Campodimele (LT) il paese della longevità

Campodimele  (LT)  il paese della  longevità
Tra l'indifferenza dell' Amministrazione Comunale, in assenza di controlli, In località Sterza Piana Lenola (LT) ai confini del Parco Naturale dei Monti Aurunci , a meno di trecento metri dalle abitazioni private, i cittadini, tutti i giorni, assistono a questo scempio che rende l'aria irrespirabile con inevitabili conseguenze sulla salute pubblica grazie a questo impianto allocato nel confinante comune di Campodimele

lunedì 31 gennaio 2011

Nel 2010 scoperti 8.850 evasori totali redditi non dichiarati per 50 Miliardi di Euro.




Redditi non dichiarati per quasi 50 miliardi di euro, 8.850 evasori totali, quasi 4.500 tra falsi invalidi e finti poveri, sequestri per oltre tre miliardi alla criminalità organizzata e per oltre 110 milioni di prodotti contraffatti o pericolosi. Questi i dati principali del rapporto sull'attività della Guardia di Finanza nel 2010.

Evasione fiscale. Si tratta dell'aspetto più rilevante, quello le cui cifre fanno più impressione. Sono stati scoperti redditi non dichiarati per 49,245 miliardi di euro. La somma - già resa nota dal comandante delle Fiamme Gialle 1, il generale Nino di Paolo, ai membri della Commissione Finanze della Camera in un'audizione lo scorso 26 gennaio - è cresciuta del 46% rispetto al 2009.

Inoltre sono stati individuati 8.850 evasori totali (in aumento del 18% rispetto all'anno precedente): persone e aziende che pur svolgendo attività economiche non hanno mai presentato una dichiarazione dei redditi e che nel 2010 hanno evaso redditi per oltre 20 miliardi (+47% rispetto al 2009) e Iva per 2,6 miliardi. Di questi, 3.288 hanno evaso più di 77mila euro di imposte. E sempre nel 2010 gli italiani hanno anche evaso quasi 30,5 miliardi di Irap e 6,3 miliardi di Iva. 635 invece i milioni di ritenute non versate o non operate.

Dei quasi 50 miliardi nascosti al fisco, 10,5 sono quelli individuati nei casi di evasione fiscale internazionale,
quasi il doppio del 2009 (5,8 miliardi), realizzati trasferendo fittiziamente all'estero la residenza di persone fisiche o società, triangolazioni con paesi off-shore e omesse dichiarazioni di capitali detenuti all'estero. I soldi di questi evasori sono principalmente in Lussemburgo e in Svizzera, dove è stato individuato più del 50% degli oltre 10 miliardi evasi. Seguono il Regno Unito (7%), Panama (6%), San Marino e Liechtenstein (2%). Complessivamente, emerge dal rapporto, nel 2010 i militari della Guardia di Finanza hanno svolto 31.777 verifiche sui fenomeni di evasione, elusione e sulle frodi più gravi e diffuse, 79.872 controlli sui singoli atti di gestione e 779.863 controlli strumentali, quelli riguardanti il rilascio di scontrini e ricevute fiscali. Infine, sono 18.541 (+12% rispetto al 2009) i lavoratori utilizzati in nero da 7.822 datori di lavoro, di cui 5.508 di origine extracomunitaria.

Falsi invalidi e finti poveri. Ne sono stati scoperti 4.486, tutti denunciati all'autorità giudiziaria. I truffatori hanno usufruito di aiuti dello Stato, sotto forma di borse di studio, contributi per gli affitti e altri sussidi pur non avendone alcun diritto. Tanto per fare qualche esempio, in Veneto sono stati individuati finti poveri che chiedevano un contributo per pagare l'affitto ma guidavano auto lussuose, nel centro di Firenze proprietari di appartamenti di pregio che chiedevano buoni per le mense scolastiche e per l'acquisto dei libri dei figli, in Calabria commercianti che chiedevano l'esenzione dal ticket sanitario pur possedendo 90 immobili.

Beni sequestrati alla criminalità organizzata. Nel 2010 la Guardia di Finanza ha sequestrato 4.828 beni per un valore di oltre tre miliardi - il 30% in più rispetto al 2009 - e ne ha confiscati 542, per un valore di 142 milioni. Il 23% del valore dei sequestri "è riconducibile a beni ed aziende del centro-nord: un segno che è ormai normale, nel corso delle indagini patrimoniali, anche se avviate da reparti dell'Italia meridionale, ricercare i reinvestimenti condotti in qualsiasi area del Paese".

Riciclaggio. Nell'ambito del contrasto agli illeciti economico-finanziari, per i reati di riciclaggio, usura, bancari, societari, fallimentari e di borsa, sono state arrestate 701 persone e ne sono state denunciate 5.977. Di queste, 1.131 sono state segnalate per riciclaggio e sono stati sequestrati loro patrimoni per 367 milioni (+21% sul 2009): nel 2010 hanno riciclato oltre 3,2 miliardi.

Droga e giochi. Quanto alla lotta al traffico internazionale di stupefacenti, le indagini hanno consentito di denunciare 9.180 persone, di cui 3.135 arrestate. Sequestrate complessivamente 20,5 tonnellate di droga (+61% rispetto al 2009). Importante anche l'attività relativa alle verifiche sui giochi: i militari hanno infatti chiuso nel 2010 quasi duemila centri di raccolta di scommesse non autorizzate, anche on line (il 166% in più rispetto all'anno precedente).

L'industria del falso. Oltre 110 milioni i prodotti contraffatti o pericolosi sequestrati. Nel corso delle indagini gli uomini della Gdf hanno accertato che oramai si tarocca di tutto: dai ricambi delle auto ai caschi, dai farmaci ai cosmetici, dagli oggetti di bigiotteria fino alle figurine. "Sebbene l'alta moda, l'abbigliamento e i suoi accessori si siano confermati settori in cui la contraffazione e la falsa indicazione 'made in Italy' sono ancora fortemente diffusi - si afferma nel rapporto - le operazioni condotte nel 2010 hanno evidenziato un notevole aumento dei sequestri di beni di largo consumo (+36%) e di prodotti pericolosi per la salute (+33%)". Il rapporto conferma inoltre il coinvolgimento sempre maggiore della criminalità organizzata italiana e straniera nell'industria del falso: 341 sono le persone che sono state denunciate per associazione a delinquere finalizzata alla contraffazione e 98 quelle arrestate, il 50% in più rispetto al 2009.

giovedì 27 gennaio 2011

Italia dei Valori domani sarà a Cassino con la FIOM, parteciperà il Presidente Antonio di Pietro.



“E ora tocca a Cassino" di Anna Maria Tedeschi.

Io personalmente e l’Italia dei Valori saremo il 28 Gennaio alla manifestazione al fianco dei lavoratori e della FIOM. Marchionne ha attaccato la FIOM accusandola oltretutto di un attacco mediatico che lui stesso, a suo dire, non avrebbe saputo fronteggiare con efficacia.

Qualcosa di vero c’è in questa affermazione dell’ Ad di Fiat Auto: è vero che non c’è stato dialogo, è mancata la comunicazione perché non si voleva comunicare, ma solo imporre una decisione già presa ed in questo ha avuto un importante ruolo l’assenza del Governo che, come si sa, non si occupa della politica industriale di questo Paese e tanto meno della Provincia di Frosinone.

La contrarietà all’accordo, come già più volte ribadito, nasce dalla consapevolezza di chi conosce il settore metalmeccanico e sa che la partita non si può giocare al ribasso sui costi di produzione tra l’Italia ed i Paesi in cui i lavoratori non sanno dove sta di casa la sicurezza, l’ambiente e tanto altro.

Se il gioco deve essere al massacro, noi non ci stiamo, la nostra idea di fabbrica integrata e di fabbrica Italia è un’altra: è un’idea che vede al primo posto diritti e doveri, ma dove ognuno svolge il proprio ruolo pienamente e assumendosi le proprie responsabilità anche etiche e sociali.

E’ troppo comodo parlare quando si ha la residenza in Svizzera e quando il proprio reddito prevalente viene dalle stock options.

Gli operai dello stabilimento di Cassino hanno la residenza in Italia, alcuni fanno diverse ore di viaggio al giorno per raggiungere lo stabilimento, ma non in elicottero.”

Il consigliere regionale dell’Italia dei Valori, Anna Maria Tedeschi.

Video conferenza stampa http://www.youtube.com/watch?v=QBguP01NHVY


P.s. Alle ore 11.30 il Presidente Antonio Di Pietro sarà a Pontecorvo per protestare contro la chiusura dell’Ospedale voluta dal Presidente della Regione Renata Polverini.

Interverranno: On Anna Maria Tedeschi, Consigliere Regione Lazio, On Giulia Rodano Vice Presidente Commissione Sanità Regione Lazio, On Vincenzo Maruccio Segretario Regionale Italia dei Valori.

mercoledì 26 gennaio 2011

PER NON DIMENTICARE

Il 27 gennaio è il "Giorno della Memoria", la data che abbiamo scelto per non dimenticare l'orrore commesso dai nazisti nei confronti di milioni di persone innocenti.

La data ricorda l’ingresso dell'Armata Rossa nel campo di concentramento di Auschwitz, uno dei luoghi luogo simbolo di quell’Olocausto che ha prodotto oltre 12 milioni di vittime, per la cronaca, ai sei milioni di ebrei vanno aggiunti Testimoni di Geova, Zingari, Omosessuali, Artisti, Professori, dissidenti Civili e Militari, Politici, Sindacalisti e tutti coloro che all’epoca hanno manifestato idee o compiuto azioni che andavano contro i regimi ( in Italia Fascista, in Germania Nazista)

Il Giorno della Memoria onora tutti coloro che sono stati vittima delle leggi razziali, tra questi gli italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte e quanti, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio e a rischio della propria vita hanno protetto i perseguitati.

Tra questi, vorremmo ricordare Giorgio Perlasca uomo di tutt’altra estrazione, un ex-fascista, un illuminato e simpatico millantatore comasco che, rischiando la propria vita, eroicamente falsificò e impropriamente concesse documenti idonei ad evitare la deportazione a 5200 ebrei.

lunedì 24 gennaio 2011

Berlusconi farà la fine di Craxi


La profezia di Zagrebelsky



di Gustavo Zagrebelsky • 24-Gen-11 intervista di: Silvia Truzzi

Qualcuno in Piemonte, oltre a presunte fidanzate di cavalieri inesistenti, guarda con attenzione alle evoluzioni dell’inchiesta milanese sul presidente del Consiglio: Gustavo Zagrebelsky, presidente dell’associazione Libertà e giustizia, che ha pubblicamente chiesto le immediate dimissioni del premier.

Professore, nell’appello scrivete: “In nessun altro Paese democratico un primo ministro, indagato per così gravi capi di accusa, rimarrebbe in carica”. La situazione è esplosiva: si confrontano nel Paese due contendenti ed entrambi fanno leva sulla parola democrazia. Da una parte chi pensa che il presidente del Consiglio debba dimettersi, dall’altra chi pensa sia in atto una congiura antidemocratica ai danni del premier. L’Italia è spaccata.

Come può accadere? Qualcuno fa un uso privato della parola democrazia.

Cioè? Da una parte c’è un’idea di democrazia secondo cui chi è eletto è sotto la legge. Gli altri pensano che chi viene eletto sia sopra la legge.

Il consenso elettorale sarebbe uno scudo giudiziario automatico? Volendo semplificare, è la vecchia antitesi di Aristotele tra governo delle leggi e governo degli uomini. Nel secondo caso, chi detiene il potere produce le leggi che gli fanno comodo. La differenza tra queste due concezioni di democrazia che oggi albergano, fronteggiandosi, in Italia è che una corrisponde alla democrazia liberale – ed è una conquista delle due Rivoluzioni, francese e americana –; l’altra può avere una pericolosa deriva autocratica. Berlusconi non a caso ha evocato, in un discorso a proposito di un suo processo, il giudizio dei ‘pari’: lui può essere giudicato solo dagli eletti in Parlamento e non dai magistrati.

C’è un modo per conciliare le parti? Mi pare che il presidente della Repubblica stia cercando di far dialogare queste posizioni estreme.

Nell’appello di Libertà e giustizia si chiede un intervento tempestivo da parte del Quirinale. È il ruolo del Colle, secondo la nostra Costituzione. Napolitano può far sentire la sua voce per denunciare questo scollamento. Che è preoccupante.

Siamo arrivati all’ultimo atto? O vince uno o vince l’altro.

Vede rischi? Questa situazione è destinata ad andare avanti fino allo scontro finale, che non esclude prove di forza. Ma certo queste non saranno a opera dei giudici.

Che significa “prove di forza”? Manifestazioni, boicottaggi. D’altra parte il presidente del Consiglio dice di non riconoscere i giudici. Il ministro Mara Carfagna in tv ha detto: “La Procura di Milano è un nemico politico da 16 anni”.

Discorso eversivo? Certo. Ed è pericoloso perché queste cose all’inizio si dicono timidamente. Poi, a furia di ripeterle, diventano verità assolute. Goebbels diceva: una menzogna ripetuta mille volte diventa verità. È la propaganda. Un deputato del Pdl ha detto che l’iniziativa della Procura di Milano è un golpe. Passano per certezze di rango costituzionale bufale incredibili. Tipo la competenza del Tribunale dei ministri. Sì, qualcuno si è inventato questa tesi e l’ha messa in giro da qualche giorno. Bisognerebbe dimostrare che intervenire nella procedura di affidamento di un minore fermato rientra nelle funzione del presidente del Consiglio dei ministri. Non basta che il reato sia commesso mentre l’indagato è in carica come Primo ministro. La Costituzione sennò sarebbe stata formulata così: “Per tutti i reati commessi durante il mandato dei ministri e del presidente del Consiglio…”. Invece si parla di “esercizio delle proprie funzioni”. Vuol dire che, durante il mandato, i membri del governo possono commettere due tipi di reato: comuni e afferenti alle competenze. Ma l’esercizio delle funzioni del presidente del Consiglio consiste in atti politici. Non in atti finalizzati a coprire le proprie magagne personali.

Torniamo a Napolitano. Ha detto: si faccia chiarezza in fretta. Il senso del suo discorso credo sia: si smetta di alimentare lo scontro istituzionale. Deve essere la Cassazione a dire se l’iniziativa dei pm è sbagliata. Mi pare che Napolitano sia preoccupato, perché il fine di questo scontro sembra la prevalenza di una parte sull’altra. Non può essere così.

Se il presidente della Repubblica è così preoccupato del tentativo di elusione della legge, avrebbe potuto esercitare il potere di rinvio delle varie leggi ad personam. Sono due cose diverse. Questa vicenda va oltre, perché al fondo ha semplicemente il tentativo di una persona di sottrarsi ai giudici. Del resto è la ragione di fondo della ‘discesa in campo’ di Berlusconi. La sorte di questo signore, nel momento in cui non fosse più presidente del Consiglio, sarebbe segnata non politicamente, ma giudiziariamente.

È l’anomalia italiana. La democrazia è un sistema in cui, quando un Primo ministro cessa di essere tale, torna a casa sua. Tutti gli altri regimi implicano che la fine di una carriera politica sia traumatica.

Come se ne esce? Si aspetta che si creino degli anticorpi all’interno della maggioranza. E si continua a insistere: non esistono due democrazie, ma una sola. Che ha due gambe: il diritto e il consenso degli elettori.

Ci sarà un redde rationem? Non vedo una via di uscita tranquilla. Immagino qualcosa di simile alla vicenda Craxi. Il regime personalistico non prevede alternative. Leo Strauss e Alexandre Kojève nel loro Sulla Tirannide riportano un dialogo di Senofonte tra Gerione, tiranno di Siracusa, e il poeta Simonide. Gerione dice: non ho nemmeno la possibilità di ritirarmi a vita privata, perché sarei inseguito da tutti coloro verso i quali ho commesso soprusi. Posso solo scegliere di sparire.

il Fatto Quotidiano 20 gennaio 2011

domenica 23 gennaio 2011

DURISSIMO AFFONDO DI FAMIGLIA CRISTIANA AL PREMIER: "AD ARCORE TRE GENERAZIONI IN ROVINA, NONNO, FIGLI E NIPOTI DA VERGOGNA"


Il caso Ruby è fonte di «smarrimento, e addirittura angoscia per l'effetto che lo scandalo sta producendo fra le famiglie e i giovani». Lo scrive Famiglia Cristiana in un intervento pubblicato oggi sul suo sito online. «Proprio mentre la Chiesa annuncia un decennio programmato alla rieducazione cristiana della gioventù, da Arcore, dai suoi sostenitori e dai suoi critici soprattutto in tv, viene un messaggio opposto, di indecente rappresentazione del modo di vivere di tre generazioni, dei nonni, dei padri e dei figli».

È quanto scrive Famiglia Cristiana in un intervento sul caso Ruby pubblicato oggi sul suo sito online. Fra le molte conseguenze che l'evo berlusconiano ha avuto e continua imperterrito ad avere sulla società italiana c'è senza dubbio la divisione politica nel mondo cattolico, che non era riuscita a nessuno prima del Cavaliere nella storia repubblicana».

In più il consiglio permanente dei vescovi, che lunedì si riunisce ad Ancona - ha insolitamente annunciato il presidente della Cei Angelo Bagnasco domani in udienza dal Papa - si occuperà della vicenda Ruby.

«In questi giorni davvero strazianti dello 'scandalo Ruby' - prosegue il settimanale dei Paolini - i giornali sono pieni di echi di quella divisione, riflessi nei commenti e nei relativi titoli su parecchie colonne a proposito di una domanda comune: che cosa dirà la Chiesa?».

«E la posta in gioco, politicamente parlando - conclude -, è di una evidente meschinità: come voteranno i cattolici alle prossime elezioni?».

http://www.unita.it/italia/l-affondo-di-famiglia-cristiana-br-arcore-tre-generazioni-in-rovina-1.267427


venerdì 21 gennaio 2011

21 Gennaio 1921, novanta anni fa nasce a Livorno il PCI


Il Partito Comunista Italiano (PCI) fu un partito politico italiano nato il 21 gennaio 1921 a Livorno con la denominazione di Partito Comunista d'Italia (sezione italiana della III Internazionale) come scissione della corrente di sinistra del Partito Socialista Italiano guidata da Amadeo Bordiga e Antonio Gramsci, che abbandonarono la sala del Teatro Goldoni dove si svolgeva il XVII Congresso socialista, convocando un congresso costitutivo presso il Teatro San Marco. Alle prime elezioni alle quali partecipò, nel 1921, elesse 16 deputati per la XXVI legislatura. Assunse il suo nome definitivo il 15 maggio 1943, quando stava terminando il ventennio di clandestinità imposto dal regime fascista.

Il Partito Comunista d'Italia si poneva come obiettivo l'abbattere lo Stato borghese, abolire il capitalismo e realizzare il comunismo tramite la Rivoluzione e la dittatura del proletariato, seguendo così l'esempio dei comunisti russi di Lenin. Guidato nei suoi primi anni di vita da una maggioritaria corrente di sinistra raccolta attorno a Bordiga, il III Congresso, svoltosi clandestinamente a Lione nel gennaio del 1926, segnò un deciso cambiamento di politica suggellato con l'approvazione delle Tesi di Gramsci e la messa in minoranza della Sinistra di Bordiga, accusata di settarismo. Nel 1930 la corrente di sinistra fu definitivamente espulsa dal Partito con l'accusa di "trotzkismo".

Caduto il regime fascista anche grazie all'apporto dato dai comunisti alla Resistenza italiana, il Partito Comunista Italiano (PCI) aveva appunto cambiato denominazione dopo lo scioglimento dell'Internazionale comunista avvenuta nel 1943. Nei primi anni del dopoguerra vi fu uno scontro assai duro tra forze politiche prima unite nella resistenza ai Tedeschi. Vi fu una seconda guerra civile a bassa intensità che durò fino al 1948. Nel 1948 il PCI rinunciò alla presa del potere con la forza. Dal 1956 cominciò ad inseguire una "via italiana al socialismo", parlamentare, che fu teorizzata nel 1956 da Palmiro Togliatti, segretario del Partito dopo l'arresto di Gramsci.

Nonostante un graduale e costante distacco operato soprattutto da Enrico Berlinguer, succeduto a Luigi Longo alla guida del Partito, il Partito Comunista Italiano fu a lungo tempo legato all'Unione Sovietica e mantenne relazioni con tutti i partiti comunisti al potere nei paesi del cosiddetto blocco comunista.

È stato per molti anni il Partito comunista più grande e potente dell'Europa occidentale. Infatti, mentre negli altri paesi democratici l'alternativa ai partiti o coalizioni democristiane o conservatrici era da sempre rappresentata da forze socialiste (con i partiti comunisti relegati a terza o quarta forza), in Italia rappresentò il secondo partito politico dopo la Democrazia Cristiana, con un Partito socialista relegato, dal 1948 in poi, al rango di terza forza del paese. Nel 1976 toccò il suo massimo storico (34,4 %), mentre fu il primo partito del paese alle elezioni europee del 1984 quando ebbe il 33,33 % contro il 32,97 % della DC.

Il Partito Comunista Italiano si sciolse il 3 febbraio 1991, quando la maggioranza dei delegati guidati dal segretario Achille Occhetto, che era succeduto tre anni prima ad Alessandro Natta, ne sancì lo scioglimento al XX Congresso Nazionale e la contestuale costituzione del Partito Democratico della Sinistra (PDS), così come si era già deciso dal 1989. Un'area consistente della minoranza di sinistra si riunì invece nel Movimento per la Rifondazione Comunista, che costituì, con la confluenza di Democrazia Proletaria e di altri gruppi, il Partito della Rifondazione Comunista (PRC).


Questa sintesi di storia moderna è indirizzata a tutti quei giovani che non hanno potuto approfondire questo argomento.

Fonte: http://www.facebook.com/group.php?gid=63072243876

IL PD E’ UN’ALTRA COSA write26

martedì 18 gennaio 2011

Financial Times: “ L’Italia merita di meglio”


Può governare un Premier che ospitando nelle sue ville prostitute travestite da infermiere o da poliziotte è diventato lo zimbello del mondo? fonte: la repubblica


LONDRA - Gli sviluppi della nuova indagine giudiziaria su Silvio Berlusconi continuano a essere al centro dell'attenzione dei media internazionali. Fra le corrispondenze da Roma di giornali e telegiornali, oggi spicca un editoriale non firmato, dunque espressione dell'opinione della direzione, sul Financial Times, il più influente quotidiano finanziario d'Europa. "Verdetto a Roma", si intitola l'editoriale, e il sottitolo chiarisce: "Le strategie legali di Berlusconi degradano il dibattito politico in Italia". Il commento del Financial Times parte ricordando che nel marzo 2010 il governo Berlusconi passò una legge per proteggere "colui che si autoproclama l'uomo più perseguitato della storia" dall'essere processato nelle corti italiane. Il 13 gennaio, continua l'articolo, la Corte Costituzionale ha parzialmente cancellato questo provvedimento, "e ha fatto bene a cancellarlo". La legge sul "legittimo impedimento", spiega il quotidiano della City, esentava i ministri dall'apparire in tribunale sulla base del fatto che essi erano troppo occupati dal loro lavoro pubblico per poterci andare, ma "tale affermazione era un insulto al principio di eguaglianza di fronte alla legge. Nessuno, nemmeno miliardario magnate dei media che fa anche il primo ministro, è al di sopra della legge. La Corte dovrebbe essere applaudita per avere difeso questo principio".

L'editoriale prosegue avvertendo tuttavia del pericolo che la sentenza della Corte, messa insieme all'indagine giudiziaria
che accusa Berlusconi di avere fatto pressioni per far liberare di prigione una "ballerina di night-club" 17enne (la giovane marocchina per la quale Berlusconi è anche accusato di sesso con una prostituta minorenne), "può giocare a favore del premier, permettendogli di continuare a sostenere di essere vittima di una cospirazione di giudici di sinistra contro di lui", e di protrarre tale giustificazione fino alle prossime elezioni, che "avranno luogo probabilmente in primavera".

Questa, conclude il Financial Times, "è una profonda vergogna per l'Italia". Prima delle elezioni, il paese necessita un onesto dibattito sulla litania di problemi con cui deve confrontarsi. "La settima maggiore economia mondiale ha bisogno di riforme: un giovane su quattro è disoccupato, la crescita economica è anemica, gli investimenti stranieri declinano, il debito nazionale ha raggiunto i 1800 miliardi di euro, il cancro della criminalità organizzata andrebbe reciso, e la lista potrebbe continuare", osserva il giornale londinese. "Ma invece di soluzioni a questi problemi, gli italiani rischiano di assistere a un'altra puntata di Berlusconi-contro-i-giudici. L'Italia merita di meglio".

Tra gli altri articoli che la stampa britannica dedica al caso Berlusconi, il Times pubblica una corrispondenza da Roma in cui si riferisce che, in base a una telefonata intercettata dalla polizia tra Nicole Minetti e il premier, Berlusconi "ha ammesso di sapere che Ruby Rubacuori era minorenne". L'Independent pubblica un commento dell'ex corrispondente da Roma Peter Pophan, secondo cui questa volta "nemmeno Silvio può farla franca". E il Guardian ha un articolo sulle lamentele del regista Marco Bellocchio, che afferma di non potere fare un film ispirato agli scandali di sesso del premier perché i produttori hanno paura e di fatto censurano il progetto.


Può governare convenientemente un Premier che da sempre agisce ai limiti della legalità e sembra che a volte la scavalca, ricattato da personaggi senza scrupoli, che considera la costituzione un inutile lacciolo, che non ha nessun riguardo verso le istituzioni, che dice di essere perseguitato dalla magistratura, che bacia la mano di Gheddafi, che sta ridicolizzando il nostro paese sulla stampa di tutto il mondo? I giudici dovrebbero chiedergli: "ma chi cazzo sono questi che ti votano?" write26.