
L’uomo del destino, giunto a sanare, a risollevare, a diffondere serenità e benessere, vestire gli ignudi, alloggiare i pellegrini…più che un programma politico sembra l’attuazione di un disegno della provvidenza, in grado di trovare le soluzioni ai problemi ereditati dai governi precedenti.
La “vena” miracolistica del Cavaliere non si è mai affievolita, riemergendo tenace ed indomita in ogni circostanza dove c’era bisogno di un surplus straordinario. A Napoli con il miracolo dei tre giorni per ripulirla dalle tonnellate di immondizia, ed a L’Aquila con il miracolo che doveva stupire il mondo…evidentemente molto più complesse del previsto.
Uscendo dalla bottega del mago il paesaggio reale non ci incanta. I miracoli annunciati non ci sono stati e qualcuno aspetta ancora.
Noto però la tendenza a pensare di poter risolvere tutto nell’istante e ad essere persuasi che certi traguardi, stili di vita, esempi di successo e di benessere siano a portata di mano.
Alle donne basta sposare un miliardario, gli uomini possono tentare con il calcio. Per tutti poi sono aperte le porte del Grande Fratello, è pronto un trono, un’isola nei Caraibi ed un tavolo su cui ballare.
Io ne aspetto soltanto uno…
3 commenti:
Minny carissima gli osservatori stranieri la stampa estera più che giudizi su Berlusconi si stanno dannando per capire cosa è accaduto agli italiani, quali possano essere le cause di tale rincoglionimento collettivo.
Ne abbiamo parlato più volte, anche in maniera accesa, ma non siamo mai riusciti a darci una risposta di dimensioni pari al problema.
Il potere mediatico di un premier che ci fa illudere di vivere in un reality, l’ignoranza e la pigrizia intellettuale degli italiani, la complicità del Vaticano, l’assenza di un’alternativa, la crisi economica che ci fa ragionare con la pancia, tutti fattori di rilievo ma non sufficienti, a mio avviso, a generare tale catastrofe.
Sociologi, psicologi, professori di storia di mezzo mondo appaiono incapaci di esprimere un parere concreto riguardo questo fenomeno tutto italiano.
Eppure è facile, Berlusconi rappresenta lo standard dell’Italiano medio, un vero è proprio stereotipo nel quale gran parte degli italiani si identifica: fanatico, macho, imbroglione, menefreghista, insolente, irrispettoso verso le regole e le istituzioni, cattolico per tradizione ma non cristiano, bugiardo…………. quanto basta per essere il Capo degli Italiani.
Questo è il messaggio che passa oltre i nostri confini.
La maggior parte degli Italiani non sono così, sono schifati dalla politica, pensa la ritengono talmente nauseante che nelle grandi città non vanno neppure a votare, la differenza la fanno le periferie, i piccoli comuni , gente ligia e preparata che difficilmente diserta le urne, fedele da sempre ai propri rappresentanti al punto di manifestare la stessa fiducia anche nei figli, perché la credibilità politica nei paesi si eredita, perché il voto si da alle persone, o meglio alle famiglie, non ai partiti, poco importa se questi poi portano “acqua” a Berlusconi.
ITALIANI BRAVA GENTE
fonte : RINASCITA Qu0tidiano della Sinistra Nazionale
http://www.rinascita.eu/index.php?action=news&id=6248
Quello che indigna i cittadini dotati di un ragionevole minimo buon senso è il pietoso spettacolo offerto ai lazzi e ai frizzi altrui, anche internazionali, da una politica politicante inetta e da far finire tutta intera nella spazzatura a colpi di ramazza.
Guardateli. Rimuovendo il can can falso-moralista che scava sotto le lenzuola o nelle case dei vari Marrazzo e Vendola, Fini e Berlusconi, cosa resta? Un’idea di “patrimoniale”, per inasprire un già titanico prelievo fiscale , un’idea di leggina “transitoria” sul “processo breve”, una serie di ideali decreti di attuazione di un federalismo fiscale che comporterà nuove gabelle a danno dei cittadini tutti, qualche idea per la nomina - preventivamente contestata dagli esclusi - da lottizzare, e poco più.
Ma se la “politica” italiota indigna, è l’atteggiamento succube, quaquaraquà e ipocrita della gran parte dei nostri compatrioti omologati quello più da disprezzare.
Non vedono, non sentono, non parlano.
Salvano soltanto il proprio orticello “particulare”. Al massimo, gran campioni e conoscitori di segrete cose, nei bar e nei salotti di casa, si lasciano andare a interpretazioni sul gossip in onda: da “moralizzatori” o, al contrario, da “libertini”.
Intanto l’Italia, occupata dal 1945 dai “liberatori”, con cento e più basi militari Usa e Nato, fornisce i suoi soldati, in totale spregio della sua stessa costituzione coloniale che “ripudierebbe la guerra”, per operazioni belliche nei Balcani, in Libano, in Afghanistan.
La sua sovranità economica continua ad essere rapinata dai banchieri privati e dalla finanza internazionale; i suoi conti interni diventano preda di speculazioni usuraie; liberalizzazioni e privatizzazioni hanno alienato aziende strategiche nazionali a una banda di privati e le capacità produttive vengono delocalizzate e parcellizzate; la sua forza-lavoro, chiamata a produrre benessere per le famiglie e quindi per la comunità nazionale tutta, diventa flessibile, mobile, precaria o è del tutto annullata; la Fiat azzera 200 anni di conquiste sociali, riportando il lavoro all’era degli schiavi per rilanciare la Chrysler e trattare la svendita dell’Alfa Romeo alla Volkswagen; la scuola, l’università, la ricerca non formano ormai nessuno, ridotte come sono a diplomifici, a laureifici e a burocrazie clientelari; droghe, alcolici e teledipendenza, con un contorno di futilità varie, alienano giovani e vecchie generazioni dal loro futuro e dal loro presente; la disinformazione, la corruzione e il malcostume regnano sovrani.
Evidentemente si tratta di cosciente rimozione di uno stato di cose che dà loro fastidio. Meglio, appunto, non vedere, non sentire, non parlare.
Come scrive Alberto Mariantoni, altro che poeti, santi, navigatori: a questa massa di pavidi in marcia verso l’estinzione non resta che calarsi con tutte le scarpe nel “ruolo” dell’italiano tanto caro agli angloamericani di tutte le rispe e di tutte le epoche: quello dei cantastorie, degli sciuscià e delle “segnorine”.
l.m.
03 febbraio 2011 18:19
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