
Francesco Cossiga è morto alle 13,18 all'ospedale Gemelli di Roma dove da lunedì 9 agosto era ricoverato in rianimazione per una insufficienza cardiorespiratoria.
La morte di Francesco Cossiga segna la scomparsa di uno dei testimoni più importanti e significativi della prima Repubblica e dei suoi misteri. Secondo alcune indiscrezioni Cossiga avrebbe lasciato delle lettere sigillate e custodite in un plico alle massime autorità dello Stato. A CNRmedia le testimonianze di Bobo Craxi Luigi Berlinguer, Paolo Cento, Nando Dalla Chiesa e Daria Bonfietti
''Con Francesco Cossiga scompare una delle figure più eminenti della Repubblica italiana" ha detto Bobo Craxi, figlio del leader socialista Bettino. "Cossiga fu per mio padre più di un collega, erano amici. Lo andò a trovare anche quando era in esilio in Tunisia, rompendo un tabu - aggiunge Bobo Craxi - . È stato sempre vicino alla mia famiglia, che ne ha sempre apprezzato le grandi doti umane, l'intelligenza, la straordinaria ironia. L'Italia ha perso una personalità la cui grandezza stride di fronte ai personaggi della seconda Repubblica'' conclude Bobo Craxi ricordando la figura del presidente Emerito della Repubblica.
"È stata una persona di rara intelligenza, di molta curiosità, che ha avuto in più occasioni della sua vita una funzione di rinnovamento. Però è stata una personalità contraddittoria: a queste qualità si aggiunge uno spirito molto marcato e atteggiamenti che indulgevano al personalismo o forme di polemica politica inusuale che non sempre potevano essere giustificate con l'originalità o con l'amore della verità. Aveva un animo misterioso: per esempio la sua sensibilità per la massoneria, alcune sue uscite su vicende politiche più recenti". Così l'ex ministro della Pubblica Istruzione e europarlamentare Luigi Berlinguer ricorda Francesco Cossiga.
"Tutta la sua carriera si è svolta all'interno delle istituzioni e lui ha lavorato con forte senso istituzionale: noi abbiamo bisogno di personalità della politica che sentano le istituzioni come parte di se stessi. Oggi non c'è in alcune parti un rispetto sufficiente per le istituzioni. Lui era diverso".
"Negli ultimi tempi ci aveva lasciato un messaggio di speranza, perché tendeva a raccontare pezzi di verità importanti che ci hanno permesso di riaprire le indagini sulla vicenda" afferma Daria Bonfietti, presidente dell'Associazione Parenti Vittime Strage Ustica. "E' stato un messaggio importante - dice Bonfietti - quegli elementi li ha dati ai maigistrati, speriamo che siano utili per arrivare finalmente alle responsabilità di quell'evento. La sua presa di posizione è stata importante" conclude.
"Non posso dimenticare le tante malevolenze che Cossiga espresse su mio padre. La pietà per la morte non cancella i ricordi". Questo il commento sulla morte del Presidente Cossiga da parte di Nando Dalla Chiesa. "Di segreti Cossiga ne ha conservati tanti - dice Dalla Chiesa - e falsi segreti li ha alimentati con le sue interviste. Ho i miei interrogativi, del perché avesse preso questa usanza di attaccare persone alla memoria. Mio padre non era l'unico, ricordo Moro, ricordo Berlinguer. Io posso solo giudicarlo in base a quello che diceva, arrendendomi davanti al fatto che aveva una capacità di raccontare sui media vicende incontrollabili" conclude Dalla Chiesa.
"Cossiga porta con sé molte ombre che hanno caratterizzato la vita democratica del nostro Paese. Chissà che non abbia lasciato una specie di memoriale postumo per aiutarci a comprendere che cosa accadde il 12 maggio 1977, quando fu assassinata Giorgiana Masi e le ragioni di un uso spregiudicato delle squadre speciali che caratterizzò quegli anni" spiega Paolo Cento di Sinistra e Libertà, promotore di una commissione d'inchiesta per chiarire i contorni della morte della giovane militante radicale. All'epoca Cossiga era Ministro degli Interni.
"Avremmo preferito che invece elle lettere ci fosse stato un contributo di Cossiga da vivo - aggiunge Cento - non tanto per le responsabilità giudiziarie dei protagonisti di allora, ma perchè una democrazia è forte e vince quando è in grado di riconoscere i propri errori come furono le leggi speciali".
CNRmedia - 17/08/10
1 commento:
Cossiga (forse meglio sarebbe “scriverlo” con la K) un uomo per tutte le stagioni, tutte le volte che il POTERE ha chiamato lui era li pronto a metterci la sua faccia, al punto di consacrare, insieme a Mastella, anche Massimo D’Alema, (vice del suo acerrimo nemico Achille Occhetto.)
Achille Occhetto lo accusò di attentare alla Costituzione con le sue dichiarazioni provocatorie volte a modificare il sistema istituzionale, le cosiddette “picconate” e soprattutto per la sua appartenenza alla struttura militare clandestina Gladio.
Achille Occhetto è stato segretario e fondatore del PDS, quello della Bolognina per intenderci, oggi leggere le dichiarazioni di Franceschini e di Bersani sul blog del PD lenolese mi provoca il voltastomaco, spero che vorrete perdonarmi.
Che dire io avrei preferito non averlo come compatriota, avrei preferito fosse nato non so………….in Africa o in Cina ma comunque lontano dal mio paese.
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