Campodimele (LT) il paese della longevità

Campodimele  (LT)  il paese della  longevità
Tra l'indifferenza dell' Amministrazione Comunale, in assenza di controlli, In località Sterza Piana Lenola (LT) ai confini del Parco Naturale dei Monti Aurunci , a meno di trecento metri dalle abitazioni private, i cittadini, tutti i giorni, assistono a questo scempio che rende l'aria irrespirabile con inevitabili conseguenze sulla salute pubblica grazie a questo impianto allocato nel confinante comune di Campodimele

domenica 25 luglio 2010

PARTIGIANI DEL TERZO MILLENNIO: FIAT, LETTERA DI UN OPERAIO A MARCHIONNE





Caro Sergio, Non posso nascondere l’emozione provata quando ho trovato la sua missiva, ho pensato fosse la comunicazione di un nuovo periodo di cassa integrazione e invece era la lettera del «padrone», anzi, chiedo scusa: la lettera di un collega.

Ho scoperto che abbiamo anche una cosa in comune, siamo nati entrambi in Italia.

Mi trova d’accordo quando dice che ci troviamo in una situazione molto delicata e che molte famiglie sentono di più il peso della crisi.
Aggiungerei però che sono le famiglie degli operai, magari quelle monoreddito, a pagare lo scotto maggiore, non la sua famiglia.

Io conosco la situazione più da vicino e, a differenza sua, ho molti amici che a causa dei licenziamenti, dei mancati rinnovi contrattuali o della cassa integrazione faticano ad arrivare a fine mese. Ma non sono certo che lei afferri realmente cosa voglia dire.

Quel che è certo è che lei ha centrato il nocciolo della questione: il momento è delicato. Quindi, che si fa?

La sua risposta, mi spiace dirlo, non è quella che speravo. Lei sostiene che sia il caso di accettare «le regole del gioco» perché «non l’abbiamo scelte noi». Chissà come sarebbe il nostro mondo se anche Rosa Lee Parks, Martin Luther King, Dante Di Nanni, Nelson Mandela, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, Emergency, Medici senza Frontiere e tutti i guerrieri del nonostante che tutti i giorni combattono regole ingiuste e discriminanti, avessero semplicemente chinato la testa, teorizzando che il razzismo, le dittature, la mafia o le guerre fossero semplicemente inevitabili, e che anziché combatterle sarebbe stato meglio assecondarle, adattarsi.
La regola che porta al profitto diminuendo i diritti dei lavoratori è una regola ingiusta e nel mio piccolo, io continuerò a crederlo e a oppormi.

Per quel che riguarda Pomigliano, le soluzioni che propone non mi convincono. Aumentare la competitività riducendo il benessere dei lavoratori è una soluzione in cui gli sforzi ricadono sugli operai. Lei saprà meglio di me come gestire un’azienda, però quando parla di «anomalie» a Pomigliano, non posso non pensare che io non conoscerò l'alta finanza, ma probabilmente lei non ha la minima idea di cosa sia realmente, mi passi l’espressione, «faticare».

Non so se lei ha mai avuto la fortuna di entrare in una fonderia. Beh, io ci lavoro da 13 anni e mentre il telegiornale ci raccomanda di non uscire nelle ore più calde, io sono a diretto contatto con l’alluminio fuso e sudo da stare male.
Le posso garantire che è già tutto sufficientemente inumano. Costringere dei padri di famiglia ad accettare condizioni di lavoro ulteriormente degradanti, e quel che peggio svilenti della loro dignità di lavoratori, non è una strategia aziendale: è una scappatoia.

Parliamo ora di cose belle. Mi sono nuovamente emozionato quando nella lettera ci ringrazia per quello che abbiamo fatto dal 2004 ad oggi, d’altronde come lei stesso dice «la forza di un’ organizzazione non arriva da nessuna altra parte se non dalle persone che ci lavorano».

Spero di non sembrarle venale se le dico che a una virile stretta di mano avrei preferito il Premio di risultato in busta paga oppure migliori condizioni di lavoro.

Oppure poteva concedere il rinnovo del contratto a tutti i ragazzi assunti per due giorni oppure una settimana solo per far fronte ai picchi di produzione, sfruttati con l’illusione di un rinnovo e poi rispediti a casa. Lei dice che ci siete riconoscenti.

Ci sono molti modi di dimostrare riconoscenza. Perché se, come pubblicano i giornali, la Fiat ha avuto un utile di 113 milioni di euro, ci viene negato il Premio di produzione? Ma immagino che non sia il momento di chiedere. D’altronde dopo tanti anni ho imparato: quando l’azienda va male non è il momento di chiedere perché i conti vanno male e quando l’azienda guadagna non è il momento di fermarsi a chiedere, è il momento di stringere i denti per continuare a far si che le cose vadano bene.

Lei vuole insegnarci che questa «è una sfida che si vince tutti insieme o tutti insieme si perde». Immagino che comprenda le mie difficoltà a credere che lei, io, i colleghi di Pomigliano e i milioni di operai che dipendono dalle sue decisioni, rischiamo alla pari.

Se si perderà noi perderemo, lei invece prenderà il suo panfilo e insieme alla sua liquidazione a svariati zeri veleggerà verso nuovi lidi. Noi tremeremo di paura pensando ai mutui e ai libri dei ragazzi, e accetteremo lavori con trattamenti ancora più più svilenti, perché quello che lei finge di non sapere, caro Sergio, è che quello che impone la Fiat, in Italia, viene poi adottato e imposto da ogni altro grande settore dell’industria.

Spero che queste righe scritte con il cuore non siano il sigillo della mia lettera di licenziamento. Solo negli ultimi tempi ho visto licenziare cinque miei colleghi perché non condividevano l’idea «dell’entità astratta, azienda».

Ora chiudo, anche se scriverle è stato bello. Spererei davvero che quando mi chiede se per i miei figli e i miei nipoti vorrei un futuro migliore di questo, guardassimo tutti e due verso lo stesso futuro. Temo invece che il futuro prospettato ai nostri figli sia un futuro fatto di iniquità, di ingiustizia e connotato da una profonda mancanza di umanità. (...) Un futuro in cui si devono accettare le regole, anche se ingiuste, perché non le abbiamo scelte noi. Sappia che non è così, lei può scegliere.

Insieme, lei e noi possiamo cambiarle quelle regole, cambiarle davvero, anche se temo che non sia questo il suo obbiettivo (...). A lei le cose vanno già molto bene così. Sappia che non ha il mio appoggio e che continuerò ad impegnarmi perché un altro mondo sia possibile. Buon lavoro anche a lei.


Massimiliano Cassaro





6 commenti:

Fuori Tema ha detto...

”Bertolaso si comporta come uno sciacallo e dovrebbe vergognarsi”. Lo afferma il portavoce nazionale dell’Italia dei Valori, Leoluca Orlando, commentando le affermazioni del capo della Protezione civile sulla tragedia di Duisburg.

Secondo Orlando, Bertolaso ”non ha i titoli per fare il primo della classe, soprattutto alla luce dello scandalo della Protezione civile che lo ha visto coinvolto. Infatti, dopo aver pontificato sulla tragedia di Haiti, mettendo in crisi i rapporti diplomatici fra Italia e Stati Uniti, ora strumentalizza l’enorme dramma di Duisburg ed il dolore per la morte di 19 ragazzi, per farsi bello e recuperare una credibilità ormai irrimediabilmente compromessa agli occhi dell’opinione pubblica italiana”.

”Bertolaso abbia più rispetto per le famiglie delle vittime – aggiunge il portavoce dell’Idv – alle quali va il nostro cordoglio e fra le quali, purtroppo, c’è anche una ragazza italiana”.

Fuori Tema ha detto...

Stimato onorevole Bersani, sull’elezione del Csm lei e il suo partito potete rendere un servizio a tutto il paese. I magistrati hanno già eletto i loro sedici rappresentanti. Il Parlamento non si mette d’accordo sugli otto che deve esprimere. Cinque spettano alla maggioranza, tre alla minoranza.
Marco Travaglio ha fatto notare che sarebbe un ennesimo scandalo se, in forza di una lottizzazione, la scelta cadesse su personalità partitiche (per la minoranza si parlava di un esponente Pd, uno Idv, uno Udc) anziché su personalità di alta statura giuridica la cui estraneità alle cariche politiche costituirebbe garanzia di imparzialità.
L’onorevole Di Pietro ha accolto l’invito di Travaglio e ha proposto all’opposizione di scegliere tra cinque nomi: Borrelli, Cordero, Zagrebelsky, Grevi, Tinti. Sono nomi che onorano il paese. L’opposizione ha la forza di imporne tre. Il meccanismo del quorum è tale che un terzo dei parlamentari è sufficiente a bloccare ogni nomina. Berlusconi, i cui rappresentanti erano tre e ora saliranno a cinque, ha interesse a che le otto nomine vengano fatte.
Lei e il suo partito avete dunque, e in modo tecnicamente facile, la possibilità di imporre che almeno tre degli otto membri di nomina parlamentare rappresentino quella ipoteca di serietà e di moralità di cui l’Italia onesta e civile avverte un improcrastinabile bisogno.
Non tradisca queste aspettative, che sono anche di molti dei suoi elettori.

Andrea Camilleri
Margherita Hack
Paolo Flores d’Arcais

(22 luglio 2010)

zonacesarini ha detto...

Wrhite, poco fa, mi sono complimentato con i ragazzi del PD sul loro Blo c’è uno scoop sensazionale, Bersani e Company hanno scoperto che a L’Aquila c’è stato un terremoto, tu ne sai qualcosa?

write26 ha detto...

zonacesarini, perdonami, non ho voglia di cazzeggiare, spicciatela con loro, un abbraccio write26

minny ha detto...

Perchè parlare di solidarietà verso gli abruzzesi mentre il governo pone la fiducia sulla manovra economica?? A quanto pare fanno più opposizione i finiani!! Il governo è alla frutta...noi cosa proponiamo?? Se con la nomina di un nuovo segretario provinciale assisteremo ad un cambiamento...io aspetto.

write26 ha detto...

Cara Minny aspetti un cambiamento? Stai fresca amica mia, cambiamento può significare molte cose, noi lo interpretiamo come un’inversione intellettuale di tendenza, ovvero: RESPONSABILITÀ, POSTI DI LAVORO, CONCESSIONI A CHI MERITA. NO AGLI AMICI DEGLI AMICI. NO ALLE DONNE CHE I POLITICI SI PORTANO A LETTO. Altri per cambiamento intendono il MANTENIMENTO DEL SISTEMA e il cambiamento avverrebbe nei beneficiari, praticamente un passaggio da una cricca ad un’altra cricca. Tutto ciò che è pubblico prima era tuo, oggi diventa mio. Ciao write26.