Campodimele (LT) il paese della longevità

Campodimele  (LT)  il paese della  longevità
Tra l'indifferenza dell' Amministrazione Comunale, in assenza di controlli, In località Sterza Piana Lenola (LT) ai confini del Parco Naturale dei Monti Aurunci , a meno di trecento metri dalle abitazioni private, i cittadini, tutti i giorni, assistono a questo scempio che rende l'aria irrespirabile con inevitabili conseguenze sulla salute pubblica grazie a questo impianto allocato nel confinante comune di Campodimele

mercoledì 26 maggio 2010

Un paese che invecchia non ha possibilità di sviluppo.





(Adnkronos/Ign) - La quota dei 18-34enni celibi e nubili che vive in famiglia cresce dal 49 per cento del 1983 al 60,2 nel 2000, attestandosi poi al 58,6 per cento nel 2009. E' quanto emerge dal Rapporto annuale dell'Istat sulla situazione del Paese nel 2009.


Tra i 30-34enni quasi il 30 per cento vive ancora in famiglia, una quota triplicata dal 1983. Tra i giovani in questa fascia di età, inoltre, quelli che rinviano l'uscita dalla famiglia sono ragazzi in un caso su tre, ragazze in un caso su cinque.


La prolungata convivenza dei figli con i genitori oggi dipende soprattutto da problemi economici (40,2 per cento) e dalla necessità di proseguire gli studi (34,0 per cento), mentre la permanenza in famiglia è indicata come una scelta solo in terza battuta (31,4).


Tra i motivi economici più segnalati, spiccano le difficoltà di trovare un'abitazione adeguata (26,5 per cento) e quella di trovare lavoro (21,0 per cento).


Nel 2009 oltre due milioni di giovani (il 21,2 per cento dei 15-29enni) risultavano inoltre fuori dal circuito formazione-lavoro, cioè non lavoravano e non frequentavano alcun corso di studi (Not in education, employment or training, Neet). Nel confronto internazionale l'Italia presenta un numero di Neet molto elevato. Nel nostro Paese questa condizione è riconducibile più all'area dell'inattività (65,8 per cento) che a quella della disoccupazione.


Per quanto riguarda la scuola, nel conseguimento dei titoli di studio superiori continua a pesare una forte diseguaglianza legata alla classe sociale della famiglia di provenienza degli studenti, anche considerando le differenti generazioni. L'Italia, sottolinea l'Istat, si distingue negativamente nel contesto europeo per la quota di early school leavers (giovani di 18-24 anni che hanno abbandonato gli studi senza aver conseguito un diploma di scuola superiore), pari al 19,2 per cento nel 2009, oltre quattro punti percentuali in più della media Ue e nove punti al di sopra del valore fissato dalla strategia di Lisbona.


Il tasso di scolarità, secondo il rapporto Istat, è aumentato di 41 punti percentuali negli ultimi 30 anni. Nell'anno scolastico 2008/2009 si registrano circa 93 iscritti alla scuola secondaria di secondo grado ogni 100 giovani in età 14-18 anni. Cresce, spiega l'Istat, anche il numero dei giovani che conseguono un titolo di studio secondario di secondo grado: 74 ogni cento 19enni nell'anno scolastico 2007/2008, circa 36 in più rispetto a 30 anni prima.


Per quanto riguarda l'Università, invece, nel 2009 appena il 12,8 per cento della popolazione italiana aveva la laurea. I livelli d'istruzione della popolazione italiana, sottolinea l'Istat, appaiono critici: nel 2009 oltre il 10 per cento dei 15-64enni possiede solo la licenza elementare o nessun titolo di studio, il 36,6 ha la licenza media, circa il 40 per cento ha il diploma e appena il 12,8 ha la laurea.


Dal Rapporto Istat risulta anche che l'Italia è il secondo paese più anziano d'Europa, dopo la Germania, con un forte squilibrio generazionale.

Questo significa che il rapporto di dipendenza tra le persone in età inattiva, ovvero da 0 a 14 anni e 65 anni e più, e la popolazione che teoricamente si fa carico di sostenerle economicamente (15-64 anni) è passato dal 48 al 52 per cento in dieci anni, a causa del peso crescente delle persone anziane (da 27 ogni 100 in età attiva nel 2000 a 31 nel 2009).


L'analisi degli indicatori strutturali e di carico demografico, stimati per l'anno 2009, conferma un quadro di forte invecchiamento della popolazione residente (le persone di 65 anni e più rappresentano il 20,2 per cento della popolazione, a fronte di una quota di persone in età attiva del 65,8 per cento); una crescita complessiva della popolazione del 5,7 per mille (si superano i 60 milioni di residenti solo grazie all'apporto della popolazione straniera); un livello di fecondità (numero medio di figli per donna pari a 1,41) che, seppur in ripresa dagli anni Novanta, ancora non consente di mantenere almeno costante la consistenza demografica.


In base alle recenti tendenze demografiche, secondo l'Istat, è possibile ipotizzare l'evoluzione delle diverse componenti, descrivendo uno scenario ''verosimile'' nell'arco dei prossimi 40 anni: si prevede che il numero medio di figli per donna possa crescere fino a 1,58 nel 2050; la speranza di vita aumentare fino a raggiungere gli 84,5 anni per gli uomini e gli 89,5 per le donne; il numero dei giovani fino a 14 anni ridursi a 7,9 milioni (il 12,9 per cento della popolazione); la popolazione attiva contrarsi a 33,4 milioni (54,2 per cento) e quella degli over 64 salire a 20,3 milioni (da uno su cinque a uno su tre residenti nel 2050).

Tali cambiamenti, sottolinea l'Istat, accentueranno ulteriormente lo squilibrio generazionale: l'indice di dipendenza degli anziani (ultra 64enni sulla popolazione in età attiva) potrebbe raddoppiare (61 per cento) e l'indice di vecchiaia salire a 256 anziani ogni cento giovani.

26 maggio 2010

3 commenti:

zonacesarini ha detto...

Minny, Whrite cosa è questo silenzio? Una fermata di riposo? Se è così fatecelo sapere!!!!

minny ha detto...

L’Italia,oltre ad essere un paese di vecchi, è più povera, la qualità della vita peggiora di anno in anno. Se alcune famiglie hanno difficoltà ad arrivare a fine mese con il proprio stipendio,altre vivono in povertà. Il resto del mondo corre, gli italiani sono fermi, con un debito pubblico e un costo della politica altissimi. Gli italiani sono tristi, principalmente per la mancanza di fiducia nei propri rappresentanti politici.
Una fermata di riposo?? Nessuna fermata zonacesarini...è solo attesa.
Buona serata

write26 ha detto...

Minny cara gli italiani saranno pure tristi, ma io sono sempre più incazzato, stanco e incazzato, per rompermi la schiena con il lavoro dovevo andare in pensione.
Mi sono concesso questa pausa caro Zonacesarini, perché speravo di poter pubblicare una bella notizia, perché tra legittimo impedimento, finanziaria, Scaiola, Brambilla, Bondi, Gelmini, Castelli, Brunetta, E. Letta, Bersani, D’Alema, Veltroni, Franceschini perché “pari sono” e ora anche Alemanno che raccomanda e assume amici e parenti non se ne può più.
Nell’attesa ascolto Gaber.