in maniera lucida e coerente un linea politica di alternativa di governo che passerà per forza di cose dal cambiamento.
Non vogliamo essere dei giovani che “giocano” a fare politica. Sentiamo la politica come una missione nella nostra vita. Siamo disposti di buon grado a sacrificare gli “anni migliori” della nostra vita al servizio di un progetto, e desideriamo con convinzione sempre maggiore farlo.
Alle elezioni politiche del 2008 nessuno di noi under 35 è riuscito a fare parte della squadra. Alle elezioni europee del 2009 nessuno è riuscito a farsi eleggere, e solo in pochissimi hanno trovato spazio nelle liste. Scoppiamo di orgoglio per ciascuno dei nostri rappresentanti. Li consideriamo una nostra espressione e una nostra continuazione, e continuiamo a lavorare lealmente per loro e per il partito.
Scoppiamo di energie propositive e di bisogno di partecipazione diretta, ambiamo a molto e conosciamo bene la differenza tra ambizione e arrivismo. Vogliamo mettere al servizio del Presidente e del partito le nostre ambizioni,tutte, per fare avverare l’ambizione più grande che è quella comune e che ci lega in dissolutamente insieme. Siamo capaci di esprimere un approccio alternativo, originale, e peculiare ai problemi di ogni giorno.
Abbiamo gioito dell’apertura alla società civile che, in quest’Italia ignorante e mancante di soluzioni, ha già spesso in sé soluzioni a problemi enormi mai risolti in questo paese. Possiamo rivendicare con orgoglio di appartenere ad un partito che non è come gli altri e che sa dove cercare e guardare per risollevare il paese. Questo lo dobbiamo a lei, Presidente, alla sua capacità di leggere il presente, il passato ed il futuro. Noi ci sentiamo pronti ad essere parte integrante e motore trainante del suo progetto perché il sogno di essere diversi, gli ideali, e in ultima istanza il desiderio di cambiare fanno parte del nostro DNA. Costituiscono l'essenza stessa di quel concetto che il partito dei Valori, orgogliosamente, simboleggia. Finalmente un giovane che si sente legato a modelli virtuosi di approccio al sociale, al volontariato, alle battaglie per un futuro migliore, non si deve più vergognare di avere una tessera di partito. I Partiti sono istituiti dalla Costituzione Italiana, che difendiamo con orgoglio e coraggio, e l’Italia dei Valori sta ridando dignità ad un’istituzione e ad un popolo, dignità calpestata dal modello partitocratico messo su da cordate di caste e consorterie di ogni tipo che rischiano di portare al collasso un itero Paese. Ogni giorno che passa il paese in cui viviamo è vittima di abusi e l’ingiustizia è una realtà quotidiana. Sentiamo appelli da più parti affinché i giovani non emigrino all’estero e al contempo vediamo un paese sempre più inospitale non solo per i giovani ma anche per le minoranze etniche e le fasce deboli in generale. La burocrazia si è trasformata in un mostro famelico simile all’incubo descritto già quasi due secoli fa da Max Weber come “la proliferazione di norme che non aiutano la produttività ma che hanno come unica funzione latente quella di conservare l’apatia”. Tutto ciò non è casuale. Tutto ciò è studiato bene per ottenere la distruzione del pensiero critico e la sottomissione dei cittadini a regole funzionali solo ad un sistema autoreferenziale.
Ci guardiamo intorno e vediamo giorno dopo giorno il nostro bellissimo paese spegnersi e invecchiare ripiegato su se stesso. Il suo grido di dolore è il grido di dolore della nostra generazione. Un grido di dolore tale o esplode e viene accolto o implode e distrugge chi urla. E’ un richiamo alle responsabilità di tutti ed è un richiamo per noi giovani impegnati che ci sentiamo in grado di accoglierlo, amplificarlo, farlo emergere e dare finalmente una risposta concreta, determinata, costante, reale e incorruttibile.
Cambiamo l'Italia, Presidente. E cambiamola insieme
Adele Conte
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