Campodimele (LT) il paese della longevità

Campodimele  (LT)  il paese della  longevità
Tra l'indifferenza dell' Amministrazione Comunale, in assenza di controlli, In località Sterza Piana Lenola (LT) ai confini del Parco Naturale dei Monti Aurunci , a meno di trecento metri dalle abitazioni private, i cittadini, tutti i giorni, assistono a questo scempio che rende l'aria irrespirabile con inevitabili conseguenze sulla salute pubblica grazie a questo impianto allocato nel confinante comune di Campodimele

sabato 8 maggio 2010

PER QUANTO TEMPO ANCORA VOGLIAMO CONTINUARE A FARCI DEL MALE




Democratici, Minoranza riunita a Cortona: Corriere della Sera
08 maggio 2010 Alessandro Trocino

Apre il costituzionalista Roberto D’Alimonte con un’analisi dei flussi elettorali. E non è un inizio rituale. Perché sottolinea i molti voti che dall’era veltroniana a oggi sono andati perduti. E perché, messaggio trasversale a D’Alema, fa notare come l’Udc dimezzi i propri voti quando si presenta con il centrosinistra. Anche da questi dati Area democratica, minoranza del Pd a congresso a Cortona, fa discendere conseguenze politiche importanti. Riassunte da Dario Franceschini: «Dobbiamo riprendere a camminare e se non ora quando? O si cambia o il Pd si spegne e si divide». Il monito dell’ex segretario diventa un vero e proprio j’accuse nell’intervento successivo di Pierluigi Castagnetti, che non usa giri di parole: «È il momento di dircelo chiaramente, non c’è qualcuno che se ne vuole andare: c’è qualcuno che vuole che qualcun altro esca»

Parole pesanti, pronunciate davanti a una folta platea che oggi assisterà all’intervento degli altri leader della minoranza del Pd: Walter Veltroni, Beppe Fioroni, Franco Marini, Piero Fassino e Paolo Gentiloni. Oltre a Ignazio Marino e Michele Meta, per la prima volta a Cortona. Unità delle minoranze (insieme rappresentano il 48 per cento del partito), ripresa simbolicamente da Franceschini quando cita uno slogan biblico usato più volte da Marino: «Vogliamo un partito capace di dire "sì, sì o no, no"». Relazione di una certa asprezza, quella dell’ex segretario, che non mette in discussione la leadership di Pier Luigi Bersani, ma fa aleggiare l’ombra lunga della scissione. Extrema ratio, certo, ma neanche da scartare. Gli ex popolari sono sul piede di guerra e Castagnetti spara ad alzo zero: qualcuno vuole «spaccare» il partito, basta guardare a «quello che accade nelle giunte regionali dove alla minoranza viene lasciato solo il diritto di platea». Se è così, è giusto rivolgersi direttamente a Bersani: «Poniamo la questione direttamente a lui. Se non se ne rende conto, dobbiamo farlo noi. Chiedere e offrire il disarmo delle divisioni ereditate dalle primarie».

Non sarà facile, visti gli equilibri. Ma non è solo questione di poltrone. «Spirito del Lingotto » e «riformismo necessario» animano Cortona e l’intervento di Franceschini. Che analizza l’avanzata della destra, non condivide l’entusiasmo per Fini («è e resterà un nostro avversario »), rivendica l’«antiberlusconismo » di quando era segretario e contesta il dialogo «una settimana sì e una no, a seconda degli ammiccamenti ». Franceschini ammonisce sullo stato del partito in Calabria (dove chiede un commissariamento) e contesta la locuzione «partito sexy» usato da Enrico Letta, termine più «adatto alle categorie berlusconiane». Sulla legge elettorale ribadisce la preferenza per un sistema che rafforzi il bipolarismo e quindi dice no al sistema tedesco e al ritorno delle preferenze, «che portano inesorabilmente a costi altissimi delle campagne elettorali, con tutti i rischi connessi ». Meglio una legge elettorale «che restituisca agli elettori il diritto di scegliersi gli eletti con collegi uninominali».

L’ex segretario, in sintonia con gli ex popolari, considera «irrinunciabili» le primarie. Proprio come i veltroniani. Anche se per Walter Verini «il segretario del Pd deve coincidere con il leader che candidiamo a governare». Franceschini svaria anche in altri campi, chiedendo, causa crisi economica, «una moratoria nell’acquisto di sistemi d’arma» da parte del governo. Poi conclude, affondando il coltello nella piaga: «Abbiamo perso le ultime elezioni ». Non solo: «Abbiamo registrato una grave emorragia di consensi in termini assoluti. Più di 4 milioni di voti dalle Politiche del 2008. Siamo al punto più basso della nostra brevissima storia». Lo dice anche D’Alimonte, contrario alla tesi che alle Regionali ci sia stata un’inversione di tendenza: «Il risultato del 2008 è stato straordinario, ma è stato buttato via da chi l’ha denigrato e non ha saputo difenderlo». Un destro offerto a Veltroni. Che sale oggi sul palco, pronto a rivendicare l’attualità della sua stagione e la consistenza della sua eredità.

BERLUSCONI E BOSSI RINGRAZIANO

10 commenti:

write26 ha detto...

E’ incredibile questo PD, è l’unico Partito al mondo che dall’opposizione non vuole le elezioni anticipate.

Non le vuole neppure in Sicilia al punto di arrivare a sostenere la giunta Lomabardo, PD e PDL insieme NON SOLO A LENOLA.

Jatevenne, titolammo un post subito dopo le elezioni pubblicando un fotomontaggio che ritraeva tutti insieme Iervolino, De Luca, Loiero, Bassolino non siamo andati oltre perché Bersani non ci aveva ancora spiegato che “l’acqua è di Dio” Enrico Letta non ci aveva ancora annunciato la meravigliosa idea di voler rendere il partito più sexy, Franceschini non aveva ancora chiesto il commissariamento del PD calabro, D’Alema non aveva ancora mandato affanculo in diretta Sallusti.

Sta battendo tutti i record questo Pd, primo tra tutti quello della demenza, ad un anno dalle ultime elezioni politiche perde dieci punti in percentuale nelle consultazioni europee, dopo soli dodici mesi FA PERDERE al centro sinistra tre regioni (con De Luca, Bonino e Lojero) e conferma la crisi con nove punti in meno sempre rispetto alle politiche.

(Bersani: “sono ottimista siamo in leggera crescita”)

Dopo poco più di un anno dalla sua nascita il fondatore (Veltroni) si dimette, prende il suo posto Franceschini che rispetto il suo predecessore si distingue “in chiacchiere” poi per quasi un anno tutti si dedicano al congresso e alla difesa, a prescindere, della Presidenza della Repubblica spesso disertando il parlamento, anche nei casi in cui la loro presenza sarebbe stata significativa (scudo fiscale)

Il congresso non conferma Franceschini, consacra Gianfranco Fini, ELEGGE BERSANI, con l’appoggio di D’Alema, Bassolino, De Luca, Lojero, Letta e la povera Bindi.

Nel frattempo, per circa due anni, ha corteggiato Casini al punto di far ingelosire anche Azzurra Caltagirone, ha rincorso Berlusconi per le riforme, ha accusato Di Pietro, senza remore, quasi fosse un sovversivo, ostacolato (con partecipazioni ambigue che evidenziano ulteriori divisioni) tutte le iniziative posta in essere dai movimenti e dalla società civile al punto di non tesserare Beppe Grillo perché ritenuto il capo di un movimento ostile, fa incazzare la CGIL per ultimo ha sparato sui referendum che considera un inutile perdita di tempo.

Rutelli se ne è andato, Calearo se ne è andato, Lanzillotta se ne è andata, Binetti se ne è andata Veltroni non se ne va mai, invece di andarsene in Africa come promesso entra a far parte della commissione antimafia, lui che non ci capisce un c..zo, al posto di uno del PD che ci capiva.

Tralascio i motivi che hanno portato alle dimissioni del Presidente della regione Lazio, del Sindaco di Bologna, dell’Assessore alla sanità in Puglia, l’arresto di Frisullo Vice Presidente della Regione Puglia e altri.

Tralascio anche i motivi che hanno portato l’unico buono, Renato Soru a dimettersi dalla presidenza della Regione Sardegna (l’ eccezione che conferma la regola)

Ora apprendiamo che all’interno di questo sconquassato partito dove tutti sono contro tutti, oltre i poco allineati che fanno riferimento a Ignazio Marino e Paola Concia esiste anche un’altra corrente di minoranza che pone ultimatum e minaccia di andarsene, interpretata da Franceschini, Castagnetti, e forse……… Veltroni (lo spero) e Marini.

Questi si che hanno capito tutto non sono mica fessi come Berlusconi che non conosce il pluralismo e che alza polveroni per uno sparuto gruppo di dissidenti finiani, che non pongono condizioni, che non esplicitano minacce, che non vogliono andarsene, che al massimo, all’interno del partito, possono rappresentare uno “spiffero” e non certamente una corrente.

Niky Vendola non capisce se sono “carne o pesce” beato lui!!!! io ancora non ho capito se sono o meno commestibili.

write26

write26 ha detto...

Eccolo......... l'atteso intervento di Veltroni:

finalmente uno che fa chiarezza “la linea Bersani uscita dal congresso va vista sotto un’altra luce” (perché si basava su un alleanza con UDC e sul partito con la P maiuscola ebbene per Veltroni la P deve essere minuscola) INNOVAZIONE, dobbiamo INNOVARE, dice che dobbiamo seguire le orme di Obama, dobbiamo dare una speranza ai cittadini, (un po’ quello che dice Berlusconi dobbiamo creare illusioni) il massimo lo raggiunge quando si fa interprete di Berlinguer e ci “spiega” cosa avrebbe detto Belinguer in questo momento, (per rispetto a Berlinguer non lo ripeto) comunque ci rassicura non ci sarà scissione.

No al Partito pesante, No ai caminetti (bisogna aprirsi, se ci arrocchiamo perdiamo) No a D’Alema e alle sua teoria delle alleanze, in parole povere innoviamoci, non arrocchiamoci, apriamoci , non facciamo alleanze.

Ora si che ho capito tutto, non vuole fare un partito pesante il suo obiettivo è il 15% nel 2013.

Ancora più assurdo è che è stato applaudito, c’è da chiedersi, a prescindere dal colore politico, se gli italiani si siano del tutto rincoglioniti.

Ma una legge che preveda chi siano i Francesi a votare per noi non si può fare?

Sono senza parole write26

lenolaidv ha detto...

Pubblichiamo la lettera inviata da ieri da Antonio Di pietro e Leuluca Orlando al Segretario del PD Pierluigi Bersani.

Signor Segretario,
quanto accaduto a Gela e' di una gravita' tale da imporre una chiara denuncia e un richiamo di responsabilita'.
A Gela, il Pd presenta due candidati a sindaco della piu' grande città siciliana interessata alle elezioni di fine maggio: uno, l'on. Speziale, alleato con l'Udc di Toto' Cuffaro e l'altro, il dr.Fasulo, alleato con il Movimento per la Autonomia di Raffaele Lombardo.
L'Italia dei Valori ha dichiarato che intende presentarsi in coalizione con il Pd, affermando sempre e in ogni sede che mai avrebbe fatto parte di coalizioni che , oltre al Pd , prevedano l’Udc , il PdL o l’Mpa.
A Gela, l’Italia dei Valori aveva raggiunto una chiara e pubblica intesa con il candidato a sindaco, dr.Fasulo, espressione delle primarie , candidato “ufficiale” del Pd , avendo ottenuto l’impegno, da parte dello stesso, che non vi sarebbe stata in coalizione né la lista dell’Mpa di Lombardo, né altre liste di centrodestra.
Poche ore prima della scadenza del termine per il deposito delle liste, il candidato “ufficiale” del Pd ha comunicato di avere scelto di allearsi con il Movimento di Lombardo, mettendo l’Italia dei Valori in condizioni di gravissima difficoltà che hanno portato alla esclusione della lista IdV.
Questa non è cronaca di una realtà importante, ma pur sempre locale: questa è la fotografia di un Partito democratico, che in Sicilia è travolto ormai da una gravissima crisi di credibilità e da una questione morale. Quella morale politica, per adesso.
Il Pd non può trattare la Sicilia come fa il PdL: terra di “ascari” usati per portare consensi in una realtà considerata, per tacito accordo di convenienza, una zona off limits.
Gli elettori siciliani, tra gli “originali” Cuffaro, Schifani, Miccichè, Alfano, Dell'Utri e Lombardo e le “fotocopie" Cracolici, Lumia, Crisafulli, Speziale, preferiscono comunque gli “originali”.
Nel 2008, giova ricordare, dopo la decadenza da Presidente di Salvatore Cuffaro condannato per gravissimi reati di mafia, l’Italia dei Valori, con la coalizione di centro sinistra, ha sostenuto la candidata Pd , Anna Finocchiaro, in alternativa alla coalizione Lombardo, risultata vincente, e composta da PdL, Mpa e Udc.
A meno di due anni di distanza, quella posizione di alternativa è stata del tutto travolta e svenduta.
Una parte del Pd, quella di Cracolici e Lumia, ha raggiunto un accordo di ferro (cioè nomine, poltrone e tanto altro), con il PdL di Marcello Dell'Utri e Gianfranco Miccichè e con il Mpa di Raffaele Lombardo.
Un'altra parte del Pd, quella di cui fa parte l'on. Lillo Speziale, appunto va con l'Udc di Cuffaro, palesemente in accordo con il PdL di Schifani e Alfano.
Vi è poi, una terza parte del Pd, che sembrava invocare coerenza nella scelta delle alleanze: di questa parte del Pd si sono però, perse le tracce.
L'On. Migliavacca, responsabile nazionale Enti locali del Pd, ha tentato di capire e governare ciò che stava accadendo. Dopo fugaci apparizioni anche dell'on.Migliavacca si sono perse le tracce.
Questa lettera, nella crudezza dei fatti esposti, è un invito e una denuncia affinché ognuno si assuma le proprie responsabilità e non abbia alibi nel dire di non essere stato informato dei rischi politici, e non solo politici, del perdurare di questa situazione.

Un cordiale saluto
Leoluca Orlando e Antonio Di Pietro

zonacesarini ha detto...

Whrite non si capisce se sei incazzato con il PD o con il PDL o con gli italiani, questi due partiti sono uguali, tutti e due superano il 25% e insieme fanno la maggioranza. Quello che non ci capiscono gli italiani e che in Italia manca il centro destra e manca il centro sinistra e non lo capiranno mai. Siamo il popolo dell’applauso prima applaudivamo il duce adesso applaudiamo Berlusconi Veltroni Bersani Fazzone Totti Pupo Emanuele Filiberto Savoia applaudiamo tutti quelli che ci dicono che siamo belli e forti. Vendola Di Pietro Ferrero Epifani Saviano Guzzanti Santoro Travaglio Floris Crozza sono tutti rompicoglioni che odiano l’italia.

minny ha detto...

Il PD insiste nei propri errori,e se si fanno sempre le stesse cose, si ottengono sempre gli stessi risultati.

write26 ha detto...

Zonacesarini sono incazzato con i simpatizzanti e gli iscritti del PD totalmente privi di senso critico (incapaci di fare un minimo di analisi) con chi vota PDL perché o è cretino o è in malafede, con gli Italiani che non vanno a votare perché non hanno capito una mazza, la somma dei tre fa esattamente il 75% della popolazione, capisco perfettamente i veneti e i lombardi che votano Lega Nord perché in questo gran casino la lega è l’unica che tenta di parargli il culo (siamo realisti……con il federalismo fiscale e con i nuovi “schiavi” extra comunitari la Padania volerà)

Infine sono vicino alla CGIL, a quei poveracci di Italia dei Valori che da anni rivendicano la legalità a quelli che impropriamente venivano chiamati Sinistra Radicale, sono vicino alla Caritas, a Famigli Cristiana, a quei cattolici illuminati che da tempo chiedono al Vaticano un’inversione di rotta, sono vicino a Gino Strada e a tutti coloro che si battono per la pace ………….credo di essere stato chiaro-

Nel condividere integralmente questo tuo ultimo commento un abbraccio write26

zonacesarini ha detto...

whrite, tu pensi che attaccando il Pd prendi i voti?

write26 ha detto...

No non lo credo infatti non lo attacco, mi limito a segnalare ciò che non fa e ciò che fa, così come faccio con il PdL e con gli altri partiti compresi SEL e IdV.

Se poi informare si traduce in un “attacco” la colpa non è di chi rende pubbliche le notizie ma dagli atti che si compiono o che non si compiono.

So perfettamente che se vuoi compattare un gruppo basta trovare un “nemico” comune, in questo caso io, però e anche vero che il “nemico” incentiva, oltre che l’aggregazione, anche alcune forme di discussione interna o comunque dovrebbe.

E’ un ragionamento di comodo, quasi un alibi, pensare che IdV abbia tolto voti al PD, sono rarissimi i passaggi diretti da PD a IdV, certo è che prima della nuova primavera di Vendola molti voti si sono spostati da RC a IdV, questo si può facilmente notare dal cambiamento di rotta di Italia dei Valori la cui bussola tende sempre più a sinistra, al punto di aver scavalcato anche il Partito Democratico.

Ciò che in realtà avviene, e questo il PD non lo ammetterà mai, è una vera e propria triangolazione, le percentuali hanno poco significato i fatti sono che nel 2008 il neonato PD prese alle politiche 12.092.998 voti alle Europee ne ha presi 7.958.504 confermati anche alle regionali, praticamente ha perso oltre QUATTROMILIONI di voti, tutta gente che è andata ad arricchire la percentuale dei non votanti.

Perché una triangolazione? Perché parte dei non votanti sono tornati alle urne per votare Lega e IdV da qui la crescita di questi due partiti.

A mio avviso, far emergere le contraddizioni e la politica fallimentare del PD e, volendo essere buoni, il dilagante “clientelismo” del PdL significa riportare al voto coloro che da tempo avevano intrapreso la strada nel non voto, questo è un merito che va riconosciuto alla Lega e a IdV ma anche a Niky Vendola che diciamocelo, ultimamente, non concede più sconti al PD.

Zonacesarini non dimenticare che in Italia il primo partito è l’assenteismo non il PdL, ma anche questo il PD non lo capirà mai, lo ha capito bene Berlusconi infatti fa del tutto per banalizzare la politica e renderla un teatrino, sono finiti i tempi in cui era la destra a disertare il voto.

write26 ha detto...

Il Giornale attacca Di Pietro:

“Tentò di incastrare Mastella”
Il Giornale attacca il leader dell’Italia dei valori e rivela che “secondo un finanziere l’ex Pm avrebbe segnalato ai giudici il possibile coinvolgimento di Clemente Mastella in un’inchiesta su una truffa”

A riprova dell’accusa avanzata, sottolinea il Giornale, c’è la testimonanza di Alessandro Giorgetta, imprenditore finito in carcere per la stessa truffa e tutt’ora sotto processo.

Giorgetta, riporta il Giornale, avrebbe denunciato: “Al mio processo uno dei testimoni ha riferito di aver ricevuto dalla Guardia di finanza un verbale già compilato con cui accusare il leader dell’Udeur”.

A provarlo, scrive il quotidiano diretto da Vittorio Feltri, ci sarebbero anche delle registrazioni, in cui un finanziere spiega esplicitamente che “il procedimento riceveva impulso da una segnalazione dell’onorevole Di Pietro che avanzava l’ipotesi di coinvolgimento dell’onorevole Mastella”.

L’inchiesta di cui parla il Giornale è la cosiddetta “operazione Piramide”, iniziata nel 2003 dalla procura di Larino (Campobasso). I pm iniziarono allora a indagare sull’ipotesi di una colossale truffa ai danni dello Stato da parte di alcuni imprenditori locali che avrebbero percepito erogazioni pubbliche senza realizzare poi le aziende previste.

A capo di questo gruppo di imprenditori ci sarebbero stati i fratelli Alessandro e Mauro Giorgetta. E dietro di loro si ipotizza ci fosse Clemente Mastella, allora leader dell’Udeur.
Ora, secondo il Giornale, Giorgetta ha depositato alla procura di Bari una mem0ria in cui dice di aver saputo da un amico finanziere che “dietro alle sue disgrazie ci sarebbe Antonio Di Pietro, interessato non tanto a infierire su di lui, quanto piuttosto a coinolgere nell’affaire Clemente Mastella”.

Clemente Mastella fa una querela. Mastella, letto l’articolo di questa mattina del Giornale, ha incaricato l’avvocato Giuseppe Benedetto di proporre denuncia-querela “nei confronti dei responsabili dei gravissimi reati commessi in suo danno e segnalati lunedì, con grande rilevanza, dal quotidiano Il Giornale”.

La replica di Di Pietro. Di Pietro ha negato di aver fatto mai un esposto nei confronti di Clemente Mastella nè di aver fatto sollecitazioni alla Procura di Bari perchè indagasse su di lui. Di Pietro ha anche anticipato che come l’ex ministro Mastella, presenterà anche lui denuncia per chiarire la vicenda di cui parla oggi ‘Il Giornale’.

“Finalmente – ha commentato in una nota Di Pietro – da parte dell’onorevole Mastella una scelta processuale che mi vede d’accordo: quella di denunciare all’autorità giudiziaria il contenuto delle segnalazioni pubblicate oggi su il Giornale.

Anch’io, come lui, presenterò analoga denuncia per conoscere esattamente cosa sia successo, non avendo presentato alcun esposto nei riguardi dell’onorevole Mastella né fatto alcuna sollecitazione alla Procura di Bari per indagare nei suoi confronti”.

“Ringrazio il Giornale di avere segnalato ancora una volta che Di Pietro ha fatto il suo dovere – ha detto il leader dell’Idv – Lunga vita agli amici del Giornale, che mi attaccano per avere fatto un esposto alla magistratura.

Questo è un atto doveroso da parte di tutti i cittadini quando vengono a conoscenza di fatti che possono interessare i giudici”.

“E ringrazio il Giornale – ha sottolineato l’ex pm – anche perché con i risarcimenti per i danni, contribuisce ormai da tempo alle mia economia familiare”.

minny ha detto...

Negli ultimi anni abbiamo visto e sopportato di tutto.Dai servizi pubblici resi inutilizzabili dalla trascuratezza con cui sono stati amministrati,conti pubblici gonfiati a vela,truffe e favori,stragi impunite che ancora urlano giustizia, fino a leggi manomesse ad hoc a favore di ogni sorta di mafioso,lestofante,faccendiere e trafficante.Nessuno è più contento,tutto e precario e c'è persino chi,pur di fare soldi,si è messo a fare sciacallaggio.
Un tempo, non molto lontano, esisteva l'etica, la morale. Per alcuni era uno scoglio assoluto, per altri solo un senso del limite. Oggi sembrano perse, retaggio del passato millennio.
Il popolo è stanco ma non ha perso dignità, è calpestato ma non ha perso il cuore.La nostra storia ci insegna che a tutto c'è un limite, che la pazienza a lungo repressa a volte esplode.Come classe di governanti, di maggioranza e d'opposizione, spesso scelti solo perchè si è meno peggio di qualcun altro, sanno di godere di scarsissima credibilità.In questo momento,vista l'estrema difficoltà, si dovrebbe imboccare la strada della saggezza e non fare la conta.Si dovrebbe imboccare la strada del bene comune e non quella dell'interesse di gruppo o di casta.Era il progetto dei nostri padri costituenti,ma probabilmente è stato dimenticato.Intanto,mentre gli altri litigano, lui, facendosi beffe di tutti quanti, fa il giramondo dall'Aquila ai Caraibi.