Campodimele (LT) il paese della longevità

Campodimele  (LT)  il paese della  longevità
Tra l'indifferenza dell' Amministrazione Comunale, in assenza di controlli, In località Sterza Piana Lenola (LT) ai confini del Parco Naturale dei Monti Aurunci , a meno di trecento metri dalle abitazioni private, i cittadini, tutti i giorni, assistono a questo scempio che rende l'aria irrespirabile con inevitabili conseguenze sulla salute pubblica grazie a questo impianto allocato nel confinante comune di Campodimele

lunedì 9 agosto 2010

LE MONDE: SARA’ LA CORRUZIONE A FAR CADERE BERLUSCONI.





Il giornale francese dedica un articolo alla conclusione, data per certa, dell’esperienza politica del Cavaliere, e parla di “presente nauseante” per un governo ormai indebolito e sull’orlo di una crisi di nervi
Glorificare il passato per dimenticare presente e futuro?

Presenta così Le Monde l’iniziativa della Memoria di Silvio Berlusconi, che ha chiesto ai circoli della Brambilla di portare in giro per l’Italia i risultati del suo governo: il quotidiano francese va addirittura oltre, pronosticando la fine (politica) del Cavaliere sullo sfondo delle ultime inchieste che hanno coinvolto gli uomini del suo partito.

UN PRESENTE NAUSEANTE – Parla di presente nauseante, le Monde, ricordando gli ultimi accadimenti della politica italiana.


Giorno dopo giorno, le indagini plasmano l’immagine di un paese dove la corruzione ha contagiato tutti i poteri. C’è un ministro – Claudio Scajola – che deve dimettersi perché beccato a farsi pagare un appartamento da un imprenditore edile. Un altro – Nicola Cosentino – che cerca di montare una campagna denigratoria contro un alleato. E poi Denis Verdini che si interessa alle gare d’appalto per l’energia eolica in Sardegna. Altri ancora che lavorano spartirsi la torta degli appalti pubblici, come per la ricostruzione de L’Aquila o il 150enario dell’Unità d’Italia, associandosi in società segrete (la P3) che richiamano ricordi del passato, come quella P2 dai tempi della quale nulla sembra cambiato.



MAFIA E POLITICA
– Intanto si scopre nelle indagini sugli attentati a Falcone e Borsellino che pezzi di Stato hanno collaborato con Cosa Nostra nell’assassino dei due giudici antimafia, e in Lombardia la ‘ndrangheta si infiltra nel sistema sanitario. La corruzione e le infiltrazioni mafiose sono ormai all’ordine del giorno in Italia, ma soprattutto, scrive Le Monde, per Berlusconi il prezzo politico di scandali in questa stagione è pesante. Non riuscendo a resistere alla pressione da parte dell’opposizione, ha fatto dimettere tre membri del suo governo in due mesi. Il 29 luglio, ha consumato la rottura con il suo principale alleato, Gianfranco Fini, che ha deciso di rimanere come presidente della Camera dei Deputati anche se Berlusconi gli aveva ordinato di rinunciare. E la legge controversa per limitare l’uso delle intercettazioni prezioso per le indagini di corruzione e di mafia e impedire la pubblicazione sulla stampa non ha completato il suo iter parlamentare.


E’ LA FINE?
- In tali circostanze, Berlusconi può arrivare alla fine del suo mandato nel 2013? Gli scenari alternativi sono in aumento, si parla di “governo tecnico”, “grande coalizione”, mescolando la destra, il centro e la sinistra, oppure le elezioni anticipate che potrebbero rivivificare il mandato del Cavaliere spazzando via le aspirazioni dei suoi avversari.

Molto probabilmente nessuna delle ipotesi si realizzerà e Berlusconi zoppiccherà fino al 2013. Anche perché né gli alleati né gli oppositori sembrano in grado di prendere il potere approfittando della sua debolezza.

Pertanto – conclude Le Monde – l’agonia del berlusconismo potrebbe anche essere quella di tutto il paese, in balia ogni mattina per l’annuncio di un nuovo scandalo, combattuto tra la vergogna e il fatalismo.

“L’Italia ha gli anticorpi per resistere alla corruzione”, ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Anticorpi? Più che altro, sembra ormai essersi abituata.






3 commenti:

lenolaidv ha detto...

Berlusconi nella sua sgangherata lettera ai suoi sudditi:

“no ai personalismi di chi antepone i propri particolari interessi al bene di tutti"

da quale pulpito dobbiamo ascoltare queste cazzate, parla lui che da quando è in politica non fa altro che farsi leggi su misura.

Fuori Tema ha detto...

Riporto un’ intervista al nostro Presidente pubblicata sul quotidiano "La Repubblica".
Antonio Di Pietro: Bersani? Sogna e s'illude che possa realizzarsi un Cln dentro il Parlamento. Ma non si realizzerà mai. Diranno di volerlo fare, ma i terzopolisti vogliono solo andare al governo, non riscrivere le regole per fare le elezioni. Lui sta solo perdendo tempo correndo appresso alla luna.
Subito al voto con un patto forte tra Pd e IdV, Vendola e tutto il popolo dei movimenti.
La Repubblica: Non le basta che il leader Pd dica, come lei ha detto tante volte, che “bisogna liberarsi di Berlusconi”?
Antonio Di Pietro: Certo, si deve superare l'anomalia piduista di Berlusconi. E' un dato di fatto, tant'è che non ha più la maggioranza e il Paese, alla luce degli scandali continui e delle leggi ad personam, ha un moto di repulsione verso il suo modo di comportarsi. Ma quali sono i passaggi obbligati per liberarci di lui? C'è chi ritiene, come noi e altri, che si debba andare al voto al più presto. E chi vuole passare per un governo tecnico che faccia alcune riforme, legge elettorale e una che garantisca il pluralismo dell'informazione.
La Repubblica: E voi che preferite?
Antonio Di Pietro: Allo stato non ci sono le condizioni per una maggioranza che riesca a realizzare queste leggi. Ma il rischio è che se si lascia ancora Berlusconi al suo posto quello si riprende dal calo di credibilità. E' uno che ha sette vite ed è capace di risorgere dai colpi più duri.
La Repubblica: Un governo col terzo polo?
Antonio Di Pietro: Non mi fido di questo grande centro, perché non è mosso dal nobile intento di fare leggi, ma dal potere per il potere, per sistemare se stesso come ha fatto nella prima Repubblica. Si passa dalla padella nella brace.
La Repubblica: E’ un no reciso?
Antonio Di Pietro: Io non mi affido a un terzo polo ricattatorio, che pretende di governare senza il consenso parlamentare. Resto per il sistema bipolare. Vorrei andare sulla luna e se c'e' lo shuttle ci vado. Vorrei una nuova legge elettorale e una sull'informazione, e sono disposto a contribuire. Ma sto coi piedi per terra, e non vorrei che aspettando la luna questi si fregano il pozzo.
La Repubblica: Vuole votare subito?
Antonio Di Pietro: Si', mi preparo per votare al piu' presto, perche' Berlusconi non permettera' a Fini di costruire un polo alternativo a lui stesso. Si votera' in primavera.
La Repubblica: Ma Bersani a questo pensa...
Antonio Di Pietro: Il problema del Pd e' andare alle elezioni con un gruppo unitario che va dagli ex comunisti agli ex fascisti. Da Fini a Vendola. Ma gli elettori ci prenderebbero a calci negli stinchi.
La Repubblica: Un'opzione senza risultati?
Antonio Di Pietro: E' un modo politichese di affrontare il problema senza alcuna speranza di successo, serve solo per dare piu' potere di interdizione e di ricatto al terzo polo. Il Pd dev'essere coerente e fare una scelta di campo: restare bipolare e nel centrosinistra. Decida che fare.

Fuori Tema ha detto...

La Repubblica: E voi?
Antonio Di Pietro: Vogliamo restare nel centrosinistra e costruire una coalizione. Il problema non e' che vuole fare il Pd, ma cosa vogliamo farne noi di loro. Vuole andare con Fini? Allora diremo alla gente che ci siamo noi a rappresentare il centrosinistra, per cui il loro sara' un voto venduto al nemico.
La Repubblica: Ma in questa coalizione chi c'e'?
Antonio Di Pietro: Non c’è Fini, non c'è Casini, non c'è il terzo polo.
La Repubblica: E Rutelli?
Antonio Di Pietro: Se n'è gia' andato. Solo un masochista fa un governo con una scheggia del Pd gia' passata dall'altra parte. E poi Fini e Casini non faranno mai un accordo a sinistra. Quelli ci pigliano i nostri voti, vincono le elezioni e stanno al governo per 50 anni.
La Repubblica: Bersani sbaglia strategia?
Antonio Di Pietro: Non lui, ma il Pd, che e' una formazione complessa, con una miriade di posizioni diverse. Lui deve trovare una sintesi per stabilire con chi si vuole maritare. E fare una scelta movimentista con un’area vasta di cui facciamo parte noi, Vendola, i tanti movimenti, i rappresentanti della societa' civile che in questi mesi hanno manifestato contro Berlusconi.
La Repubblica: L'alleanza dell'IdV con Vendola e' scontata?
Antonio Di Pietro: Spero che lo sia anche quella con il Pd, a 360 gradi. L'unico indeciso e' il Pd che vorrebbe tutti assieme, destra e sinistra in un unico calderone. Non e' possibile, noi non ci stiamo. Deve scegliere. Non pensi di poter chiudere un'alleanza solo sul piano numerico, com'e' successo con l'Unione quando si sono messi assieme capra e cavoli che non ci azzeccavano niente.
Stare con noi significa condividere un programma. L'IdV ha raccolto le firme su tre referendum: nucleare, acqua, legittimo impedimento. Il Pd che vuole fare?.