Campodimele (LT) il paese della longevità

Campodimele  (LT)  il paese della  longevità
Tra l'indifferenza dell' Amministrazione Comunale, in assenza di controlli, In località Sterza Piana Lenola (LT) ai confini del Parco Naturale dei Monti Aurunci , a meno di trecento metri dalle abitazioni private, i cittadini, tutti i giorni, assistono a questo scempio che rende l'aria irrespirabile con inevitabili conseguenze sulla salute pubblica grazie a questo impianto allocato nel confinante comune di Campodimele

lunedì 13 settembre 2010

Inizia la scuola senza 22.000 professori, La Gelmini prova a scansare i fischi.




Tanto certa della svolta «storica» impressa alla scuola il ministro Gelmini oggi eviterà accuratamente di andare a prendere applausi al classico Mamiani o al Parini di Milano. Neppure nei disastrati istituti delle mille periferie abbandonate da questo governo al degrado, anche culturale. No, il ministro con un atto di coraggio alla rovescia andrà, secondo indiscrezioni, lì dove nessuno avrà soprattutto la forza di muoverle critiche: nella scuola del Policlinico Gemelli di Roma. Un gesto toccante, indubbiamente. Avrà accoglienze festanti.

Cercare applausi così è l’ultimo atto di una campagna demagogica servita a nascondere una realtà drammatica. Ieri c’è stata anche la copertura di Berlusconi che di certo non mette piede in una scuola da sessant’anni, in una scuola vera, di quelle scrostate, con i banchi segnati e le finestre chiuse da serrande mai riparate perché non ci sono soldi.

Più inglese, più informatica, più impresa, più internet? Ma lo sa il premier cosa prevede la riforma del suo ministro? Magari un test Invalsi in merito farebbe capire quanta distanza c’è tra la destra benpensante e la scuola in carne e ossa, derelitta da loro negli ultimi due anni, a partire da chi la fa, i professori. Una umiliazione per i genitori che hanno già ricevuto gli appelli dei capi d’istituto (quando ci sono, perché ne mancano sedicimila e si moltiplica dunque la figura del preside reggente, che per governare un’altra scuola riceve solo 700 euro in più, una miseria) a collaborare per la cartaigienica, le fotocopie, i toner, la pulizia delle aule, qualcos’altro?

La cosiddetta riforma delle superiori stronca vite e carriere. Migliaia di professori a cinquant’anni da oggi rinunciano a lavorare, perché nessuno li chiamerà. E non è affatto vero che saranno riassorbiti nei prossimi otto anni. La matematica non è un’opinione: tra quattro anni, quando la riforma andrà a regime in modo integrale anche nei licei, le ore per insegnare saranno molte meno delle attuali, già drammaticamente ridotte. I precari saranno sempre gli stessi, anzi di più.

La «svolta storica» di Gelmini riguarderebbe anche il merito. Ma come si fa ad assecondare i meritevoli quando in una classe ci sono anche 35 alunni e quasi mai meno di trenta... Come si fa a garantire il diritto all’istruzione ai disabili e ai non disabili quando il rapporto disabili prof di sostegno si alza, sempre più ragazzi per un docente, a dispetto di certe statistiche usate da giornali ben orientati a suonare fanfare, spesso senza conoscere sulla materia, al rigore fasullo di viale Trastevere.

L’ultima tirata demagogica riguarda la valutazione degli insegnanti. Magari, lo chiedono i professori stessi da anni, perché è certo, come in ogni dove, che a scuola ci sono i furbi e quelli che non si risparmiano mai, che fanno da docenti e da assistenti sociali, da madri e da padri di figli non loro in una società dove non si investe per superare le disegregazioni familiari. Ma come fa a dirlo un ministro che andò a cercare, con spregio del pericolo, la commissione meno severa per accedere alla professione di avvocato?

Fonte l’unità.it

I precedenti:

Nel marzo del 2000, una certa signora, presidente del consiglio comunale del Comune di Desenzano sul Garda per Forza Italia, fu espulsa da quella carica su mozione del suo partito, con la seguente motivazione [Delibera del consiglio comunale n. 33 del 31/03/2000]: manifesta incapacità ed improduttività politica ed organizzativa Questa signora si chiamava Maria Stella Gelmini. Pochi anni dopo fu "scoperta" da Silvio Berlusconi ed oggi è il Ministro dell'Istruzione e della Ricerca della Repubblica Italiana. (e questo è il sito del comune di Desenzano, basta inserire la data ed esce fuori la delibera http://servizionline.onde.net/eGov/atti.mac/input)

Oggi la ministra dimostra tutta la sua "incapacità" nella gestione ministeriale della scuola pubblica italiana, creando scompiglio ulteriore dopo i licenziamenti di massa.


Mentre Tremonti e i suoi mandanti devastano la scuola pubblica, favorendo il proliferare di istituti privati costosi e di dubbia qualità (anche nella nostra regione), la Gelmini ha generato l'ennesimo caos nella gestione delle graduatorie e nel conferimento delle supplenze.

Compie errori uno dietro l'altro, ma a pagarne le conseguenze è il personale amministrativo delle scuole (oltre ai precari tagliati ed ancora senza lavoro) il cui carico di lavoro sta aumentando notevolmente.
Inoltre, le ricadute di questa riforma, assolutamente nefasta, danneggiano innanzitutto gli allievi a cui continuano ad essere negati il regolare svolgimento delle lezioni ed il diritto alla continuità didattica
Migliaia di docenti e Ata licenziati, pluriclassi, classi sovraffollate e insicure, scuole nel caos e ancora senza insegnanti. Sarebbe un bene per tutto il Paese se questo Ministro si dimettesse al più presto, prima di fare altri danni peggiori di quelli che ha già fatto.

Coordinamento Precari Scuola Molise

Fonte: http://www.nuovasocieta.it/lettere/2830-sg.html

1 commento:

lenolaidv ha detto...

Sit-in di protesta davanti al Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca, su proposta di Italia dei Valori, a sostegno dei precari della scuola, in lotta per la difesa del proprio posto di lavoro e della qualità dell’istruzione.

Una delegazione guidata dall'On. Di ...Pietro ha incontrato il Vice Ministro Pizza. Durante l’incontro si sono chiesti chiarimenti circa l’attivazione delle nuove forme di reclutamento appena approvate e che produrranno già dal prossimo anno scolastico nuovi insegnanti precari che si sommeranno ai 220.000 abilitati inseriti nelle graduatorie permanenti.

Sono state messe in luce le contraddizioni rispetto alle dichiarazioni riguardanti la volontà di non creare nuovo precariato e di stabilizzare quello attuale nell’arco di 7 anni. La risposta ufficiale del Ministero è stata l’impegno a garantire una percentuale di immissioni in ruolo pari al 75-80% dalle attuali graduatorie e per il restante 25-20% dalle graduatorie in cui confluiranno i nuovi abilitati dopo aver superato un concorso per esami e titoli.

Ma è stato fatto notare che, mantenendo l’impianto della riforma le immissioni in ruolo si prevedono intorno allo zero, per cui non esiste percentuale che possa soddisfare le nostre esigenze.

Riguardo le richieste di immissione in ruolo immediata dei precari sulle cattedre vacanti, ci è stato risposto che ciò non è possibile in quanto quasi tutti gli incarichi dei precari sono effettuati sull’organico di fatto e non di diritto. l'On. Di Pietro ha proposto l’unica soluzione possibile per risolvere definitivamente il problema del precariato scolastico: l’individuazione di una dotazione aggiuntiva nelle scuole stabilizzando un organico funzionale, insegnanti con contratto a tempo indeterminato che andrebbero a coprire sia le cattedre di fatto che le supplenze del personale assente.

In questo modo si riuscirebbe a garantire veramente la continuità didattica e si risolverebbero anche i problemi legati alla carenza di fondi per coprire le supplenze e alla pratica illegittima dei dirigenti scolastici di dividere gli alunni nelle classi violando costantemente le norme di sicurezza e l’agibilità dei plessi scolastici e calpestando il diritto allo studio.

Questo incontro ha confermato la prospettiva minimalista del governo rispetto alle esigenze della scuola e del personale precario. Da parte del Ministero è evidente l’impossibilità di elaborare progetti volti al miglioramento dell’istituzione scolastica e la rassegnazione alla politica del governo che non conferisce priorità alcuna ai capitoli scuola e istruzione nel nostro Paese.

A tal proposito Antonio Di Pietro ha fatto notare come sono stati stanziati dal governo ben 29 miliardi di euro (4 in più dell’ultima manovra di Tremonti) per l’acquisto di cacciabombardieri, elicotteri e aerei da caccia e contemporaneamente tagliati 8 miliardi di euro dalla scuola.

Di:Anna Maria Tedeschi