Campodimele (LT) il paese della longevità

Campodimele  (LT)  il paese della  longevità
Tra l'indifferenza dell' Amministrazione Comunale, in assenza di controlli, In località Sterza Piana Lenola (LT) ai confini del Parco Naturale dei Monti Aurunci , a meno di trecento metri dalle abitazioni private, i cittadini, tutti i giorni, assistono a questo scempio che rende l'aria irrespirabile con inevitabili conseguenze sulla salute pubblica grazie a questo impianto allocato nel confinante comune di Campodimele

venerdì 25 giugno 2010

PRINCIPALI EVENTI ESTIVI LENOLESI


GIUGNO

Domenica 27

Ore 21,00 anfiteatro a cura della palestra fisiosport Pecchia dimostrazione di Taekwondo e danza

Mercoledì 30

Ore 21,00 Santuario del colle. Saggio di Musica Classica a cura dell’Ass. Centro Artistico G.Verdi

LUGLIO

Sabato 3

Ore 21,00 anfiteatro. Concerto del complesso bandistico “G.Molinaro”

Domenica 4

Mattina. Ore 7,00 località Pantano a cura del comitato Sagra del Pantano dimostrazione della mietitura.

Serata. Ore 21,00 anfiteatro. Saggio della palestra Meeting di Maria Assunta Spada

Lunedì 12

Dal 12 al 14 Ore 20,30 Piazza Notarianni. 2° edizione torneo di Beach Volley

Da Giovedì 15 a Lunedì 18

Ore 21,00 località Pantano a cura del comitato Sagra del Pantano. 7° festa dell’Antica Trebbiatura

Luned’ 19

Ore 20,30 Piazza Notarianni.Proseguimento 2° edizione Torneo Beach Volley

Sabato 24

Ore 20,00 località Santa Croce. Festa della Santissima Croce

Domenica 25

Giornata del volontariato a cura delle Associazioni di volontariato

Ore 03,30. Partenza da piazza Cavour a cura degli Amici della Natura pellegrinaggio storico/religioso alla Madonna della Civita

Martedì 27

Ore 21,30 parco Mondragon. Giovani artisti dal mondo. Concerto di musica classica nell’ambito del 46° festival Pontino

Mercoledì 28

Dal 28 Luglio al 1 Agosto ore 21,00 anfiteatro. A cura dell’Associazione cinema e società 13° festival internazionale “Inventa un film” 2010

Da Venerdì 30 a Domenica 1 Agosto con inizio alle ore 18,00 località Le Strette a cura della sezione Enalcaccia. 4° Sagra della bruschetta e prodotti tipici-Festa dei cacciatori

AGOSTO

Venerdì 6

Ore 20,30 Piazza Lago a cura del comitato Quartiere Lago 5° edizione della sagra della zuppa e fagioli

Sabato 7

Ore 7,30. Escursione alla grotta di “Santa Vomma” partenza da Piazza Cavour per Cima del Nibbio a 1,023 metri s.l.m. a cura degli amici della natura

Ore 18,30.Loc.Quercia del Monaco inaugurazione del “Ripristino degli antichi Cippi” che delimitavano i confini tra lo stato Pontificio e il regno delle due Sicilie

Ore 21,00.Piazzale Che Guevara a cura dell'M.P.Group 24 ore di sport

Ore 21,00.Piazzale Mondragon a cura del Parco Regionale Monti Ausoni rievocazione storica della battaglia 1860 fra briganti e piemontesi del grutto “Imago Historiae”

Domenica 8

Parco Mondragon a cura della Feronia e Consulta dei commercianti 1° edizione mostra mercato dei prodotti tipici del territorio con degustazione e vendita

Martedì 10 e Mercoledì 11

Piazza Cavour festa di partito

Giovedì 12

Ore 21,00 anfiteatro a cura del centro anziani. Teatro popolare “Puzzess’ accisa l’America”

Venerdi 13

Ore 15,00 sino alla 24,00 Via G.Marconi a cura della Consulta dei Commercianti. 8° edizione dei Ponti in festa

Domenica 15

Ore 21,00 anfiteatro. ON in concerto

Lunedì 23

Piazza Notarianni. Area dance DJ Fidaleo, revival ’70 ’80 ’90 house music e latino americano

Domenica 29

Gran premio Madonna del Colle ore 16,00 località Colle a cura del C.S.la Fontana

SETTEMBRE

14,15,16 a cura dell’apposito comitato festa Madonna del Colle

martedì 22 giugno 2010

Lettera aperta a Beppe Grillo di SONIA ALFANO




Caro Beppe,

ho pensato molto prima di fare un passo di questo tipo e adesso ti scrivo questa lettera pubblica per domandarti le ragioni del comportamento che negli ultimi mesi hai avuto nei miei confronti. Sai bene che ho provato a contattarti, ti ho inviato sms e sembra che il chiarimento privato, quello che riguarda il nostro rapporto personale, non ti interessi particolarmente considerando i tuoi silenzi. D’altra parte ritengo che un chiarimento pubblico sia dovuto, specie per correttezza nei riguardi delle persone con le quali abbiamo condiviso molte battaglie degli ultimi anni.


In Sicilia nel 2008 siamo stati i primi, coraggiosi, a lanciare le liste civiche regionali del blog. Accettai con entusiasmo e senso di responsabilità la scelta venuta dal basso di essere la candidata Presidente della Regione dei “grillini” , nonostante fossi consapevole che quell’esperienza avrebbe comportato più oneri che onori. E sono fiera di quell’esperienza e delle persone che ho conosciuto.

L’anno successivo hai appoggiato la mia candidatura alle elezioni europee nelle liste dell’Italia dei Valori come indipendente – qualità che tuttora mi caratterizza –, per portare al Parlamento Europeo le istanze e le battaglie del blog. Ed è a questa missione che dedico tutte le mie energie e il mio impegno da ormai un anno a questa parte.

Ogni mia iniziativa, ogni mio intervento in aula, ogni mio post da luglio 2009 a oggi ti è stato inviato con preghiera di essere pubblicato; per dimostrare che in Europa siamo presenti, che insieme al mio staff, tutti giovani ragazzi provenienti dai meet-up, stiamo lavorando senza sosta, magari con un pizzico di inesperienza, ma senza sosta. Se scorri le tematiche da me trattate – e che conosci benissimo – ti renderai conto che non esiste una sola azione della mia attività parlamentare che vada in direzione opposta rispetto a quell’idea di società, quell’idea di Italia che condividiamo insieme a milioni di italiani. Eppure il blog ha deciso di non dare alcuna visibilità a quello che stavo facendo in Europa.


Anzi a partire da aprile 2010 l’indifferenza, già di per sé grave, si è trasformata in veri e propri attacchi alla mia persona. Attacchi che mi sono giunti improvvisi, immotivati e soprattutto che non hai avuto il coraggio di fare direttamente ma attraverso terze voci tramite il blog. Mi riferisco in particolare alle parole di David Borrelli che hai pubblicato il 20 aprile 2010 in cui si parlava delle regionali in Veneto lamentando “la presenza di alcuni candidati indipendenti dentro a Italia dei Valori, queste persone che fino a pochi mesi fa si erano presentati magari nei propri comuni con liste civiche legate a Beppe Grillo usando il suo nome e la sua faccia, che hanno improvvisamente, a detta loro, con un preciso progetto legato a Sonia Alfano, hanno deciso improvvisamente di candidarsi come indipendenti dentro l’Italia dei Valori e questo ha inevitabilmente creato qualche problema, qualche confusione, l’elettore non riusciva a capire più per chi doveva votare, faceva assolutamente confusione in questo senso”. Il “preciso progetto” di candidare persone pulite come Benny Calasanzio che tu stesso hai avallato prima di decidere di presentare la lista civica regionale 5 Stelle in Veneto.

Oppure quando hai citato l’inchiesta de L’Espresso sui presunti voli deluxe, anche questa strumentalizzata a dovere dai mezzi di informazione.

Come hai visto non ho risposto pubblicamente finora a tali accuse. Qualche giorno fa però è arrivato l’attacco finale, quello più paradossale: il blog è stato disposto a rinnegare il suo impegno verso la tutela del consumatore, la trasparenza e la pubblicità non ingannevole, schierandosi a fianco di Castelli, de ”Il Giornale”, de “La Padania” pur di attaccare la mia persona.

È evidente che il post in questione era indirizzato a me. Cito testualmente: “l’Europarlamento ha colpito ancora. Dopo la lunghezza della coda dei cani e la curvatura delle banane si è occupato della Nutella. L’emendamento 191 al rapporto Sommer è stato bocciato per un solo voto grazie all’assenza e al voto contrario di alcuni rappresentanti italiani”. Siamo stati in due gli italiani a votare contro l’emendamento 191 (voluto dalle lobbies industriali!), schierandoci a difesa della norma che regolamenta la pubblicità degli alimenti affinché via sia coerenza tra i messaggi promozionali e i profili nutrizionali dei prodotti. Due soli eurodeputati, io e Domenici, che hanno tenuto la schiena dritta ignorando le pressioni delle multinazionali.


E allora ti chiedo, come avresti votato tu Beppe? E se io avessi votato come TUTTI gli eurodeputati italiani, andando contro gli impegni che ho nei confronti di chi mi ha votato, non mi avresti attaccato in quanto correa dell’ennesimo inciucio PDL-PD che calpesta il consumatore per tutelare l’azienda dell’uomo più ricco d’Italia? Perché non pubblichi i miei resoconti e i miei post per testimoniare che il Parlamento Europeo si occupa anche di altro oltre che del fondamentale argomento dell’etichettatura degli alimenti (e non della Nutella)? Perché sostieni la campagna di disinformazione scrivendo che la Nutella dovrà applicare sui contenitori messaggi del tipo “nuoce gravemente alla linea”? Perché Beppe?

Le mie sono domande doverose alle quali purtroppo non riesco a trovare risposta. E come me moltissime persone. Come ami dire tu in rete non puoi mentire, in rete se fai qualcosa di sbagliato ti “distruggono” in pochi minuti. Beh Beppe, se leggi i commenti al tuo post sulla Nutella ti renderai conto che la “stranezza” della posizione del blog è stata riscontrata da molti.

Spero che tu voglia chiarire, io sono pronta a farlo, a mettere alcune incomprensioni da parte e lo dichiaro pubblicamente in questa lettera. Sono convinta del fatto che abbiamo ancora tante battaglie da combattere fianco a fianco.

Fiduciosa di ricevere una tua risposta,

Sonia


Fonte: http://www.soniaalfano.it/blog/2010/06/21/lettera-aperta-a-beppe-grillo/

lunedì 21 giugno 2010

Domani il popolo viola a Pomigliano in difesa della Costituzione, volantinaggio e conferenza stampa





I gruppi locali del Popolo Viola di Napoli e Salerno, in rappresentanza di tutto il Popolo Viola terrànno una conferenza stampa martedì 22 giugno alle ore 10 davanti ai cancelli della Fiat di Pomigliano.

Il Popolo Viola conferma il suo impegno per il rispetto della Costituzione, del suo primo articolo che pone il lavoro a fondamento della Repubblica e di altri articoli che riconoscono ai lavoratori il diritto di sciopero.

Per il Popolo Viola tali diritti costituzionali non sono a disposizione di nessuno e non possono essere negoziati tra le parti, siano essi imprenditori o sindacati. Per questo, i cittadini che si riconoscono nel popolo viola ricorreranno in tutte le sedi contro l’applicazione di un eventuale accordo che mette in discussione, nega o cancella prerogative costituzionali.

Il popolo viola sarà martedì davanti ai cancelli della Fiat di Pomigliano D’arco dalle 9 volantinaggio e alle 10 conferenza stampa.

Roma, 20 giugno 2010

Per informazioni o per partecipare all'iniziative chiamare Anna Mazza (339 1367598)

venerdì 18 giugno 2010

BRANCHER UN NOME UNA GARANZIA di A. Di Pietro.






CHE SCHIFO!!!!! write26


Oggi Silvio Berlusconi ha nominato Aldo Brancher Ministro per l’attuazione del Federalismo. Mi verrebbe da dire: un nome, una garanzia. Infatti la ricca biografia di quest’uomo è la conferma di ciò che andiamo ripetendo da tempo: se sei pulito e non hai problemi con la giustizia non puoi far parte del Governo Berlusconi.

E’ un messaggio chiaro, diciamo ‘educativo’ per le nuove generazioni: l’onestà è una virtù che non porta profitti, se la tua fedina penale è immacolata non potrai amministrare la res publica. Mentre se sei stato detenuto a San Vittore per falso in bilancio e finanziamento illecito all’allora partito socialista italiano, come nel caso di Brancher, e scarcerato solo per decorrenza dei termini di custodia cautelare e ti sei salvato in Cassazione solo grazie alla prescrizione per il primo reato e alla depenalizzazione per il secondo dopo essere stato condannato in appello, allora hai fatto bingo: puoi diventare Ministro.

E non è sicuramente un caso che certi fantasmi del passato riemergano: Brancher nel 1993 era di fatto un lobbista che si occupava di mantenere buoni rapporti tra la Fininvest e i partiti, piazzando spot politici sulle reti di Berlusconi. Infatti, ai tempi, fu chiamato a rispondere anche di un versamento di 300 milioni di vecchie lire al Psi. Brancher tentò di scagionare il gruppo Berlusconi, sostenendo che era stata la sua Promogolden ad acquistare gli spazi pubblicitari per conto dell’attuale Presidente del Consiglio.

Il Pool di Mani Pulite ipotizzò, invece, che l’operazione nascondesse un finanziamento illecito, autorizzato da Fedele Confalonieri, che venne iscritto sul registro degli indagati, anche se quest'ultimo fu assolto.

Insomma Brancher è l’uomo giusto al posto giusto e viene fuori anche da un vecchio racconto di Silvio Berlusconi: "quando il nostro collaboratore era a San Vittore, io e Confalonieri giravamo intorno al carcere: volevamo metterci in comunicazione con lui". Mi chiedo: "Chissà perché? Avevano paura che parlasse?". Ma Brancher non parlò.

Ci sono particolari interessanti che non possono essere trascurati: venne condannato in primo e secondo grado a due anni e otto mesi per le tangenti sugli spot anti Aids per falso in bilancio e violazione della legge sul finanziamento ai partiti, subito dopo divenne responsabile di Forza Italia Nord, deputato e sottosegretario alle riforme istituzionali.

Questo è il passato, mentre oggi il neo Ministro Aldo Brancher risulta sotto processo, imputato di appropriazione indebita in relazione a soldi incassati dall’ex numero uno della Banca Popolare di Lodi, Giampiero Fiorani, nell’ambito della vicenda della scalata Antonveneta.


Le ultime udienze, guarda caso, sono state rinviate al 26 giugno per i cosiddetti “impegni istituzionali”. E il suo nome è riapparso sui giornali tre mesi fa nell'inchiesta sul maxiriciclaggio. Gennaro Mokbel, ritenuto il dominus della truffa, in una telefonata intercettata dagli inquirenti parla di Brancher come ispiratore di un fantomatico "Partito federalismo italiano" in Belgio.

Oggi ho presentato un’interpellanza al Governo per sapere: se il signor Brancher sia stato premiato con la nomina a Ministro per ciò che ha fatto in passato, per ciò che non ha detto o se questo nuovo incarico sia il solito modo di offrire garanzie di impunità, alla luce del processo in corso, che gli verrebbero date grazie al legittimo impedimento. Legge che permette ai ministri di non presentarsi ai processi per “motivi istituzionali”.

Insomma, Berlusconi, Dell’Utri, Cosentino, Brancher e i loro numerosi amici, con nutrite fedine penali, hanno sostituito il Parlamento e i Ministeri con le Aule dei tribunali e i carceri.

Ma a noi poco interessa, l'importante è che il Centro Sinistra sia in crescita in Sicilia e in Sardegna il prossimo autunno "mangereremo" la crescita.

sabato 12 giugno 2010

MA I PARTITI DI OPPOSIZIONE DOVE SONO?




LA MISURA E’ COLMA
SEGNALAZIONE ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA


Con dichiarazioni pubbliche e inequivocabili, fatte il giorno 9 giugno 2010, come documentato dalla libera stampa allegata, il presidente del consiglio dei ministri «pro tempore», Silvio Berlusconi ha definito «inferno» le garanzie stabilite dalla Carta Costituzionale e ha continuato a denigrare le istituzioni di garanzia come la Corte Costituzionale dello Stato, incorrendo così, e non è la prima volta, nel reato di attentato contro la Costituzione e organi costituzionali, in forza della legge n. 85 del 24 febbraio 2006 che ha modificato il codice penale e in particolare gli artt. 283 (Attentato contro la Costituzione dello Stato) e art. 289 (Attentato contro organi costituzionali e contro le assemblee regionali).

La violenza si evince dalla virulenza delle parole accompagnate dalla mimica corporea che solo in video è possibile valutare.

Questo insulto ultimo in ordine cronologico contro le Istituzioni di garanzia, a mio parere, rendono inadatto a governare chi le pronuncia che ha il dovere di essere garante della difesa della Carta costituzionale sulla quale ha avuto anche l’impudenza di «giurare» più di una volta, configurando così il suo modo di concepire il governo inficiato anche dall’immoralità dello spergiuro.

Io, Paolo Farinella, prete, cittadino italiano, datore di lavoro in quota non elettore del sig. Berlusconi Silvio e quindi all’opposizione, pretendo che egli sia, si comporti e parli all’altezza del mandato «pro tempore» che ha ricevuto per esercitare un servizio alla Nazione come prescrive l’art. art. 54 della Carta Costituzionale:

«Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi. I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge».

«Disciplina e onore» significa rispetto e ossequio non stravolgimento e insulto, compostezza istituzionale e responsabilità del ruolo non denigrazione e attacchi sempre più virulenti di tutte le forme di garanzia che sono i cardini dei uno Stato democratico.

Poiché le esternazioni, al limite della patologia, sono avvenute in pubblico, davanti a centinaia di persone, con la presente segnalo a codesta Procura di volere verifica se non esiste un reato di attentato allo Stato per dileggio sistematico, recidivo e recrudescente della Suprema Legge che regola l’equilibrio dei poteri costituzionali garantiti, quell’equilibrio che il suddetto non ha né potrà mai avere perché immerso nel suo «peccato originale»: il culto di se stesso come via per instaurare in Italia una forma di dittatura senza Costituzione.

Poiché sulla Costituzione il presidente del consiglio dei ministri e tutto il suo governo hanno giurato promettendo «fedeltà e leale osservanza» come recita la formula:

«Giuro di essere fedele alla Repubblica, di osservarne lealmente la Costituzione e le leggi e di esercitare le mie funzioni nell'interesse esclusivo della nazione»

prescritta dall’art. 1, comma 3, della legge n. 400/88.

Il giuramento non è un atto di mero protocollo, ma rappresenta l’espressione del dovere di fedeltà che incombe in modo particolare su tutti i cittadini ed, in modo particolare, su coloro che svolgono funzioni pubbliche fondamentali (in base all'art. 54 della Costituzione). Infatti la data del giuramento è discriminante perché costituisce l’invalicabile «terminus a quo» da cui cominciare a contare i dieci giorni entro i quali, il Governo è tenuto a presentarsi davanti a ciascuna Camera per ottenere il voto di fiducia.

Il fatto è così evidente che il Presidente del Consiglio e i Ministri assumono le loro responsabilità non dal momento della fiducia, ma dal preciso istante in cui con il giuramento davanti al Capo dello Stato, questi firma il decreto di nomina, prima ancora della fiducia.

Tutto ciò premesso e considerato, chiedo a codesta Procura di volere procedere a termini di Legge.

Si allegano alcuni quotidiani del giorno 10 giungo 2010 che dedicano ampio spazio alla violenza oratoria con cui il Presidente del Consiglio dei Ministri ha violentato e deturpato pubblicamente la Carta Costituzionale Italiana, di cui io e molti altri andiamo fieri.

Genova 10 giungo 2010

Don Paolo Farinella, cittadino sovrano, prete

mercoledì 9 giugno 2010

SOTTOSCRIVI la lettera al Presidente Napolitano. “Migliaia di italiani saranno costretti a violare la legge per difendere la Costituzione”




Egregio Presidente Napolitano,

le scriviamo come a un amico, l’amico che custodisce il bene più prezioso della nostra società. La Costituzione. Le scriviamo con un misto di speranza e sconcerto. Perché ogni giorno che passa diventa sempre più difficile, e le assicuro non solo per noi, capire cosa stia succedendo in questo nostro Paese.

Lei continua a mandare messaggi di ottimismo agli italiani ogni qual volta prende la parola pubblicamente, ma forse non sa che per la grande maggioranza di noi l’ottimismo è un lusso. Siamo tutti troppo impegnati a sopravvivere per essere ottimisti. Troppo confusi e spaventati per avere speranza.
Vediamo giorno dopo giorno liquefarsi il patto sociale che ha tenuto in piedi questo Paese per 65 anni, quello sancito nell’articolo 1. Non è colpa sua, Presidente, ma ormai da anni, se non decenni, il lavoro è uscito dal racconto sociale.
Il lavoro, paradigma centrale nel Novecento, da valore e fondamento del contratto democratico è diventato elemento accessorio. Un surplus. Sia sul piano culturale che su quello materiale. Quando la disoccupazione a livello generale supera il 10% e per i giovani il 30%, non è in pericolo solo la stabilità economica e sociale di una Paese, è in pericolo la democrazia.

Quando poi oltre a questo dato incontestabile si aggiungono altre pericolosissime e ormai quotidiane aggressioni a diritti fondamentali dei cittadini sanciti dalla Carta costituzionali, lo sconcerto si trasforma in allarme, tensione e purtroppo conflitto.
Equità sociale, trasparenza assoluta della pubblica amministrazione, legge uguale per tutti, questione morale e lotta alla corruzione, diritto di espressione e diritto di essere informati, contrappesi fra i poteri dello Stato, indipendenza della magistratura: è evidente a tutti i cittadini che in questo Paese alcuni poteri intendono mettere pesantemente mano su questi nodi irrinunciabili del patto di cittadinanza.
Come è sempre più evidente che parallelamente si sta procedendo, attraverso un numero spropositato di decreti e leggi ordinarie, alla riscrittura de facto della Costituzione andando perfino a toccare l’unità dello Stato.

Siamo perfettamente consapevoli che i suoi poteri sono molto limitati e di come sia difficile per lei, oggi, contrapporsi a questo attacco concentrico contro la Costituzione. Ma so anche che in politica la parola pesa, e che la sua potrebbe essere determinante a modificare un andamento che sembra voler archiviare la democrazia parlamentare nata dalla Resistenza e dalla Costituente del primo dopo guerra.
La sua parola, il suo giudizio, suoi eventuali messaggi alle Camere, potrebbero avere un potere politico sostanziale ben più efficace di rimandare ogni tanto quei testi più grossolanamente anticostituzionali come le è capitato di fare in questi anni.

Lo sappiamo che per fare questo, per uscire allo scoperto oltre alla ritualità a cui, per legge, è vincolato, è necessario che ci sia un pericolo per la democrazia e la tenuta dello Stato. Ma, caro Presidente, è proprio di questo di cui sto parlando. Ormai c’è un divario enorme fra legalità e giustizia, fra norma e democrazia.
Ci sono interi settori del Paese che si troveranno costretti, per necessità e per scelta, a violare alcune delle leggi che sono nate ultimamente e stanno vedendo luce in queste settimane. Le faccio due esempi, quello dell’obbligo di denuncia da parte dei medici in caso si ritrovino a curare dei migranti clandestini e poi quello che spingerà molti di noi, cittadini e operatori dell’informazione, a violare molti dei vincoli imposti alla stampa nel Ddl intercettazioni in discussione in queste ore.

Caro Presidente, ci saranno persone che violeranno e in parte già violano norme approvate dall’attuale coalizione di maggioranza. Se questo non è un allarme per la tenuta della nostra democrazia, cos’altro è?

Quando le leggi contrastano così palesemente con il patto costituzionale e i diritti fondamentali sanciti da ogni democrazia matura – come dovrebbe ed è stata finora la nostra – il pericolo è davvero troppo. Centinaia di migliaia di giovani, ricercatori, scienziati e professionisti hanno già preso la via dell’emigrazione verso altri Paesi. Una migrazione di massa della parte più importante della nostra società. Altre migliaia di persone civilmente violeranno sistematicamente le leggi più inique approvate nella nostra storia repubblicana. Violare le leggi per garantire la giustizia, per difendere il Paese e la sua democrazia costituzionale: è questo il paradosso a cui stiamo per assistere.

Per questo la invito a dare un segnale autorevole e inequivocabile in difesa di questo Paese e di questa democrazia. Finché si è ancora in tempo, prima che di questa nostra Italia non rimangano solo macerie. Facendo tutto quello che può grazie alla sua esperienza e all’autorevole ruolo che ricopre grazie alla sua carica. Parli a questo Paese ed eserciti il suo diritto di critica.

PER SOTTOSCRIVERLA BASTA CONNETTERSI A QUESTO LINK:
http://www.gliitaliani.it/egregio-presidente/


Campodimele, spunta l’ipotesi “I fumi della centrale diventeranno energia”

fonte: Latina Oggi Martedì 8 Giugno 2010

http://www.dagolab.eu/public/LatinaOggi/Archivio/58a282b19fc5dd0befc2/pag31fondi.pdf

POTREBBE risolversi presto la polemica relativa ai fumi emessi dalla centrale elettrica di Campodimele
alimentata dalla pianta d’ulivo. L’impianto mal visto dai vicini del Comune di Lenola, secondo alcune indiscrezioni
provenienti dagli ambienti comunali di Campodimele, potrebbe essere presto interessato da un ulteriore progetto di conversione delle emissioni in vapore, da utilizzare a sua volta per l’alimentare attività produttive.

C’è infatti allo studio un sistema per chiudere del tutto il ciclo di energia, rendendo ancora più «pulita» la filiera che
trasforma la sansa in energia.
Al momento si tratta solo di ipotesi. Il progetto è allo studio e starebbe ricevendl’interesse anche degli
enti provinciali e regionali.

Ma l’amministrazione comunale di Campodimele,
sarebbe intenzionata ad accrescere il valore produttivo
dell ’area e liminando del tutto i problemi relativi alle emissioni.

Si punta, dunque, a costituire una zona artigianale d’eccellenza e a fugare del tutto le lamentele.

La centrale di Campodimele infatti è da tempo al centro di un botta e risposta con la minoranza del Comune
di Lenola.

Propr io sul blog dell’Italia dei Valori campeggia in bella vista un collage fotografico che denuncia come la zona in cui sorge la centrale elettrica, a ridosso del Parco dei Monti Aurunci, sia molesta per i residenti e per lo stesso Comune.

Uno scontro tra paesi confinanti che secondo gli ambienti della maggioranza
campomelana non avrebbe ragione di essere, dal momento che dietro il progetto che porta la firma della Regione, ci sono scrupolosi controlli della Asl, dell’Arpa, e una costante attenzione al rispetto dei criteri
imposti anche dalla Comunità europea.

A quanto pare, però, ora Campodimele ha deciso di rilanciare, ipotizzando un ulteriore «anello» della catena energetica, con la costruzione di un impianto in grado di convertire i fumi emessi dalla centrale in vapore da utilizzare come ulteriore fonte di energia.

Diego Roma

venerdì 4 giugno 2010

Formia: anche questa è mala sanità



Con l’obiettivo di interagire sempre con maggiore intensità con i comuni della provincia, pubblichiamo questo post su richiesta del Segretario organizzativo IdV di Latina.

Nel nostro paese gli incarichi non vengono assegnati per merito, questo lo sanno anche i sassi, ma quando la “clientela" prevale anche nel comparto sanitario è a rischio la salute pubblica e Italia dei Valori non riesce a tacere. Quando si scavalcano procedure concorsuali a vantaggio di colloqui a porte chiuse noi non ci stiamo.

Questo è quanto avviene a Formia dove i medici, non allineati, vengono continuamente umiliati e vessati da chi invece dovrebbe valorizzarne pregi e capacità.

Non a caso la scelta del primario del pronto Soccorso del nosocomio “Dono Svizzero” è ricaduta su un candidato esterno, attualmente impegnato a Napoli, solo perché vanta nel suo curriculum le stesse origini native della Direttrice Sanitaria, già impegnata nell’arricchire il suo staff con medici siciliani.

Nel contempo l’ospedale è in sofferenza, non è più in grado di rispondere alle emergenze, mancano i posti letto e i macchinari ma questi, vengono trattati come problemi non prioritari.

Importante invece è costruire parcheggi sotterrane adibiti all’ospedale stesso o restaurare infrastrutture tipo l’ospedale di Gaeta che tra l’altro dovrà chiudere o peggio ancora iniziare per poi sospendere i lavori dell’ospedale di Minturno dove le esigenze dei pazienti vengono passate in secondo piano subordinate agli aspetti estetici ed architettonici degli
immobili.

Il segretario Organizzativo IDV di Latina
Brozzi Marco






giovedì 3 giugno 2010

Basta acquistare case a Di Pietro con le querelle a Feltri, che poi paga l’editore, ma siccome l’editore è Berlusconi alla fine paghiamo noi.





Male non fare, paura non avere

di ANTONIO DI PIETRO-


Ieri sera, all’ora di cena, mi è arrivata una notizia che - lì per lì - mi ha fatto sorridere perché non potevo crederci. Sono stato avvisato che nelle redazioni dei giornali girava uno stralcio del verbale dell’interrogatorio ai PM di Perugia dell’architetto Angelo Zampolini in cui venivo tirato in ballo pure io. Zampolini avrebbe riferito ai magistrati che avrei ricevuto due case dall’istituto religioso Propaganda Fide grazie all’intercessione dell’imprenditore Anemone e dell’ex Presidente del Consiglio dei Lavori Pubblici Balducci.

Ho subito smentito e me ne sono andato a dormire serenamente. Non poteva essere vero, mi sono detto, giacchè non ho mai avuto né in affitto né in vendita né in comodato alcun immobile né da Anemone né da Propaganda Fide.

Questa mattina, apro i giornali e scopro che Zampolini, interrogato dai magistrati di Perugia, dapprima il giorno 18 maggio dice di non sapere nulla e poi, 4 giorni dopo, il 24 maggio, sente il bisogno irrefrenabile di tornare “spontaneamente” dai magistrati per dichiarare che “Balducci fece avere al Ministro Di Pietro due case in affitto a Roma, attraverso la Congregazione Propaganda Fide. La prima era in via della Vite ed è stata per un periodo una delle sedi dell’Italia dei Valori. L’altra era in via delle Quattro Fontane, credo fosse per la figlia…”.

Non entro nel merito circa l’opportunità o meno di prendere in affitto dai preti un appartamento anche se non credo sia uno scandalo, purchè venga pagato il giusto prezzo e non vi sia nulla di illecito in cambio. Intendo invece riaffermare con forza che non è proprio vero – nel senso materiale del termine - quanto affermato da Zampolini, al quale evidentemente qualcuno ha propinato false informazioni per mettere tutti nello stesso calderone. Io, ripeto, non ho mai preso in affitto appartamenti da Propaganda Fide (né per me o mia figlia né per la sede dell’Italia dei Valori) e lo voglio qui documentalmente dimostrare (cosa che farò anche con i PM di Perugia ai quali ho chiesto di essere immediatamente sentito).

Con riferimento al primo appartamento – quello che Zampolini indica come una sede di IDV in via della Vite - posso tranquillamente assicurare che fino a stamattina nemmeno sapevo dell’esistenza di un tale immobile. Anzi, fino a stamattina nemmeno sapevo dove si trovasse via della Vite, figurarsi se potevo avervi aperto una sede del partito.

Ho subito svolto accertamenti ed ho - ora - appurato che tale appartamento in realtà era stato preso in affitto dalla società Editrice Mediterranea Srl, con sede appunto in via della Vite n.3 Roma, il cui legale rappresentante è tale Antonio Lavitola. Trattasi di una società editrice che svolgeva (e forse svolge anche tuttora) l’attività di realizzazione, gestione e distribuzione di testate giornalistiche per conto proprio e di terzi.

Ebbene, l’Italia dei Valori ha deliberato in data 21 febbraio 2006 (e quindi in epoca addirittura precedente le elezioni politiche di quell’anno e del mio insediamento al Ministero delle Infrastrutture) di stipulare con detta società la realizzazione e la diffusione del giornale del partito. Allego al riguardo la delibera assunta in tale data dall’Ufficio di Presidenza di IDV (allegato 1), da cui – fra l’altro - risulta in maniera inconfutabile che la società Editrice Mediterranea aveva già all’epoca la propria sede in via della Vite n.3 allorchè stipulò il contratto con IDV. Allego anche la segnalazione al Tribunale di Roma – Sezione stampa e Informazione, effettuata (sempre il giorno 28 febbraio 2006) per conto di IDV dal sen . Aniello Formisano con cui si è affidato alla predetta società la realizzazione del quotidiano dell’Italia dei Valori (allegato 2). Anche in questo caso vi è la prova della data certa, data che è precedente alla mia nomina di Ministro ed anzi all’epoca non ero nemmeno al Parlamento italiano e quindi – anche volendo - non avrei potuto in alcun modo interloquire con Balducci ed Anemone. Vi è anche la prova che la predetta casa editrice aveva già sede in via della Vite prima ancora che nascesse il giornale e, quindi, non può esser vero che sia stato IDV a prendere in affitto tale immobile.

Il contratto di servizio è stato stipulato in data 7 aprile 2006 (e quindi ancora una volta prima delle elezioni e prima che io diventassi Ministro) ed è durato fino al 1° agosto 2007, come risulta dalla comunicazione di avvenuta dismissione della testata del 30 ottobre 2007, debitamente notificata al Tribunale di Roma – Sezione Stampa ed Editoria (allegato 3). Questo documento è interessante perché fornisce la riprova documentale che l’immobile di via della Vite non sia e non sia mai stato nella disponibilità di IDV. Infatti, il mittente della lettera (Editrice Mediterranea) - pur dando atto di aver già da tempo rescisso il contratto - indica nell’intestazione che la propria sede legale è rimasta sempre l’indirizzo di via della Vite n.3, Roma.

In conclusione, è documentalmente provato che la sede di via della Vite era nella esclusiva disponibilità di Editrice Mediterranea prima, durante e dopo i rapporti con IDV. Il partito non ha mai avuto in affitto l’immobile di via della Vite né ha mai fatto richiesta ad alcuno per averla. Il fatto, poi, che una società fornitrice di servizi (di cui si sia avvalsa anche IDV ma non solo) avesse – essa, e non IDV – sede in una casa di proprietà di Propaganda Fide non può in alcun modo essere fatta risalire a nostra responsabilità, altrimenti dovrebbe valere l’assurdo principio per cui ogni volta che qualcuno chiede al giardiniere di tagliargli il prato dovrebbe assicurarsi, prima di sapere di chi è la proprietà del locale, dove tiene gli attrezzi!

Con riferimento, poi, all’appartamento di via IV Fontane a Roma, esso è stato preso in affitto dall’on.le Silvana Mura, la quale - su segnalazione del collega sen. Stefano Pedica - ha stipulato il 9 novembre 2006 un contratto di locazione con la società “Congregazione per l’evangelizzazione di popoli” di Roma. Produco al riguardo il contratto di affitto in questione (allegato 4), da cui risulta un canone fissato sin dall’inizio in euro 21.600 annuali e quindi in 1.800 euro mensili, oltre alle spese condominiali di circa 200 euro mensili. In totale, quindi, l’on.le Mura paga e ha sempre pagato 2.000 euro mensili. Il contratto è intestato a Claudio Belotti che è il convivente ed il padre di suo figlio. Per completezza, segnalo che la società proprietaria ha concesso la locazione espressamente “ad uso abitativo con facoltà del conduttore di destinare alcune porzioni a studio professionale, fermo restando fra le parti che l’uso prevalente sia quello abitativo” (così espressamente recita l’art. 1 del contratto di locazione).

Da ultimo, specifico che mia figlia Anna non ha mai abitato – nemmeno per un solo giorno - in tale appartamento né lo ha mai preso in affitto. Anna all’epoca pensava di iscriversi alla Luiss e per questo si mise anche lei, insieme a me, a cercare un appartamentino in affitto ed il sen. Pedica indicò anche a noi diverse soluzioni, tra cui anche l’appartamento di via IV Fontane. Poi, però, Anna preferì iscriversi alla Bocconi di Milano e non dette alcun seguito alla proposta. Ovviamente se l’affitto si fosse concretizzato, sarebbe stata cura mia e di mia figlia accertare la correttezza sotto ogni aspetto dell’operazione, cosa che comunque ha fatto la collega on.le Mura, riscontrandone ogni regolarità. Altrettanto ovviamente né io, né Mura e - men che meno - mia figlia abbiamo mai avuto a che fare con il sig. Anemone, persona che nessuno di noi conosce.

E veniamo infine all’insinuazione di Zampolini, secondo cui io avrei fatto solo finta di osteggiare gli appalti che erano stati programmati per le celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia ed alle elucubrazioni secondo le quali io non avrei preso provvedimenti adeguati.

Al mio arrivo al Ministero delle infrastrutture, alla fine dell'Aprile 2006, l’ing. Balducci era Presidente del Consiglio dei Lavori Pubblici, ovvero era la massima carica istituzionale del Ministero a cui per legge spetta lo status di indipendenza gerarchica anche rispetto al Ministro (art. 1, comma 2 DPR 204/2006). Al predetto Consiglio spettava e spetta il compito di esprimere pareri vincolanti su ogni progetto di lavori pubblici superiore ai 25 milioni di euro e su ogni altro progetto finanziato per almeno il 50% dallo Stato. Per dirla alla “dipietrese”, in Italia, in tema di grandi lavori pubblici, non si muove foglia che il Consiglio Superiore non voglia.

Ebbene, io ho subito spostato l’ing. Balducci al 2° Dipartimento (Infrastrutture e regolazione dei lavori pubblici), che per legge (art. 5 DPR 300/99) non gestisce materialmente alcun capitolo di bilancio ma li assegna – questa volta sotto il diretto controllo del Ministro - ai direttori generali competenti per le singole aree di attività del Dipartimento stesso. L’ing. Balducci non ha, peraltro, mai svolto tale attività perchè dalla data della sua nomina (18.9.2006) alla data in cui ha lasciato il Ministero (1.11.2006) è sempre stato in malattia.

Egli, infatti, è stato chiamato nel novembre 2006 dalla Presidenza del Consiglio dell’epoca a svolgere le funzioni di Responsabile della Struttura di missione per le celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia. Insomma con me al Ministero delle Infrastrutture, Balducci non ha mai svolto alcuna attività lavorativa.

Posso invece provare documentalmente che io mi opposi in modo fermo e risoluto alle modalità con cui venne istituita ed organizzata la predetta Struttura di missione ed anche il modo poco trasparente con cui venivano realizzati gli appalti. Ben altro ho detto e dirò ai magistrati, ma sento il dovere pubblico di provare da subito quanto affermo. Produco al riguardo – e tanto per citarne una – la nota n. 16240 del 14 dicembre 2007, da me scritta ed indirizzata al Presidente del Consiglio ed ai colleghi Ministri interessati dell’epoca, con cui testualmente ho contestato sia la legittimità dei compiti che svolgeva la struttura di Missione presieduta da Balducci, sia le modalità con cui venivano commissionati e svolti gli appalti (allegato 5). La lettera porta una doppia mia firma per rimarcare la gravità di quanto stavo denunciando e si conclude con le seguenti tre righe da me personalmente manoscritte: “Vi prego, ci stiamo avviando verso macroscopiche violazioni di legge e questo non può essere accettato, se riscontrato”.

Poi come noto, con l’inizio dell’anno nuovo, il Governo andò in crisi e ci fu lo scioglimento anticipato del Parlamento. Arrivò il nuovo Governo che - invece di prendere atto di quanto da me segnalato ed intervenire di conseguenza - confermò modalità e struttura fino quando non è arrivata la Magistratura.

So bene che molti depistatori e professionisti della disinformazione insisteranno nei prossimi giorni nel prendersela con me nel malcelato tentativo di “fare di tutt’erba un fascio” ma costoro sappiano sin d’ora che dovranno rispondere delle loro azioni davanti all’Autorità giudiziaria.


http://www.antoniodipietro.com/

P.s. Toni' lascialo parlare non lo querelare tanto a ste stronzate non ci crede più nessuno.

mercoledì 2 giugno 2010

INTERCETTAZIONI


da Il Fatto Quotidiano, 1 giugno 2010

Il dibattito parlamentare sulla legge bavaglio Al Fano è meglio del cabaret, anche perché è tutto gratis. Da due anni, da quando B. temeva l’uscita di intercettazioni che avrebbero svelato il quarto segreto di Fatima (perché alcune ministre sono ministre), va in scena la seguente pantomima: il governo di un noto corruttore ed evasore, amico di mafiosi e papponi, commissiona al suo Guardasigilli-portaborse e al suo onorevole-avvocato una legge che favorisce mafiosi, papponi, corruttori, evasori e, siccome la legge è uguale per tutti, anche truffatori, scippatori, rapinatori, spacciatori, sequestratori, stupratori e assassini. Li immunizza dal rischio sia di essere scoperti e puniti, sia di finire sui giornali per quello che sono.

Basterebbe ricordare il mandante, gli esecutori materiali e l’utilizzatore finale della legge anti-intercettazioni per capirne il movente. Basterebbe ricordare come si è giunti a incastrare B. nei suoi vari processi per rendersi conto che è tagliata su misura di quei precedenti per evitare che si ripetano: l’articolo Mills, il comma D’Addario, il preambolo Trani, il codicillo Mediaset, il cavillo Dell’Utri, l’inciso Saccà. Ma ricordare queste cosette non si può, se no la gente capisce tutto, compresi i beoti che han votato B. bevendosi la superballa della “sicurezza” pensando alla propria, mentre lui pensava alla sua. Dunque ecco assieparsi intorno alla legge Al Nano un termitaio di opinionisti un tanto al chilo, giuristi per caso, scalatori di discese, sfondatori di porte aperte, statisti di chiara fama ma soprattutto fame: tutti intenti a commentarla in punto di diritto e in punta di forchetta, a prescindere, fingendo che davvero serva a tutelare la privacy, la reputazione e il segreto investigativo, e non a salvare le chiappe a B. e alla sua banda larga (secondo Pigi Battista, per dire, la legge la fanno per Francesca, la massaggiatrice della “ripassata” a Bertolaso).


All’inizio Al Fano restrinse il novero dei reati “intercettabili”. E tutti a meravigliarsi: ohibò, ma così non s’intercetta più per corruzione, per frode fiscale e per i reati-fine tipici dei mafiosi. Oh bella, ci voleva tanto a capire che la legge è fatta apposta? Ponzio Napolitano convocò Angelino Jolie per una bella lavata di capo, pardon un “alto monito del Colle”, e lo rimandò indietro a caccia di “una riforma condivisa”. Nessuno osò obiettare che gli unici a condividerla sono i criminali. Il Guardagingilli tentò di occultare movente e mandante con un’altra versione: s’intercetta per tutti i reati ora intercettabili, ma solo in presenza di “gravi indizi di colpevolezza”, cioè s’è già scoperto il colpevole, cioè mai. Il solito esercito di ipocriti ricadde dal pero: ohibò, imporre i gravi indizi di colpevolezza è come dire che non si intercetta più. Ma va? Chi l’avrebbe mai detto.

Il premier fa di tutto per comunicarci che è pronto a tutto, anche a mandare impuniti migliaia di delinquenti comuni, pur di nascondere i reati suoi e degli amici degli amici. Ma nessuno gli dà retta e si continua a disquisire di commi e sottocommi, emendamenti e subemendamenti per “migliorare” la legge. Al Fano, esausto, fa uscire i gravi indizi di colpevolezza dalla porta e li fa rientrare dalla finestra. Riecco la falange dei finti tonti. “Ancora un piccolo sforzo”, dice il Pd. “Fuochino, via la norma transitoria sui processi in corso e ci siamo”, dicono i finiani, impegnatissimi a limitare i danni di una legge della loro stessa maggioranza. L’Anm chiede “tre cose semplici: niente limite di 75 giorni, niente divieto per le ambientali, niente competenza ai tribunali collegiali. Poi la legge va bene”. Hai detto niente: così non resta più nulla. E che la fanno a fare, la legge contro le intercettazioni, se non abolisce le intercettazioni?
Tutto è pronto per la comica finale: Veltroni, il Pd e Ciampi chiedono a Berlusconi di fare piena luce sulle stragi. Certo, come no. Quello che, alla domanda “dove ha preso i soldi?”, si avvalse della facoltà di non rispondere, ora dovrebbe dire la verità sulle stragi. Magari s’intercetta da solo mentre la dice. Ma questi ci sono o ci fanno?

(Vignetta di Fei)