Campodimele (LT) il paese della longevità

Campodimele  (LT)  il paese della  longevità
Tra l'indifferenza dell' Amministrazione Comunale, in assenza di controlli, In località Sterza Piana Lenola (LT) ai confini del Parco Naturale dei Monti Aurunci , a meno di trecento metri dalle abitazioni private, i cittadini, tutti i giorni, assistono a questo scempio che rende l'aria irrespirabile con inevitabili conseguenze sulla salute pubblica grazie a questo impianto allocato nel confinante comune di Campodimele

sabato 15 maggio 2010

Addio alle Pensioni.




Ieri l’altro ero seduto in un bar di Roma, gustavo il mio caffè corretto al fernet e attendevo l’arrivo di un mio amico con il quale avevo appuntamento, nell’attesa non potei fare a meno di ascoltare la conversazione di un nutrito gruppetto di giovani che parlava a voce alta: argomento principe “le pensioni”.


Varie erano le interpretazioni ma tutte riconducibili ad un’unica sintesi tanto bizzarra quanto demenziale: “non possiamo essere noi a pagare le pensioni agli anziani” è palese che questi ragazzi non sono a conoscenza di quale possa essere l’iter contributivo, a carico dei lavoratori dipendenti, che gli permette loro di usufruire di una pensione, questa ignoranza in materia rischia di creare uno scontro generazionale a partire dalla prossima estate, sicuramente ad Agosto, quando il governo varerà la nuova maximanovra biennale da 25 miliardi che ha un nome preciso PENSIONI.


Questi giovani dovrebbero sapere che un lavoratore dipendente versa all’INPS il 48% del proprio stipendio lordo attraverso un mancato compenso frutto di una legge tipicamente italiana pari al 39% del reddito più un 9% trattenuto mensilmente dallo stipendio.


Negli altri paesi questi soldi vengono versati al lavoratore, sarà lui a decidere quale percentuale versare e a quale istituto previdenziale affidarsi, da noi, grazie ad una vecchia legge fascista che ci considera incapaci di intendere e di volere questa operazione viene svolta convenzionalmente dal datore di lavoro, che a volte si dimentica, e l’istituto previdenziale non lo possiamo scegliere è uno solo l’INPS per i privati INPDAP per i dipendenti pubblici.


L’INPS nel corso degli anni questi soldi li ha investiti in immobili che poi ha affittato a canoni sociali, con il ricavato ha pagato per anni le pensioni, le casse integrazioni, le malattie, ecc.ecc.

Così è stato fin quando non sono apparsi sulla scena politica italiana il grande imbonitore (Berlusconi) e lo scienziato della finanza creativa (Tremonti) che hanno trasformato INPS in un bancomat al quale “tutti” potevano prelevare ma questo non è bastato allora attraverso le famose “cartolarizzazioni” hanno costretto L’INPS a vendere i propri immobili compresi i loro uffici e paradossalmente a pagare gli affitti nei locali che poco prima erano di proprietà.


Così hanno quadrato i conti, complice una comunità europea disattenta e un opposizione all’acqua di rose.

Ora siamo alla frutta………….per ritardare almeno di tre anni (DOPO DI LUI IL DILUVIO) una crisi simile a quella che ha investito la Grecia,
questo governo sta studiando un progetto per congelare, almeno per un anno, l’uscita dall’aziende di 100.000 dipendenti privati con inevitabili ricadute in termine occupazionali sulle nuove assunzioni inoltre riapriranno la questione donne per equiparare al pubblico le signore che lavorano nelle aziende private.

Leggo su La Repubblica on line che:

Altri tagli verranno effettuati sul rinnovo dei contratti del pubblico impiego, il governo conta di recuperare un miliardo. Inoltre non si esclude la notizia del blocco della erogazione delle liquidazioni degli statali: oggi lo Stato deve pagare entro tre mesi (pena gli interessi di mora). Con le misure allo studio dei tecnici il tempo di attesa potrebbe essere raddoppiato. Si parla anche del blocco degli scatti di anzianità per alcune categorie, come i magistrati e i professori universitari. Allo studio anche l'azzeramento delle risorse per l'imposta agevolata al 10 per cento sui premi di produttività.

Infine la questione fisco. Accantonata ogni possibilità di riduzione fiscale, si pensa ad una stretta sui giochi e sul lotto, vera e propria gallina dalle uova d'oro dell'erario per la grande partecipazione popolare alle scommesse.

Poi ci saranno altri condoni fiscali, edilizi, tutti quei provvedimenti tesi a favorire chi non rispetta le regole, infatti la “lotta all’evasione fiscale” non figura in questa manovra ma credo neppure nella testa di Tremonti.


Fate attenzione perché un progetto subdolo per creare uno scontro generazionale è già in atto.




3 commenti:

Fuori Tema ha detto...

Supponiamo che un giovane sindaco, per sua sventura laureato in Ingegneria ambientale, decida di mettere le mani nella monnezza portando il suo paesello a una raccolta differenziata da record: 65%. Ipotizziamo che l'operazione vada a regime in soli quattro anni mantenendo invariate le tasse per i cittadini. Volendo esagerare, inventiamoci pure che il paese in questione si trovi nel cuore del territorio ambientalmente più devastato d'Italia, la provincia di Caserta.

Ebbene, in questa folle ipotesi, che farà mai il governo italiano nella persona del prefetto? Minaccerà ripetutamente di commissariare e sciogliere il comune troppo virtuoso. La storia, naturalmente, è vera. Il sindaco si chiama Vincenzo Cenname, ha 37 anni e una “capatosta” da far paura. Tutta Camigliano è con lui, 2.000 eversivi che hanno deciso di comportarsi da cittadini normali: pretendono di essere ben amministrati offrendo in cambio un’adeguata dose di responsabilità individuale. Lui annuisce serio: “Questo era il patto quando mi sono candidato. E tutto filava per il meglio, ma adesso la mia fascia è a disposizione. Me la tolgo piuttosto di far tornare nel fango questa città”.

Il problema è che la legge 26/2010 sulla ‘fine dell’emergenza rifiuti’ prevede la creazione di consorzi provinciali per la raccolta e lo smaltimento, cui i comuni devono delegare la funzione. “Neanche per sogno - ribatte l’ingegnere -. I consorzi sono stati la rovina della Campania, noi ne siamo usciti organizzando un sistema comunale che ha dato ottimi risultati. Adesso vogliono ributtarci nel calderone e mi intimano di consegnare gli elenchi dei nominativi per fare la bollettazione. Non glieli darò mai. Il prefetto Ezio Monaco me l’ha detto: se insisti devo procedere con il commissariamento, un sindaco non può disobbedire allo Stato”. Ma perché il nuovo consorzio, il Gisec, dovrebbe fallire? “Se lo stesso soggetto fa raccolta e smaltimento non ha alcun interesse a differenziare, cioè a migliorare - spiega Cenname -. Inoltre i consorzi riassorbiranno lo stesso personale di prima, secondo logiche di assistenzialismo e favoritismi: addio efficienza. Infine il Gisec farà le tariffe che vuole, e il cittadino non potrà più premiare o punire col voto. Che democrazia è?”.

In effetti l’amministratore del Gisec non è eleggibile. L’ha appena scelto il presidente della Provincia, Domenico Zinzi: si tratta di Felice Di Persia, ex magistrato di lungo corso (pm nel caso Tortora, membro del Csm, impegnato nell’Antimafia a Napoli). Nonché vivace presidente del Consorzio Rinascita, un nucleo di privati - tra cui la potentissima famiglia Coppola - impegnati nel rilancio della costa Domiziana in sinergia con gli enti locali. E adesso, l’incarico sui rifiuti. Che ne pensa sindaco? “Il famoso rilancio ha significato solo tanto cemento, io ho altri interessi. Non che l’unica questione civile sia l’immondizia, ma incide su denaro pubblico, salute, ambiente. Quando Zinzi dice che per prima cosa chiederà soldi all’Ue per costruire un nuovo inceneritore mi vengono i brividi”.

Gaetano Pecorella, presidente della Commissione bicamerale sugli illeciti connessi al ciclo dei rifiuti, è appena rientrato da una missione sul territorio, e non usa mezzi termini: “Nei giorni di permanenza a Caserta abbiamo avuto la conferma di una situazione che è da considerare da disastro ambientale. L’unica discarica in funzione va verso l’esaurimento, non sono stati avviati i lavori del termovalorizzatore, la situazione peggiora e non è ancora ben chiaro come sarà possibile recuperare il tempo perduto”. Detto da uno storico amico (e avvocato) del premier Berlusconi, fa effetto. Cenname ammicca: “Diciamo che la visita è capitata al momento giusto. Speriamo bene”.

Da il Fatto Quotidiano del 15 maggio

Fuori Tema ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
lenolaidv ha detto...

Nei primi quattro mesi del 2010 l'imponibile evaso in Italia è cresciuto del 6,7 per cento. Lo ha affermato Vittorio Carlomagno, presidente di Contribuenti.it, l'Associazione Contribuenti Italiani.

"In termini di imposte sottratte all'erario", si legge in una nota, "siamo nell'ordine dei 156 miliardi di euro l'anno. E' la stima calcolata da KRLS Network of Business Ethics per conto di Contribuenti.it.

Cinque sono le aree di evasione fiscale analizzate: economia sommersa, economia criminale, società di capitali, 'big company' e lavoratori autonomi e piccole imprese. "L'economia sommersa sottrae al fisco italiano un imponibile di circa 135 miliardi di euro l'anno". I lavoratori in nero sono circa 2,4 milioni, di cui 850.000 sono dipendenti che fanno il secondo o il terzo lavoro. Si stima un'evasione d'imposta pari a 34 miliardi di euro.

"Per l'economia criminale realizzata dalle grandi organizzazioni mafiose che, in almeno quattro regioni del Mezzogiorno, controllano buona parte del territorio, si stima che il giro di affari non "contabilizzato" si attesta sui 178 miliardi di euro l'anno, pari a un'imposta evasa di 63 miliardi di euro. Per le società di capitali, escluse le grandi imprese, è emerso che l'81% circa delle società di capitali italiane dichiara redditi negativi (53%) o meno di 10mila euro (28%).

In pratica su un totale di circa 800.000 società di capitali operative, l'81% non versa le imposte dovute. Si stima un'evasione fiscale attorno ai 18 miliardi di euro l'anno. Per le big company, una su tre ha chiuso il bilancio in perdita e non pagando le tasse.

Inoltre il 94% abusano del 'transfer pricing' per spostare costi e ricavi tra le società del gruppo trasferendo fittiziamente la tassazione nei paesi dove di fatto non vi sono controlli fiscali sottraendo al fisco italiano 31 miliardi di euro.