Campodimele (LT) il paese della longevità

Campodimele  (LT)  il paese della  longevità
Tra l'indifferenza dell' Amministrazione Comunale, in assenza di controlli, In località Sterza Piana Lenola (LT) ai confini del Parco Naturale dei Monti Aurunci , a meno di trecento metri dalle abitazioni private, i cittadini, tutti i giorni, assistono a questo scempio che rende l'aria irrespirabile con inevitabili conseguenze sulla salute pubblica grazie a questo impianto allocato nel confinante comune di Campodimele

mercoledì 4 agosto 2010

Ecco chi è Caliendo:





"Giacomino" (così Caliendo è chiamato dagli amici) è indagato nel processo sulla P3 per violazione della Legge Anselmi (legge nata ad hoc per le associazioni massoniche. Nacque, infatti, ai tempi della P2), in quanto più e più volte il nome del Sottosegretario compare nelle intercettazioni (gli scherzi del destino: Caliendo è il relatore del Ddl sulle intercettazioni …): si pensa a pressioni sulla Corte per far passare il Lodo Alfano e pressioni per far riammettere la lista Formigoni.

E’ a lui, infatti, che il 23 settembre telefona Pasquale Lombardi (uno dei tre, già arrestati) per ragguagliarlo sulla questione Corte Costituzionale: “E poi stasera chiamo Antonio perché abbiamo fatto un discorso anche per quanto riguarda la Corte Costituzionale […] Amm’ fa’ nu poc’ na conta a vedé quanti sonn’ i nostri e quanti son i loro, per cui se potimm’ correre ai ripar’, mettere delle bucature, siamo disponibili a fare tutto [… ] e poi giustamente abbiamo fissato che ogni giorno, ogni settimana bisogna che ci incontriamo per discutere tra i noi e vedere ando sta o’ buono e ando sta o’ malamente”. E poi il 1 ottobre, quando a parlare con Lombardi è Algina Ferrara, segretaria di Caliendo: “Ah, poi a Giacomino glielo dici senta devi sta là perché ce sta pure Carbone (presidente della Corte di Cassazione, ndr)” . “A che ora?”, chiede la donna, “Alle due precise! Due meno un quarto”, replica Lombardi. Più tardi i due si risentono: “Sono fatti importanti che lui non si può sottrarre! – afferma sempre il faccendiere Lombardi – Perché non è un fatto… per il Parlamento che so cazzi per altri! Stavolta sono per cazzi suoi! Hai capito?”.

Come abbiamo detto, però, Caliendo si interessa anche alla vicenda che coinvolge Roberto Formigoni e la sua lista, “Per la Lombardia”, per un periodo esclusa per vizi formali dalle elezioni regionali dello scorso marzo.

Anche in questo caso Lombardi si sente più volte con Caliendo: ”Ma tu l’hai sentito che la… Formigoni è stato… non è stato […] hanno rigettato la lista! L’hai sentito? […] ho chiamato pure già a Fofò! Pe vedè come si può apparà qua! Domani mattina tengo appuntamento con l’avvocato di Formigoni in modo che devo vedere il tipo di ricorso che hanno fatto com’è”. E ancora: “Io già ho mandato a dirglielo da Santamaria a Fofò che chiamasse a ’sti tre quattri sciemi e non dessero fastidio”. Ci si chiederà: chi è “Fofò”? E’ Alfonso Marra, Presidente della Corte d’Appello di Milano, fatto eleggere dalla cricca e poi contattato per intervenire a favore del ricorso della lista.

Il 2 marzo Lombardi si reca a Milano e dopo avere incontrato il collaboratore di Formigoni informa Caliendo: “[… ] niente, niente ancora perché ho parlato con Fofò, Fofò tiene la camera penale… devi chiamarlo […] tiene la camera di consiglio […] e là non si può muovere però tu dovrai chiamare e devi intervenire dopo le due nella commissione che deve vedere il ricorso di coso (di Formigoni, ndr)”.
Caliendo non è molto convinto di quest’intervento: “Sì ma non lo fa, non lo fa… già c’ho parlato”, ma Lombardi insiste: “Embè è fesso allora… che cazzo […] chiamatello… e non se può mai… tanto io già gliel’ho detto gli lascio anche una copia qua, capito! Una copia del ricorso”. In pratica, dunque, il ricorso per la lista è stato redatto dalla cricca stessa. Tant’è che il pomeriggio dello stesso giorno Marra telefona a Lombardi entusiasta del documento: “E’ fatto benissimo, per dinci, nulla da dire”.

Sappiamo bene, però, come sono andate le cose: il ricorso viene rigettato. Ma la cricca non si perde d’animo e contatta Arcibaldo Miller, capo degli Ispettori presso il Ministero della Giustizia, affinché intervenga.

Intanto Lombardi e Arcangelo Martino (anche lui arrestato) monitorano la situazione. Vogliono sapere quando il sottosegretario Caliendo pensa che verrà ordinata l’ispezione: “Ma lui che ti ha detto Giacomo ieri che quando si poteva i… ipotizzare” – “Subito come il Ministro arrivava a Roma… deve stare il Ministro a Roma per dare l’incarico” risponde Lombardi, che, poco dopo, aggiunge per tranquillizzare Martino: “Ho chiamato a Giacomino per dirgli state provvedendo a questo? Giacomo mi ha risposto di sì”. “E io mo vado a vedere il Ministro per dire oh corri a Roma (inc)… tengo a Giacomino che mi fa da spalla e stiamo a posto”.

Questo bastava per capire cosa fare? Votare la mozione di sfiducia o astenersi? Questo NON era un dilemma. O almeno non doveva esserlo.

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