Campodimele (LT) il paese della longevità

Campodimele  (LT)  il paese della  longevità
Tra l'indifferenza dell' Amministrazione Comunale, in assenza di controlli, In località Sterza Piana Lenola (LT) ai confini del Parco Naturale dei Monti Aurunci , a meno di trecento metri dalle abitazioni private, i cittadini, tutti i giorni, assistono a questo scempio che rende l'aria irrespirabile con inevitabili conseguenze sulla salute pubblica grazie a questo impianto allocato nel confinante comune di Campodimele

mercoledì 2 giugno 2010

INTERCETTAZIONI


da Il Fatto Quotidiano, 1 giugno 2010

Il dibattito parlamentare sulla legge bavaglio Al Fano è meglio del cabaret, anche perché è tutto gratis. Da due anni, da quando B. temeva l’uscita di intercettazioni che avrebbero svelato il quarto segreto di Fatima (perché alcune ministre sono ministre), va in scena la seguente pantomima: il governo di un noto corruttore ed evasore, amico di mafiosi e papponi, commissiona al suo Guardasigilli-portaborse e al suo onorevole-avvocato una legge che favorisce mafiosi, papponi, corruttori, evasori e, siccome la legge è uguale per tutti, anche truffatori, scippatori, rapinatori, spacciatori, sequestratori, stupratori e assassini. Li immunizza dal rischio sia di essere scoperti e puniti, sia di finire sui giornali per quello che sono.

Basterebbe ricordare il mandante, gli esecutori materiali e l’utilizzatore finale della legge anti-intercettazioni per capirne il movente. Basterebbe ricordare come si è giunti a incastrare B. nei suoi vari processi per rendersi conto che è tagliata su misura di quei precedenti per evitare che si ripetano: l’articolo Mills, il comma D’Addario, il preambolo Trani, il codicillo Mediaset, il cavillo Dell’Utri, l’inciso Saccà. Ma ricordare queste cosette non si può, se no la gente capisce tutto, compresi i beoti che han votato B. bevendosi la superballa della “sicurezza” pensando alla propria, mentre lui pensava alla sua. Dunque ecco assieparsi intorno alla legge Al Nano un termitaio di opinionisti un tanto al chilo, giuristi per caso, scalatori di discese, sfondatori di porte aperte, statisti di chiara fama ma soprattutto fame: tutti intenti a commentarla in punto di diritto e in punta di forchetta, a prescindere, fingendo che davvero serva a tutelare la privacy, la reputazione e il segreto investigativo, e non a salvare le chiappe a B. e alla sua banda larga (secondo Pigi Battista, per dire, la legge la fanno per Francesca, la massaggiatrice della “ripassata” a Bertolaso).


All’inizio Al Fano restrinse il novero dei reati “intercettabili”. E tutti a meravigliarsi: ohibò, ma così non s’intercetta più per corruzione, per frode fiscale e per i reati-fine tipici dei mafiosi. Oh bella, ci voleva tanto a capire che la legge è fatta apposta? Ponzio Napolitano convocò Angelino Jolie per una bella lavata di capo, pardon un “alto monito del Colle”, e lo rimandò indietro a caccia di “una riforma condivisa”. Nessuno osò obiettare che gli unici a condividerla sono i criminali. Il Guardagingilli tentò di occultare movente e mandante con un’altra versione: s’intercetta per tutti i reati ora intercettabili, ma solo in presenza di “gravi indizi di colpevolezza”, cioè s’è già scoperto il colpevole, cioè mai. Il solito esercito di ipocriti ricadde dal pero: ohibò, imporre i gravi indizi di colpevolezza è come dire che non si intercetta più. Ma va? Chi l’avrebbe mai detto.

Il premier fa di tutto per comunicarci che è pronto a tutto, anche a mandare impuniti migliaia di delinquenti comuni, pur di nascondere i reati suoi e degli amici degli amici. Ma nessuno gli dà retta e si continua a disquisire di commi e sottocommi, emendamenti e subemendamenti per “migliorare” la legge. Al Fano, esausto, fa uscire i gravi indizi di colpevolezza dalla porta e li fa rientrare dalla finestra. Riecco la falange dei finti tonti. “Ancora un piccolo sforzo”, dice il Pd. “Fuochino, via la norma transitoria sui processi in corso e ci siamo”, dicono i finiani, impegnatissimi a limitare i danni di una legge della loro stessa maggioranza. L’Anm chiede “tre cose semplici: niente limite di 75 giorni, niente divieto per le ambientali, niente competenza ai tribunali collegiali. Poi la legge va bene”. Hai detto niente: così non resta più nulla. E che la fanno a fare, la legge contro le intercettazioni, se non abolisce le intercettazioni?
Tutto è pronto per la comica finale: Veltroni, il Pd e Ciampi chiedono a Berlusconi di fare piena luce sulle stragi. Certo, come no. Quello che, alla domanda “dove ha preso i soldi?”, si avvalse della facoltà di non rispondere, ora dovrebbe dire la verità sulle stragi. Magari s’intercetta da solo mentre la dice. Ma questi ci sono o ci fanno?

(Vignetta di Fei)

1 commento:

Fuori Tema ha detto...

Apologia di reato, denunciamo Feltri

Fonte:
http://www.antimafiaduemila.com/content/view/28684/48/

2 giugno 2010

GIUSTIZIA. Ha superato il segno, e questa volta lo denunciamo. Vittorio Feltri, direttore del Giornale, ieri apriva la prima così: “Israele ha fatto bene a sparare”.


Ha superato il segno, e questa volta lo denunciamo. Vittorio Feltri, direttore del Giornale, ieri apriva la prima così: “Israele ha fatto bene a sparare”. Al titolo criminale seguiva un editoriale infarcito di falsità e controinformazione che in confronto le veline dei servizi israeliani sembrano oneste agenzie di stampa. Il Giornale di ieri è uno sconcio per diversi motivi. Il primo è giornalistico: si sostiene, infatti, una serie di vaccate stratosferiche:

1) che Israele ha attaccato la Flotilla per difendere la sovranità dello Stato ebraico. Che è falso, visto che le navi piene di aiuti umanitari sono state attaccate in acque internazionali e comunque erano dirette a Gaza, Palestina. Un territorio affamato dal blocco (illegale, quello sì) israeliano.

2) Feltri dice di riferirsi alla ricostruzione “ufficiale” (un corno, è quella del governo israeliano parte in causa) perché “loro” non erano lì né c’erano altri giornalisti. Falsissimo. Di giornalisti le navi erano piene, peccato che sono ancora tutti sequestrati illegalmente. Inclusa la troupe di Al Jazeera che era sulla Mavi Marmara.

3) «Israele è in conflitto da sempre con i palestinesi, ma non lo è con il popolo sofferente e incolpevole, ma con Hamas che non è un mite partito votato ad amministrare, è un grande movimento terroristico». Qui più che il falso colpisce l’ignoranza bovina.

Ma Feltri lo sa che Hamas ha guadagnato consensi grazie alla rabbia del popolo “innocente e inconsapevole” per le politiche di Israele nonché l’inettitudine e la corruzione di Al fatah? O che Hamas ha vinto le elezioni politiche democraticamente nel 2006 e non gli è stato concesso di governare? O che a dicembre del 2008 c’è stata una operazione militare chiamata “Piombo fuso” che ha devastato Gaza e ucciso migliaia di civili? Grida davvero vendetta. Dove sono l’ordine dei giornalisti, il sindacato della stampa, i paladini della libertà e la correttezza d’informazione?

Passi l’ignoranza, e passi pure la malafede. Ma a tutto c’è un limite. Nelle prime ore del mattino di lunedì delle persone sono state uccise senza ragione. Quella che Feltri fa sul Giornale ha un nome preciso nel nostro Codice penale: si chiama apologia di reato. Un crimine che le nostre leggi puniscono con la galera da uno a cinque anni. E che nel caso di terrorismo o crimini contro l’umanità, fattispecie che facilmente si potrebbe applicare al caso, viene aumentata della metà.

Non è civile un Paese che permette l’apologia di reato addirittura a mezzo stampa. Per questo Terra ha dato mandato ai suoi legali di denunciare Vittorio Feltri e il direttore responsabile del Giornale. Ci vediamo in tribunale.